L’esposizione, ospitata a Palazzo MALAGOLA di Ravenna, rimarrà allestita fino al 2 febbraio 2025 e in due week-end di apertura straordinaria: 7 – 9 febbraio, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 18 e 14 – 16 febbraio, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 18
“Quando un corpo si congeda, ciò che resta è la presenza della voce”.
Enrico Pitozzi, Ermanna Montanari
Fotografie di Marco Sciotto
Grazie allo straordinario successo e alla grande affluenza di pubblico, il Centro internazionale di ricerca vocale e sonora Malagola annuncia la proroga di Fino ai limiti dell’impossibile. La ricerca vocale di Demetrio Stratos 1970-1979. Secondo movimento, la mostra curata dall’artista e co-fondatrice delle Albe Ermanna Montanari e dal docente e studioso Enrico Pitozzi – entrambi ideatori e direttori del Centro.
Fino ai limiti dell’impossibile, la cui chiusura era inizialmente prevista per venerdì 31 gennaio, rimarrà allestita fino al 16 febbraio, ma sarà visitabile regolarmente fino a domenica 2 febbraio e poi in altri due week-end di apertura straordinaria: dal 7 al 9 febbraio e dal 14 al 16 febbraio, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 18.
La mostra, che ha come curatori associati Marco Sciotto e Dario Taraborrelli, è stata inaugurata lo scorso 14 dicembre 2024 e presenta una selezione di materiali dell’Archivio Demetrio Stratos, acquisito alla fine del 2022 dal Comune di Ravenna, con co-finanziamento della Regione Emilia-Romagna, direttamente dalla vedova Stratos Daniela Ronconi Demetriou e proprio in Palazzo MALAGOLA ha trovato la sede ideale per la sua cura e la sua fruizione.
Fino ai limiti dell’impossibile è un “secondo movimento”, una nuova preziosa tappa nel percorso di conservazione e valorizzazione di un patrimonio documentale di inestimabile valore riguardante una delle figure più importanti nel campo delle arti performative del Novecento, che ha fatto della ricerca sulla vocalità il tratto distintivo del proprio percorso artistico: arriva infatti a un anno di distanza da Amorevolmente progredire, amorevolmente regredendo, una iniziale esposizione dei primissimi materiali sottoposti a un lavoro di riordino, catalogazione e digitalizzazione (quest’ultima a cura di Istituzione Biblioteca Classense di Ravenna) che ha riscosso subito un notevole successo di pubblico e di studiosi. E che da quel momento è diventata disponibile alla fruizione pubblica.
Se il “primo movimento” presentava un nucleo di materiali riguardanti Demetrio Stratos e il suo rapporto con altri artisti, John Cage su tutti, lo spirito di questo “secondo movimento” è l’apertura della ricerca vocale di Stratos alla dimensione extraeuropea, alle musiche dal mondo e alla loro relazione con la diplofonia e con il canto armonico che in Fino ai limiti dell’impossibile troverà il suo culmine in una delle stanze di Palazzo MALAGOLA appositamente dedicata all’ascolto immersivo.
“Intorno ai limiti del linguaggio prende dunque corpo il secondo movimento dell’esposizione dei materiali. Ed è qui che assumono il loro pieno valore due modi che non solo Stratos pratica, ma che esprime pedagogicamente nella loro piena consapevolezza tecnico-anatomica: il controllo del respiro e la ripetizione, che risuonano sia in Antonin Artaud che nella ricerca da autodidatta sul canto difonico” affermano Enrico Pitozzi ed Ermanna Montanari. “Il controllo del respiro è tecnica ascetica, piena consapevolezza che la voce non inizia ma affiora, s’inscrive in un movimento che già da sempre è presente e si dispiega silente, in attesa che un soffio la esprima, la prema fuori, la lasci affiorare in tutto il suo incanto. Lo sa bene Artaud, nella sua radicale urgenza di rifondare il teatro a partire dalla riscoperta di una parola prima della parola, tensione poetica consegnataci nell’opera Pour en finir avec le jugement de Dieu (1947) che Stratos registrò nel 1978. Così come lo sanno bene i cantori mongoli, e più in generale le tradizioni sonore dell’area del Mediterraneo, che Stratos frequenta assiduamente”.
Alla documentazione appartenente all’archivio – tra cui materiali audiovisivi di performance, lezioni e concerti, appunti preparatori legati alla sua produzione artistica, stampe di fotografi che ne hanno immortalato il lavoro nel corso degli anni, strumenti musicali, oggetti, cimeli, capi d’abbigliamento, libri, dischi in vinile, manifesti relativi tanto al suo lavoro da solista quanto a quello con I Ribelli e con gli Area, copie di tesi di laurea, studi e saggi dedicati alla sua ricerca, la rassegna stampa raccolta nel corso dei decenni, alcuni dei quali sono stati messi in mostra nel 2023 – si aggiungono per questo “secondo movimento” documenti inediti sulle performance di Stratos, a partire da quelle che convocano Antonin Artaud e quelle relative a Le milleuna, lavoro in collaborazione con Nanni Balestrini e la coreografa Valeria Magli. E poi ancora materiali riguardanti la sua partecipazione al progetto/happening del 1978 Il treno di John Cage, il suo contributo come autore delle musiche Satyricon diretto da Gabriele Salvatores nella stagione ’78-79 del Teatro dell’Elfo.
Oltre al focus sulle musiche extra-europee, un altro nucleo tematico attorno al quale è organizzata la mostra è quello sul “gesto”: il gesto vocale, i gesti che mettono in campo il corpo e la voce. “Questi tratti della ricerca vocale di Stratos, possono essere pensati come gesti vocali che – nell’incedere del dittico espositivo – si depositano in tracce di volta in volta specifiche, trovando forma in materiali visivi, negli appunti, negli schizzi, nelle partiture a-sistematiche e nei materiali sonori registrati, restituendoci il profilo di una figura artistica prismatica e insofferente alle definizioni, lontano tanto dalla «scena ufficiale» del rock o del pop quanto da quella «d’autore» di quegli anni” aggiungono i due curatori della mostra e direttori artistici di Malagola.
Ben 7 gli ambienti differenti in cui si articola la mostra: una sala sarà dedicata a manifesti che attraversano la storia degli Area e di Stratos solista, una sala cinema con materiali audiovisivi di lunga durata, una sala dedicata a materiali cartacei e fotografici con frammenti di materiali audiovisivi da fruire in un monitor “d’annata”; tre sale dedicate all’ascolto di cui una per ascolto immersivo, una con proposta di ascolti in cuffia associati a materiali esposti all’interno della sala e una sala con una selezione di ascolti che il pubblico potrà scegliere da un menù touch e che propongono canti e musiche di popoli dal mondo presenti nella collezione di dischi di Stratos e le musiche realizzate per il Satyricon; e, in chiusura, una nicchia contenente una serie di oggetti, cimeli e materiali appartenuti all’artista.
Una grande mostra, dunque, che ancora di più restituisce la stratificazione, la complessità e la multiformità di una personalità artistica come quella di Demetrio Stratos.
Infine, in occasione di questa nuova grande esposizione, verrà realizzata una nuova versione, aggiornata, del catalogo pubblicato da Sigaretten Edizioni Grafiche dal titolo Noi non crediamo nello stile. La ricerca vocale di Demetrio Stratos 1970-1979, comprendente sia il Primo – Amorevolmente progredire, amorevolmente regredendo – che il Secondo movimento, Fino ai limiti dell’impossibile.
Fotografie di Marco Sciotto
DEMETRIO STRATOS – NOTA BIOGRAFICA
Demetrio Stratos (italianizzazione di Efstratios Demetriou) nasce il 22 Aprile 1945 da genitori greci ad Alessandria d’Egitto, dove trascorre i primi tredici anni della sua vita e dove frequenta il Conservatoire National d’Athènes, studiando fisarmonica e pianoforte. A seguito degli eventi politici che coinvolgono l’Egitto, si trasferisce dapprima a Cipro e poi, nel 1962, in Italia, dove si iscrive alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano e fonda, l’anno successivo, un gruppo musicale studentesco all’interno del quale figura inizialmente solo come tastierista e successivamente anche come cantante. Nel 1966 si unisce al gruppo rock I Ribelli, che lascia nel 1970 per fondarne uno proprio con musicisti inglesi. Nello stesso anno, anche grazie all’interesse verso la fase di ‘lallazione’ della figlia Anastassia – nata dal matrimonio con Daniela Ronconi, avvenuto l’anno prima –, prende avvio la sua attenzione e la sua ricerca sulle possibilità della vocalità svincolata da ogni relazione con il linguaggio. Nel 1972 nasce il gruppo Area, che l’anno dopo registrerà per la Cramps Records di Gianni Sassi, già partecipe del gruppo Fluxus, il primo album Arbeit macht frei, con una formazione costituita da Stratos, Giulio Capiozzo, Patrizio Fariselli, Ares Tavolazzi e Giampaolo Tofani. Due anni dopo, nel 1974, si avvicina al pensiero e all’opera di John Cage, di cui interpreterà Sixty-Two Mesostics Re Merce Cunningham per voce non accompagnata e microfono. Negli stessi anni, la sua ricerca pratica si arricchisce dei suoi studi di musicologia comparata, di vocalità etnica, di tecniche orientali e di psicanalisi, con una particolare attenzione verso i rapporti tra linguaggio e psiche. Nel 1976 viene pubblicato il suo primo disco da solista, Metrodora, un lavoro per sola voce che presenta la sua ricerca vocale degli ultimi anni. Contestualmente, collabora con Franco Ferrero del Centro di Studio per le Ricerche di Fonetica presso il C.N.R. di Padova, con il quale indaga le caratteristiche fisiologiche della propria sperimentazione. Nel 1978 pubblica il suo quinto e ultimo disco in studio con gli Area, intitolato 1978, gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano!. Nello stesso anno partecipa, a New York, su invito di John Cage, allo spettacolo Events di Merce Cunningham & Dance Company, al concerto di Cage presso il Teatro Margherita di Genova insieme a Grete Sultan e Paul Zukofsky e, a Bologna, all’evento Il treno di Cage. Alla ricerca del silenzio perduto. Ancora nel 1978 esce, sempre per la Cramps, il suo secondo disco solista, Cantare la voce. Nel 1979 registra Le Milleuna, testo di Nanni Balestrini per l’azione mimica di Valeria Magli e, a Parigi, interpreta per France Culture Pour en finir avec le jugement/28 de dieu di Antonin Artaud. Nello stesso anno progetta, con Paolo Tofani e Mauro Pagani, lo spettacolo Rock’n’roll Exhibition, dedicato ai grandi musicisti del rock anni ’50 e tiene un corso di semiologia della musica contemporanea sulla voce al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. È costretto, però, a rinunciare al progetto – già definito nei dettagli – di insegnare, su proposta di Cage, presso il Center for Music Experiment dell’Università di San Diego, in California, a causa dell’insorgere della malattia che lo con- durrà alla morte il mattino del 13 giugno 1979, al Memorial Hospital di New York. Il concerto che era stato organizzato per il 14 giugno all’Arena di Milano per raccogliere fondi che contribuissero alla degenza di Stratos diviene un grande omaggio di centinaia di musicisti in memoria dell’artista.
MALAGOLA
Ideato e diretto da Ermanna Montanari (fondatrice e direzione artistica delle Albe) e da Enrico Pitozzi (studioso e docente dell’Università di Bologna), è il Centro internazionale di ricerca vocale e sonora che ha sede a Palazzo MALAGOLA, edificio storico di proprietà della Provincia concesso in uso dal Comune di Ravenna. Il Centro è concepito in forte relazione con il Teatro Rasi e, nel quadro della progettualità delle Albe/Ravenna Teatro, ospita attività di ampio respiro tra loro connesse: una scuola di vocalità e di studi sul suono, archivi sonori e audiovisivi, il “Collegio Superiore di Estetica della Scena” che promuove partnership editoriali, incontri, seminari, performance, concerti. Malagola ha ricevuto il Premio Ubu 2022 come progetto speciale e il Premio Radicondoli 2023.
CREDITI
FINO AI LIMITI DELL’IMPOSSIBILE
La ricerca vocale di Demetrio Stratos 1970-1979 secondo movimento
a cura di Ermanna Montanari e Enrico Pitozzi
Ravenna Palazzo MALAGOLA
14-22 dicembre 2024 e 7-31 gennaio 2025
7 – 9 febbraio
14 – 16 febbraio
curatori associati Marco Sciotto, Dario Taraborrelli
Il corso di alta formazione Forme e tecniche della vocalità – gratuito e dedicato a 15 studenti – ha l’obiettivo di preparare e consolidare professionalmente figure che gravitano a diverso titolo nell’ambito della creazione e della comunicazione artistica – nello spettro ampio che va dal teatro (performer, attori e attrici e/o strumentisti/e) alla produzione multimediale (radio, audioguide, audiolibri, ecc.) – la cui pratica è indirizzata ad esplorare la voce e le sue interazioni con il suono e la musica strumentale, elettroacustica ed elettronica.
Tra i docenti dei 5 moduli previsti si segnalano:
Modulo 1 – Il primo modulo è dedicato all’estetica della voce e del suono, ai processi storici e ai principi di composizione vocale e sonora. Tra i docenti: Enrico Pitozzi, Lucia Amara, Nicoletta Di Vita. Modulo 2 – Il secondo modulo si sviluppa in workshop finalizzati ad esplorare la creazione artistica in ambito scenico prevalentemente teatrale. Tra i docenti: Ermanna Montanari, Anna Bonaiuto, Maddalena Crippa, Sandro Lombardi, Valter Malosti, Mirella Mastronardi e Chiara Michelini. Modulo 3 – Il terzo modulo si sviluppa in workshop finalizzati alla trasmissione di conoscenze nell’ambito della progettazione di ambienti sonori multicanale sia scenici che installativi. Tra i docenti: Luigi Ceccarelli e Francesco Giomi. Modulo 4 – Il quarto modulo intende fornire conoscenze nell’ambito dell’anatomia e della fisiologia della voce, incluse nozioni di ordine percettivo inerenti all’ascolto. Tra i docenti: Franco Fussi, Silvia Magnani e Francesca Proia. Modulo 5 – Il quinto modulo riguarda i rudimenti progettuali, organizzativi ed economici che possono permettere ai partecipanti di strutturare la propria posizione professionale, individuando nuovi contesti di impiego. Tra gli insegnamenti: lineamenti di amministrazione e diritto d’autore, produzione e distribuzione, mappatura delle strutture teatrali e dei festival. Tra i docenti: Patrizia Cuoco e Silvia Pagliano.
Sarà Silvia Pagliano ad assumere la direzione organizzativa del progetto, mentre Luca Pagliano avrà la direzione tecnica, lavorando con la squadra organizzativa e tecnica delle Albe/Ravenna Teatro. Tutor sarà Gabriella Birardi Mazzone.
La Scuola di vocalità è segnata dal tratto del disegnatore Stefano Ricci, che ha composto il logo e i materiali, insieme al progetto poetico per i social di Malagola di Marco Sciotto, studioso e responsabile degli archivi.
Tra i partner promotori a livello regionale, nazionale e internazionale che aderiscono al progetto si segnalano: Fondazione Ravenna Manifestazioni-Ravenna Festival, ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione, Fondazione I Teatri, Ater Fondazione, Fondazione Flaminia, Istituzione Biblioteca Classense, Conservatorio Statale di Musica G. Verdi di Ravenna, Mar – Museo d’Arte della Città di Ravenna, Santarcangelo dei Teatri – Santarcangelo Festival, L’arboreto – Teatro Dimora Mondaino, Masque Teatro, Edison Studio, Tempo Reale – Centro di ricerca, produzione e didattica musicale, Start Cinema, BH Audio Srl, Robin Rimbaud Art Foundation, Roy Hart Voice Centre, Italian and American Playwrights project-Umanism LLC- Martin E. Segal Theatre Center.
scadenza invio candidature prorogata al 31 gennaio 2025
a info@malagola.eu | +39 348 1382632 (lun-ven 9-13 e 14-18) info Fb/Ig @MalagolaRavenna | info@malagola.eu
corso di Alta formazione gratuito per 15 studenti Ravenna | da marzo a maggio 2025
448 ore complessive: 348 ore di lezioni in aula, 100 ore di “Project Work”
Requisiti di accesso:
-dai diciotto anni di età;
-residenza o domicilio in Emilia-Romagna;
-titolo di formazione secondaria quinquennale, laurea triennale, magistrale o equipollenti;
-pregresse conoscenze, competenze ed esperienze -almeno triennali- nell’area professionale dello spettacolo acquisite attraverso percorsi formativi formali ed esperienze professionali testate, supportate dall’invio di materiale multimediale;
-comprovate competenze ed esperienze -almeno triennali- nell’ambito della musica strumentale, elettronica ed elettroacustica supportate dall’invio di materiale multimediale.
Al termine sarà rilasciato un attestato di frequenza
Malagola fa parte delle attività di formazione teorico-pratiche avviate dal Centro di produzione ed Ente di formazione Teatro delle Albe/Ravenna Teatro.
Operazione Rif. PA 2024-23089/RER approvata con DGR n. 2287 del 09/12/2024 e cofinanziata con risorse del FSE+ 2021-2027 e della Regione Emilia-Romagna
L’inaugurazione è prevista per le 17:00 del 14 dicembre a Palazzo MALAGOLA a Ravenna, si tratta di una nuova tappa del percorso di valorizzazione dell’inestimabile archivio Demetrio Stratos; la mostra rimarrà aperta dal 14 al 22 dicembre 2024 e dal 7 al 31 gennaio 2025
Verrà inaugurata sabato 14 dicembre a Palazzo MALAGOLA di Ravenna (in via di Roma 118) Fino ai limiti dell’impossibile. La ricerca vocale di Demetrio Stratos 1970-1979. Secondo movimento, la mostra curata dall’artista e co-fondatrice delle AlbeErmanna Montanari e dal docente e studioso Enrico Pitozzi – entrambi ideatori e direttori artistici del Centro internazionale di ricerca vocale e sonora Malagola – che presenta una selezione di materiali dell’Archivio Demetrio Stratos, acquisito alla fine del 2022 dal Comune di Ravenna, con co-finanziamento della Regione Emilia-Romagna, direttamente dalla vedova Stratos Daniela Ronconi Demetriou e che proprio in Malagola ha trovato la sede ideale per la sua cura e la sua fruizione. La mostra, che ha come curatori associati Marco Sciotto e Dario Taraborrelli, è a ingresso gratuito e sarà visitabile fino al 22 dicembre, per poi riaprire dal 7 al 31 gennaio 2025.
Fino ai limiti dell’impossibile è un “secondo movimento”, una nuova preziosa tappa nel percorso di conservazione e valorizzazione di un patrimonio documentale di inestimabile valore riguardante una delle figure più importanti nel campo delle arti performative del Novecento, che ha fatto della ricerca sulla vocalità il tratto distintivo del proprio percorso artistico: arriva infatti a un anno di distanza da Amorevolmente progredire, amorevolmente regredendo, una iniziale esposizione dei primissimi materiali sottoposti a un lavoro di riordino, catalogazione e digitalizzazione (quest’ultima a cura di Istituzione Biblioteca Classense di Ravenna) che ha riscosso subito un notevole successo di pubblico e di studiosi. E che da quel momento è diventata disponibile alla fruizione pubblica.
Se il “primo movimento” presentava un nucleo di materiali riguardanti Demetrio Stratos e il suo rapporto con altri artisti, John Cage su tutti, lo spirito di questo “secondo movimento” è l’apertura della ricerca vocale di Stratos alla dimensione extraeuropea, alle musiche dal mondo e alla loro relazione con la diplofonia e con il canto armonico che in Fino ai limiti dell’impossibile troverà il suo culmine in una delle stanze di Palazzo MALAGOLA appositamente dedicata all’ascolto immersivo.
“Intorno ai limiti del linguaggio prende dunque corpo il secondo movimento dell’esposizione dei materiali. Ed è qui che assumono il loro pieno valore due modi che non solo Stratos pratica, ma che esprime pedagogicamente nella loro piena consapevolezza tecnico-anatomica: il controllo del respiro e la ripetizione, che risuonano sia in Antonin Artaud che nella ricerca da autodidatta sul canto difonico” affermano Enrico Pitozzi ed Ermanna Montanari. “Il controllo del respiro è tecnica ascetica, piena consapevolezza che la voce non inizia ma affiora, s’inscrive in un movimento che già da sempre è presente e si dispiega silente, in attesa che un soffio la esprima, la prema fuori, la lasci affiorare in tutto il suo incanto. Lo sa bene Artaud, nella sua radicale urgenza di rifondare il teatro a partire dalla riscoperta di una parola prima della parola, tensione poetica consegnataci nell’opera Pour en finir avec le jugement de Dieu (1947) che Stratos registrò nel 1978. Così come lo sanno bene i cantori mongoli, e più in generale le tradizioni sonore dell’area del Mediterraneo, che Stratos frequenta assiduamente”.
Alla documentazione appartenente all’archivio – tra cui materiali audiovisivi di performance, lezioni e concerti, appunti preparatori legati alla sua produzione artistica, stampe di fotografi che ne hanno immortalato il lavoro nel corso degli anni, strumenti musicali, oggetti, cimeli, capi d’abbigliamento, libri, dischi in vinile, manifesti relativi tanto al suo lavoro da solista quanto a quello con I Ribelli e con gli Area, copie di tesi di laurea, studi e saggi dedicati alla sua ricerca, la rassegna stampa raccolta nel corso dei decenni, alcuni dei quali sono stati messi in mostra nel 2023 – si aggiungono per questo “secondo movimento” documenti inediti sulle performance di Stratos, a partire da quelle che convocano Antonin Artaud e quelle relative a Le milleuna, lavoro in collaborazione con Nanni Balestrini e la coreografa Valeria Magli. E poi ancora materiali riguardanti la sua partecipazione al progetto/happening del 1978 Il treno di John Cage, il suo contributo come autore delle musiche Satyricon diretto da Gabriele Salvatores nella stagione ’78-79 del Teatro dell’Elfo.
Oltre al focus sulle musiche extra-europee, un altro nucleo tematico attorno al quale è organizzata la mostra è quello sul “gesto”: il gesto vocale, i gesti che mettono in campo il corpo e la voce. “Questi tratti della ricerca vocale di Stratos, possono essere pensati come gesti vocali che – nell’incedere del dittico espositivo – si depositano in tracce di volta in volta specifiche, trovando forma in materiali visivi, negli appunti, negli schizzi, nelle partiture a-sistematiche e nei materiali sonori registrati, restituendoci il profilo di una figura artistica prismatica e insofferente alle definizioni, lontano tanto dalla «scena ufficiale» del rock o del pop quanto da quella «d’autore» di quegli anni” aggiungono i due curatori della mostra e direttori artistici di Malagola.
Ben 7 gli ambienti differenti in cui si articola la mostra: una sala sarà dedicata a manifesti che attraversano la storia degli Area e di Stratos solista, una sala cinema con materiali audiovisivi di lunga durata, una sala dedicata a materiali cartacei e fotografici con frammenti di materiali audiovisivi da fruire in un monitor “d’annata”; tre sale dedicate all’ascolto di cui una per ascolto immersivo, una con proposta di ascolti in cuffia associati a materiali esposti all’interno della sala e una sala con una selezione di ascolti che il pubblico potrà scegliere da un menù touch e che propongono canti e musiche di popoli dal mondo presenti nella collezione di dischi di Stratos e le musiche realizzate per il Satyricon; e, in chiusura, una nicchia contenente una serie di oggetti, cimeli e materiali appartenuti all’artista.
Una grande mostra, dunque, che ancora di più restituisce la stratificazione, la complessità e la multiformità di una personalità artistica come quella di Demetrio Stratos.
Infine, in occasione di questa nuova grande esposizione, verrà realizzata una nuova versione, aggiornata, del catalogo pubblicato da Sigaretten Edizioni Grafiche dal titolo Noi non crediamo nello stile. La ricerca vocale di Demetrio Stratos 1970-1979, comprendente sia il Primo – Amorevolmente progredire, amorevolmente regredendo – che il Secondo movimento, Fino ai limiti dell’impossibile.
DEMETRIO STRATOS – NOTA BIOGRAFICA
Demetrio Stratos (italianizzazione di Efstratios Demetriou) nasce il 22 Aprile 1945 da genitori greci ad Alessandria d’Egitto, dove trascorre i primi tredici anni della sua vita e dove frequenta il Conservatoire National d’Athènes, studiando fisarmonica e pianoforte. A seguito degli eventi politici che coinvolgono l’Egitto, si trasferisce dapprima a Cipro e poi, nel 1962, in Italia, dove si iscrive alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano e fonda, l’anno successivo, un gruppo musicale studentesco all’interno del quale figura inizialmente solo come tastierista e successivamente anche come cantante. Nel 1966 si unisce al gruppo rock I Ribelli, che lascia nel 1970 per fondarne uno proprio con musicisti inglesi. Nello stesso anno, anche grazie all’interesse verso la fase di ‘lallazione’ della figlia Anastassia – nata dal matrimonio con Daniela Ronconi, avvenuto l’anno prima –, prende avvio la sua attenzione e la sua ricerca sulle possibilità della vocalità svincolata da ogni relazione con il linguaggio. Nel 1972 nasce il gruppo Area, che l’anno dopo registrerà per la Cramps Records di Gianni Sassi, già partecipe del gruppo Fluxus, il primo album Arbeit macht frei, con una formazione costituita da Stratos, Giulio Capiozzo, Patrizio Fariselli, Ares Tavolazzi e Giampaolo Tofani. Due anni dopo, nel 1974, si avvicina al pensiero e all’opera di John Cage, di cui interpreterà Sixty-Two Mesostics Re Merce Cunningham per voce non accompagnata e microfono. Negli stessi anni, la sua ricerca pratica si arricchisce dei suoi studi di musicologia comparata, di vocalità etnica, di tecniche orientali e di psicanalisi, con una particolare attenzione verso i rapporti tra linguaggio e psiche. Nel 1976 viene pubblicato il suo primo disco da solista, Metrodora, un lavoro per sola voce che presenta la sua ricerca vocale degli ultimi anni. Contestualmente, collabora con Franco Ferrero del Centro di Studio per le Ricerche di Fonetica presso il C.N.R. di Padova, con il quale indaga le caratteristiche fisiologiche della propria sperimentazione. Nel 1978 pubblica il suo quinto e ultimo disco in studio con gli Area, intitolato 1978, gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano!. Nello stesso anno partecipa, a New York, su invito di John Cage, allo spettacolo Events di Merce Cunningham & Dance Company, al concerto di Cage presso il Teatro Margherita di Genova insieme a Grete Sultan e Paul Zukofsky e, a Bologna, all’evento Il treno di Cage. Alla ricerca del silenzio perduto. Ancora nel 1978 esce, sempre per la Cramps, il suo secondo disco solista, Cantare la voce. Nel 1979 registra Le Milleuna, testo di Nanni Balestrini per l’azione mimica di Valeria Magli e, a Parigi, interpreta per France Culture Pour en finir avec le jugement/28 de dieu di Antonin Artaud. Nello stesso anno progetta, con Paolo Tofani e Mauro Pagani, lo spettacolo Rock’n’roll Exhibition, dedicato ai grandi musicisti del rock anni ’50 e tiene un corso di semiologia della musica contemporanea sulla voce al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. È costretto, però, a rinunciare al progetto – già definito nei dettagli – di insegnare, su proposta di Cage, presso il Center for Music Experiment dell’Università di San Diego, in California, a causa dell’insorgere della malattia che lo con- durrà alla morte il mattino del 13 giugno 1979, al Memorial Hospital di New York. Il concerto che era stato organizzato per il 14 giugno all’Arena di Milano per raccogliere fondi che contribuissero alla degenza di Stratos diviene un grande omaggio di centinaia di musicisti in memoria dell’artista.
MALAGOLA
Ideato e diretto da Ermanna Montanari (fondatrice e direzione artistica delle Albe) e da Enrico Pitozzi (studioso e docente dell’Università di Bologna), è il Centro internazionale di ricerca vocale e sonora che ha sede a Palazzo MALAGOLA, edificio storico di proprietà della Provincia concesso in uso dal Comune di Ravenna. Il Centro è concepito in forte relazione con il Teatro Rasi e, nel quadro della progettualità delle Albe/Ravenna Teatro, ospita attività di ampio respiro tra loro connesse: una scuola di vocalità e di studi sul suono, archivi sonori e audiovisivi, il “Collegio Superiore di Estetica della Scena” che promuove partnership editoriali, incontri, seminari, performance, concerti. Malagola ha ricevuto il Premio Ubu 2022 come progetto speciale e il Premio Radicondoli 2023.
CREDITI
FINO AI LIMITI DELL’IMPOSSIBILE
La ricerca vocale di Demetrio Stratos 1970-1979 secondo movimento
a cura di Ermanna Montanari e Enrico Pitozzi
Ravenna
Palazzo Malagola
14-22 dicembre 2024 e 7-31 gennaio 2025
curatori associati Marco Sciotto, Dario Taraborrelli
Biglietti in promozione a partire da 10€… ma affrettati!
Hai tempo soltanto dalle ore 10.00 alle ore 13.00 di venerdì 29 novembre.
Come acquistare:
– via telefono pagando con carta di credito o Satispay, al numero 0544 249244
– presso la biglietteria del Teatro Alighieri dalle ore 10 alle ore 13 (via Mariani, 2)
Offerta valida sui seguenti titoli della La Stagione dei Teatri, secondo disponibilità di posto.
da Paolo Villaggio • drammaturgia Gianni Fantoni, Davide Livermore, Andrea Porcheddu, Carlo Sciaccaluga • con Gianni Fantoni, Paolo Cresta, Cristiano Dessì, Lorenzo Fontana, Rossana Gay, Marcello Gravina, Simonetta Guarino, Ludovica Iannetti, Valentina Virando • regia Davide Livermore • produzione Teatro Nazionale di Genova, Enfi Teatro, Nuovo Teatro Parioli, Geco Animation
Posti di Galleria e IV ordine
Teatro Alighieri
giovedì 6, venerdì 7, sabato 8 febbraio ore 21:00,
domenica 9 febbraio ore 15:30
scritto e diretto da Marco Baliani • con Marco Artusi, Maria Celeste Carobene, Miguel Gobbo Diaz, Margherita Mannino, Valerio Mazzucato, Andrea Pennacchi, Anna Tringali • musiche eseguite dal vivo da Matteo Nicolin e Riccardo Nicolin • coproduzione Gli Ipocriti Melina Balsamo, TSV-Teatro Stabile del Veneto
dal romanzo di Nicola Lagioia • ideazione VicoQuartoMazzini • regia Michele Altamura, Gabriele Paolocà • adattamento Linda Dalisi • con Michele Altamura, Leonardo Capuano, Enrico Casale, Gaetano Colella, Francesca Mazza, Marco Morellini, Gabriele Paolocà, Andrea Volpetti • produzione SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione, Elsinor Centro di Produzione Teatrale, LAC Lugano Arte e Cultura, Romaeuropa Festival, Teatri di Bari, Teatro Nazionale
Teatro Alighieri
giovedì 20, venerdì 21, sabato 22 marzo ore 21:00,
domenica 23 marzo ore 15:30
di Orson Welles adattato – prevalentemente in versi sciolti – dal romanzo di Herman Melville • traduzione Cristina Viti • uno spettacolo di Elio De Capitani • con Elio De Capitani e Cristina Crippa, Angelo Di Genio, Marco Bonadei, Enzo Curcurù, Alessandro Lussiana, Massimo Somaglino, Michele Costabile, Giulia Viana, Vincenzo Zampa, Mario Arcari • coproduzione Teatro dell’Elfo, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
Teatro Alighieri
giovedì 3, venerdì 4, sabato 5 aprile ore 21:00,
domenica 6 aprile ore 15:30
creazione Sotterraneo • ideazione e regia Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Daniele Villa • con Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Lorenza Guerrini, Daniele Pennati, Giulio Santolini • scrittura Daniele Villa • produzione Sotterraneo • coproduzione Marche Teatro, Associazione Teatrale Pistoiese, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, Teatro Nacional D. Maria II
di Ingmar Bergman • traduzione Roberto Zatti • regia Roberto Andò • con Renato Carpentieri, Alvia Reale, Elia Schilton, Caterina Tieghi • produzione Teatro di Napoli-Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova, Teatro Biondo Palermo
SPETTACOLI A 10€
Teatro Rasi
da martedì 3 a domenica 15 dicembre ore 21:00 (domenica ore 15.30)
pausa lunedì 9 dicembre
di Marco Martinelli • in scena Marco Cacciola • disegno luci Luca Pagliano • scenografia Edoardo Sanchi • musiche originali e sound design Marco Olivieri • tecnico audio Paolo Baldini • realizzazione immagini video Filippo Ianiero • tecnici video Filippo Ianiero, Fagio • realizzazione scene Antonio Barbadoro • con la squadra tecnica delle Albe Alessandro Pippo Bonoli, Gilberto Bonzi, Fabio Ceroni, Enrico Isola, Danilo Maniscalco, Lorenzo Parisi in collaborazione con Rinaldo Rinaldi • assistente alla scenografia Laura Pigazzini • consulenza linguistica Valeria Pollice, Gianni Vastarella • organizzazione Silvia Pagliano, Francesca Venturi • ufficio stampa Alessandro Gambino-GDG Press, Federica Ferruzzi • fotografie dello spettacolo Enrico Fedrigoli • ideazione Marco Martinelli, Ermanna Montanari • regia Marco Martinelli • coproduzione Albe / Ravenna Teatro – Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
Teatro Rasi
giovedì 9, venerdì 10, sabato 11 gennaio
ore 21:00
di Pier Vittorio Tondelli • adattamento e regia Licia Lanera • con Giandomenico Cupaiuolo, Danilo Giuva, Licia Lanera, Roberto Magnani • luci Martin Palma • sound design Francesco Curci • costumi Angela Tomasicchio • aiuto regia Nina Martorana • tecnici di compagnia Massimiliano Tane, Laura Bizzoca • “Sono un ribelle mamma” suonata dai Sunday Beens • produzione Compagnia Licia Lanera • in coproduzione con Albe/Ravenna Teatro • si ringrazia Compagnia La Luna nel Letto
Il testo “Altri Libertini” è edito da Feltrinelli
ridotto del Teatro Rasi
giovedì 30 gennaio ore 21:00, venerdì 31 gennaio ore 19:00,
sabato 1 febbraio ore 21:30
ideazione, regia, luci, progetto sonoro Luigi De Angelis • drammaturgia e costumi Chiara Lagani • con Andrea Argentieri • produzione E Production/Fanny & Alexander in collaborazione Olinda/TeatroLaCucina
Teatro Rasi
venerdì 31 gennaio ore 21:00,
sabato 1 febbraio ore 19:00
tratto dal romanzo di Sheila Heti (Sellerio editore) • drammaturgia Chiara Lagani • regia, luci, progetto sonoro Luigi De Angelis • con Chiara Lagani • architettura software multiscelta Vincenzo Scorza • produzione E Production/Fanny & Alexander
di Spiro Scimone • regia Francesco Sframeli • con Francesco Sframeli, Spiro Scimone, Gianluca Cesale, Giulia Weber • produzione Associazione Culturale Scimone Sframeli/Teatro Metastasio di Prato in collaborazione con Istituzione Teatro Comunale Cagli
Teatro Rasi
martedì 4, mercoledì 5 marzo ore 21:00
di Shelagh Stephenson, 1996 An Intimate drama tradotto da Irena Duša Draž • regia Maša Pelko • dramaturg Tereza Gregorič • con Ivana Percan Kodarin, Anuša Kodelja k.g., Marjuta Slamič
di Enrico Castellani e Valeria Raimondi • con Ettore Castellani e Orlando Castellani e con Valeria Raimondi, Enrico Castellani, Luca Scotton • produzione Babilonia Teatri, La Corte Ospitale • coproduzione Operaestate Festival Veneto in collaborazione con Dialoghi – Residenze delle Arti Performative a Villa Manin 2021
Si apre, a partire da lunedì 22 luglio, la campagna abbonamenti de La Stagione dei Teatriorganizzata da Ravenna Teatro insieme al Comune di Ravenna. Come di consueto, saranno i due teatri della città, Rasi e Alighieri, ad accogliere la Stagione tra novembre e aprile.
La nuova Stagione dei Teatri sarà caratterizzata da affondi in una tradizione rivisitata, come nel caso degli spettacoli Arlecchino? e Moby Dick alla prova, firmati rispettivamente dal regista Marco Baliani e da Elio De Capitani, considerazioni sul tema del lavoro, introdotte dal ragionere più famoso d’Italia, Ugo Fantozzi, qui impersonato dal comico Gianni Fantoni, riflessioni sull’essere donna, ieri come oggi, proposte da Marta Cuscunà, Geppi Cucciari, Concita De Gregorio, Maša Pelko e Chiara Lagani, introspezioni nell’animo umano fornite dal lavoro di Nicola Lagioia – che dà il titolo allo spettacolo della compagnia VicoQuartoMazzini, La ferocia – così come avviene in Via del popolo. La prossima Stagione sarà inoltre caratterizzata dal nuovo lavoro ideato da Marco Martinelli e Ermanna Montanari e dedicato alla figura di Gian Lorenzo Bernini.
La formula relativa agli abbonamenti prevede sei titoli fissi e due a scelta, per un totale di venti appuntamenti.
Il cartellone conterrà sei spettacoli fissi e quattordici a scelta e da lunedì 22 luglio sarà possibile sottoscrivere l’abbonamento alla Stagione teatrale creando un proprio percorso di partecipazione: chi lo farà entro il 3 agosto potrà usufruire di tariffe scontate e posti migliori per gli spettacoli a scelta.
I sei spettacoli fissi, programmati al Teatro Alighieri, sono: Perfetta, un testo di Mattia Torre interpretato da Geppi Cucciari che ricorda quanto il ciclo mestruale influenzi la vita delle donne; Lettere a Bernini, il nuovo lavoro del regista ravennate Marco Martinelli sul maggiore esponente dell’arte figurativa barocca, Gian Lorenzo Bernini; Fantozzi. Una tragedia, con la regia di Davide Livermore che guida sulla scena Gianni Fantoni per immortalare il ragioniere più famoso d’Italia; Arlecchino? uno spettacolo di Marco Baliani, con protagonista Andrea Pennacchi, che racconta di un’Italia piena di contraddizioni; Moby Dickalla prova, in cui Elio De Capitani che si rifà all’adattamento di Orson Welles del romanzo di Melville; L’angelo della storia, uno spettacolo di Teatro Sotterraneo che trae spunto dall’ultimo lavoro di Walter Benjamin e che rappresenta la metafora del progresso che avanza.
Nella rosa dei titoli che compongono gli spettacoli a scelta compaiono invece Altri libertini, tratto dall’omonimo romanzo di Pier Vittorio Tondelli, con la regia di Licia Lanera e la presenza, tra gli altri, dell’attore delle Albe Roberto Magnani; Impronte dell’anima, in omaggio alla giornata della memoria; i due progetti di Fanny &Alexander dal titolo Manson e Maternità; lo spettacolo Un’ultima cosa. Cinque invettive, sette donne e un funerale, che vede in scena la giornalista Concita De Gregorio e la cantautrice Erica Mou; Fratellina, spettacolo vincitore del Premio Le Maschere del Teatro 2023; Via del popolo, di e con Saverio La Ruina; Five Kinds Of Silence, della regista slovena Maša Pelko che affronta il dramma della violenza familiare; My Body Solo, uno spettacolo prodotto da Nanou; Mulinobianco. Back to the green future, una riflessione di Babilonia Teatri sull’ambiente; La ferocia, tratto dall’omonimo capolavoro di Nicola Lagioia; Voodoo, uno spettacolo di Masque Teatro; La semplicità ingannata. Satira per attrici e pupazze sul lusso di essere donne, in cui Marta Cuscunà si interroga sulla condizione femminile prendendo spunto dalla resistenza attuata dalle monache del convento di Santa Chiara di Udine nel ‘500. Chiude il cartellone lo spettacolo Sarabanda, regia di Roberto Andò con Renato Carpentieri, ispirato all’opera di Ingmar Bergman, sul confine labile tra teatro e cinema.
Anche quest’anno Ravenna Teatro torna ad offrire ai residenti delle Circoscrizioni Nord e Sud del comune di Ravenna e ai residenti di quelli di Voltana e Alfonsine l’opportunità di recarsi a teatro usufruendo di un servizio di trasporto gratuito. Abbonamento più navetta 146 euro / under 26 50 euro.
Grande attenzione continua infine ad essere riservata anche a chi ha meno di 26 anni, che potrà usufruire di abbonamenti a prezzi popolari.
di Marco Martinelli • con Marco Cacciola • ideazione Marco Martinelli e Ermanna Montanari • regia Marco Martinelli • coproduzione Albe/Ravenna Teatro, Emilia Romagna Teatro ERT/Teatro
Teatro Alighieri
giovedì 23, venerdì 24, sabato 25 gennaio ore 21:00,
domenica 26 gennaio ore 15:30
da Paolo Villaggio • drammaturgia Gianni Fantoni, Davide Livermore, Andrea Porcheddu, Carlo Sciaccaluga • con Gianni Fantoni, Paolo Cresta, Cristiano Dessì, Lorenzo Fontana, Rossana Gay, Marcello Gravina, Simonetta Guarino, Ludovica Iannetti, Valentina Virando • regia Davide Livermore • produzione Teatro Nazionale di Genova, Enfi Teatro, Nuovo Teatro Parioli, Geco Animation
Teatro Alighieri
giovedì 6, venerdì 7, sabato 8 febbraio ore 21:00,
domenica 9 febbraio ore 15:30
scritto e diretto da Marco Baliani • con Marco Artusi, Maria Celeste Carobene, Miguel Gobbo Diaz, Margherita Mannino, Valerio Mazzucato, Andrea Pennacchi, Anna Tringali • musiche eseguite dal vivo da Matteo Nicolin e Riccardo Nicolin • coproduzione Gli Ipocriti Melina Balsamo, TSV-Teatro Stabile del Veneto
Teatro Alighieri
giovedì 20, venerdì 21, sabato 22 marzo ore 21:00,
domenica 23 marzo ore 15:30
di Orson Welles adattato – prevalentemente in versi sciolti – dal romanzo di Herman Melville • traduzione Cristina Viti • uno spettacolo di Elio De Capitani • con Elio De Capitani e Cristina Crippa, Angelo Di Genio, Marco Bonadei, Enzo Curcurù, Alessandro Lussiana, Massimo Somaglino, Michele Costabile, Giulia Viana, Vincenzo Zampa, Mario Arcari • coproduzione Teatro dell’Elfo, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
Teatro Alighieri
giovedì 3, venerdì 4, sabato 5 aprile ore 21:00,
domenica 6 aprile ore 15:30
creazione Sotterraneo • ideazione e regia Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Daniele Villa • con Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Lorenza Guerrini, Daniele Pennati, Giulio Santolini • scrittura Daniele Villa • produzione Sotterraneo • coproduzione Marche Teatro, Associazione Teatrale Pistoiese, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, Teatro Nacional D. Maria II
TITOLI A SCELTA
Teatro Rasi
giovedì 9, venerdì 10, sabato 11 gennaio
ore 21:00
di Giovanni De Martis e Antonio Viganò • con Mathias Dallinger, Jason De Majo, Edoardo Fattor, Michele Fiocchi, Paolo Grossi, Paola Guerra, Stefania Mazzilli Muratori, Johannes Notdurfter, Michael Untertrifaller • regia Antonio Viganò • produzione Teatro Stabile di Bolzano, Teatro la Ribalta-Kunst Der Vielfalt in collaborazione con Theatraki e Lebenshilfe Südtirol
ridotto del Teatro Rasi
giovedì 30 gennaio ore 21:00, venerdì 31 gennaio ore 19:00,
sabato 1 febbraio ore 21:30
ideazione, regia, luci, progetto sonoro Luigi De Angelis • drammaturgia e costumi Chiara Lagani • con Andrea Argentieri • produzione E Production/Fanny & Alexander in collaborazione Olinda/TeatroLaCucina
Teatro Rasi
venerdì 31 gennaio ore 21:00,
sabato 1 febbraio ore 19:00
tratto dal romanzo di Sheila Heti (Sellerio editore) • drammaturgia Chiara Lagani • regia, luci, progetto sonoro Luigi De Angelis • con Chiara Lagani • architettura software multiscelta Vincenzo Scorza • produzione E Production/Fanny & Alexander
di Spiro Scimone • regia Francesco Sframeli • con Francesco Sframeli, Spiro Scimone, Gianluca Cesale, Giulia Weber • produzione Associazione Culturale Scimone Sframeli/Teatro Metastasio di Prato in collaborazione con Istituzione Teatro Comunale Cagli
di Shelagh Stephenson, 1996 An Intimate drama tradotto da Irena Duša Draž • regia Maša Pelko • dramaturg Tereza Gregorič • con Ivana Percan Kodarin, Anuša Kodelja k.g., Marjuta Slamič
di Enrico Castellani e Valeria Raimondi • con Ettore Castellani e Orlando Castellani e con Valeria Raimondi, Enrico Castellani, Luca Scotton • produzione Babilonia Teatri, La Corte Ospitale • coproduzione Operaestate Festival Veneto in collaborazione con Dialoghi – Residenze delle Arti Performative a Villa Manin 2021
dal romanzo di Nicola Lagioia • ideazione VicoQuartoMazzini • regia Michele Altamura, Gabriele Paolocà • adattamento Linda Dalisi • con Michele Altamura, Leonardo Capuano, Enrico Casale, Gaetano Colella, Francesca Mazza, Marco Morellini, Gabriele Paolocà, Andrea Volpetti • produzione SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione, Elsinor Centro di Produzione Teatrale, LAC Lugano Arte e Cultura, Romaeuropa Festival, Teatri di Bari, Teatro Nazionale
liberamente ispirato alle opere letterarie di Arcangela Tarabotti e alla vicenda delle Clarisse di Udine • di e con Marta Cuscunà • coproduzione Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto
di Ingmar Bergman • traduzione Roberto Zatti • regia Roberto Andò • con Renato Carpentieri, Alvia Reale, Elia Schilton, Caterina Tieghi • produzione Teatro di Napoli-Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova, Teatro Biondo Palermo
ABBONAMENTI
È possibile rinnovare o acquistare l’abbonamento da lunedì 22 luglio a sabato 3 agosto e da lunedì 9 settembre a lunedì 4 novembre.
Abbonarsi d’estate consente di accedere a tariffe scontate e di riservarsi i posti migliori per i titoli a scelta.
Il diritto di prelazione scade giovedì 17 ottobre.
Si invita a rispettare i turni assegnati e le date scelte. Il cambio turno deve essere comunicato alla biglietteria prima della data di spettacolo. L’abbonato potrà garantirsi un posto tra quelli ancora disponibili in un’altra serata al costo di 5€. I turni per Perfetta sono: venerdì 22 novembre turno B, sabato 23 novembre turno C, sabato 12 aprile turno A, domenica 13 aprile turno D.
L’abbonamento conta 8 appuntamenti 6 titoli fissi: Perfetta, Lettere a Bernini, Fantozzi. Una tragedia, Arlecchino?, Moby Dick alla prova, L’angelo della storia 2 titoli a scelta tra:
Altri libertini, Impronte dell’anima, Manson, Maternità, Un’ultima cosa. Cinque invettive, sette donne e un funerale, Fratellina, Via del popolo, Five Kinds Of Silence, My body solo, MulinoBianco, La ferocia, Voodoo, La semplicità ingannata, Sarabanda
Da lunedì 22 luglio a sabato 3 agosto
Platea e palco I, II e III ordine Teatro Alighieri, I settore Teatro Rasi
intero 154 €, ridotto* 138 €, under26 50 €, Ti presento i miei (under20+genitore) 160 €
Galleria e palco IV ordine Teatro Alighieri, II settore Teatro Rasi
intero 107 €, ridotto* 96 €, under26 40 €, Ti presento i miei (under20+genitore) 116 €
Loggione Teatro Alighieri, II settore Teatro Rasi
intero 55 €, under26 38 €
Da lunedì 9 settembre a lunedì 4 novembre
Platea e palco I, II e III ordine Teatro Alighieri, I settore Teatro Rasi
intero 165 €, ridotto* 146 €, under26 50 €, Ti presento i miei (under20+genitore) 167 €
Galleria e palco IV ordine Teatro Alighieri, II settore Teatro Rasi
intero 113 €, ridotto* 103 €, under26 40 €, Ti presento i miei (under20+genitore) 122 €
Loggione Teatro Alighieri, II settore Teatro Rasi
intero 55 €, under26 38 €
BIGLIETTI
I biglietti sono in vendita da sabato 9 novembre presso il Teatro Alighieri; telefonicamente con carta di credito o Satispay; su questo sito; presso le agenzie de La Cassa di Ravenna Spa e Iat Ravenna. Il servizio di prevendita comporta la maggiorazione del 10% sul prezzo del biglietto.
I biglietti per gli spettacoli inseriti in Prologo sono in vendita dal 5 settembre.
Prezzi e modalità di acquisto su BIGLIETTERIA.
Teatro Alighieri
Platea e palco I, II e III ordine intero 26 € ridotto* 22 € under26 10 €
Galleria e palco IV ordine intero 18 € ridotto* 16 € under26 10 €
Loggione intero 9,00 € under26 6 €
Perfetta
Platea e palco I, II e III ordine 40 €
Galleria e palco IV ordine 35 €
Loggione 20 €
*Cral aziendali, gruppi organizzati, docenti, oltre i 65 anni, TCI Touring Club Italiano, soci Coop Alleanza 3.0, Esp Club Card, soci Credito Cooperativo, Arci, Ali Intesa Sanpaolo, Avis, Amici di RavennAntica, Capit, Assicoop, Confcooperative, Coldiretti, Cna, Legacoop, Stadera, Unipol e Euro Company.
Tutte le informazioni sui vantaggi e le promozioni per gli abbonati, Cral aziendali, gruppi organizzati e gruppi scolastici, Ti presento i miei e il servizio di trasporto gratuito per gli spettatori del forese e di Alfonsine sono pubblicate su CONVENZIONI
La seconda anta del progetto triennale (2023-2025) che i due direttori artistici delle Albe, Ermanna Montanari e Marco Martinelli, dedicano all’opera-mondo di Cervantes, continua nel solco del Cantiere Malagola, che porta avanti l’eredità del Cantiere Dante che dal 2017 al 2022 ha coinvolto migliaia di cittadini nella messa in scena delle cantiche della Divina Commedia. Dopo la prima anta, che parte e si sviluppa negli spazi dell’omonimo Palazzo Malagola, sede del Centro di ricerca vocale e sonora fondato e diretto proprio da Montanari insieme a Enrico Pitozzi, la seconda toccherà quest’anno il Palazzo di Teodorico e proseguirà con la processione degli “erranti”che fuggono dal rogo dei libri, l’episodio con cui si è conclusa, lo scorso anno, la prima anta. I maghi (Hermanita e Marcus, alias Ermanna Montanari e Marco Martinelli), insieme agli erranti e alle maschere (Don Chisciotte, Dulcinea, Sancio, alias Roberto Magnani, Laura Redaelli e Alessandro Argnani) arrivano alle rovine di un “palazzo”: passano attraverso un corridoio di muri e accedono a un prato. Lì i due maghi e le maschere si ispirano alla “schiava di Algeri”, novella centrale nella polifonia del romanzo di Cervantes, che da Martinelli e Montanari viene riletta alla luce della più bruciante attualità. Anche in questa parte, si pone l’accento sulla relazione articolata e drammatica tra realtà e sogno.
Spiegano Montanari e Martinelli: “Si tratta ogni volta di ‘mettere in vita’ un classico e, al contempo, di ‘mettere in scena’ Ravenna: negli anni Dante ha passato il testimone a Cervantes, la prima ‘Chiamata pubblica’ è avvenuta nel 2016, ma l’entusiasmo delle cittadine e dei cittadini nella creazione corale è rimasto immutato, segno che il teatro mantiene la sua forza dirompente quando, alla verticalità solitaria dell’arte, sa intrecciare l’orizzonte plurale dei corpi”.
“Ogni anno con le Albe – dichiara Franco Masotti, direttore artistico del Ravenna Festival – si rinnova un’avventura che coinvolge, grazie a una sapienza e a una capacità collaudata nel corso di tanti anni di lavoro, tutta la città: sia i suoi luoghi, anche i più segreti e appartati come quest’anno il Palazzo di Teodorico, sia i cittadini che rispondono, fedeli e sempre entusiasti, alla ‘Chiamata pubblica’. Arte e cittadinanza, un binomio che diventa ancora una volta protagonista trovando sempre nel Ravenna Festival il suo immancabile ‘compagno di strada’”.
Commenta Andrea Sardo, direttore dei Musei nazionali di Ravenna: “Sono sinceramente soddisfatto di questa opportunità di partecipazione alla vita culturale della città. Il Palazzo, che insieme alla Basilica di Classe, al Battistero degli Ariani, al Mausoleo di Teodorico e al museo nazionale, è parte del nuovo istituto autonomo dei Musei nazionali di Ravenna, con la sua enigmatica suggestione mi pare davvero una perfetta quinta scenica che aggiunge al geniale percorso drammaturgico la storicità evocativa del luogo teodoriciano, così cara ai ravennati”.
Prosegue Sandra Manara, direttrice del sito del Palazzo di Teodorico: “Siamo contenti di aprire, ancora una volta, le porte del Palazzo alla città di Ravenna. In passato, con le rassegne ‘Musica a Palazzo’, avevamo fatto conoscere questo gioiello dimenticato attraverso i giovani allievi degli istituti musicali, mentre quest’anno e il prossimo saranno due artisti pluripremiati, con il loro Teatro delle Albe, e insieme a Ravenna Festival, a farlo vivere con centinaia di cittadine e cittadini che hanno dimostrato grande partecipazione e senso di appartenenza”.
Anche quest’anno il progetto vedrà la partecipazione, insieme alle cittadine e ai cittadini di Ravenna, di “tribù” (gruppi composti da ragazzi e ragazze che hanno partecipato a laboratori di non-scuola) non solo da diverse parti d’Italia, da Torino a Matera a Lecce, ma anche dall’estero, ad esempio da Pristina e da Londra.
Il percorso drammaturgico, vocale e sonoro, vedrà, oltre ai cittadini e alle cittadine della Chiamata Pubblica, gli attori delle Albe insieme a Martinelli e Montanari. In scena ci saranno Alessandro Argnani, Luca Fagioli, Roberto Magnani, Laura Redaelli, Marco Saccomandi. Guide saranno Cinzia Baccinelli, Alice Billò, Vittoria Nicita, Marco Saccomandi, Marco Sciotto e Anna-Lou Toudjian.
Le musiche sono state composte e saranno eseguite dal gruppo Leda: Serena Abrami, voce/synth; Enrico Vitali, chitarre; Fabrizio Baioni e Paolo Baioni, batteria/impulsi e segnali metallici; Giorgio Baioni, basso. Sound design Marco Olivieri, disegno dal vivo Stefano Ricci, spazio scenico Ludovica Diomedi, Elisa Gelmi, Matilde Grossi; costumi Federica Famà, Flavia Ruggeri; disegno luci Luca Pagliano, Marcello Maggiori; direzione tecnica Luca Pagliano, Alessandro Pippo Bonoli e Luca Fagioli.
MALAGOLA è tra i 400 partecipanti dell’8^edizione del Concorso Art Bonus 2024, organizzato dal Ministero della Cultura, ALES Spa e Promo PA Fondazione – LuBec per offrire visibilità e riconoscimento agli enti promotori di raccolte Art Bonus e ai loro donatori.
Fotografie di Enrico Fedrigoli
Il voto permetterà di mettere ancor più in luce le attività del centro di ricerca vocale e sonora ravennate, un unicum in Italia e dal respiro internazionale, che ha la sua radice nel lavoro pluripremiato e quarantennale di Ermanna Montanari (otto volte premio Ubu, Premio Duse, Golden Laurel, Premio Lo straniero “dedicato alla memoria di Carmelo Bene”) sulla poetica della voce, nello studio delle forme sceniche ibride dello studioso e docente dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna Enrico Pitozzi e nel loro dialogo ultradecennale.
C’è tempo per votare fino al 1° marzo e basta un click:
L’obiettivo del concorso è anche quello di far conoscere questa modalità di sovvenzionare la cultura, le cui donazioni godono di un beneficio fiscale del 65%.
È aperto fino al 22 febbraio il bando per candidarsi al corso di formazione permanente gratuito dal titolo Sound Design nelle performing arts diretto da Ermanna Montanari e Enrico Pitozzi con il sound designer Marco Olivieri e il light designer e direttore tecnico Luca Pagliano.
MALAGOLA – ideato e diretto da Ermanna Montanari, co-fondatrice e direzione artistica delle Albe, e dallo studioso e docente dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Enrico Pitozzi – è nato nell’ottobre del 2021 e raccoglie attività dal respiro internazionale collegate tra loro: la scuola, archivi sonori e audiovisivi tra i quali l’Archivio Demetrio Stratos, il Collegio Superiore di Estetica della Scena che promuove partnership editoriali, incontri, seminari, performance, concerti.
Il corso di formazione permanente Sound Design nelle performing arts – gratuito e dedicato a 13 studenti – mira a consolidare e/o riqualificare figure professionali che gravitano a diverso titolo intorno alle competenze connesse al sound design negli ambiti di produzione artistica, dalle arti performative alle installazioni, dai live set a quelli museali e radiofonici, così da delineare figure di alto profilo tecnico, realizzatori di progetti artistici fondati sulla spazializzazione, modellizzazione e registrazione-documentazione del suono. È pensato in sinergia con il progetto di alta formazione artistica, al fine di creare una filiera di competenze sia artistiche che tecniche nelle attività del centro.
Tra i docenti dei 3 moduli in cui si articola il corso, insieme ai direttori artistici Montanari e Pitozzi, al sound designer Marco Olivieri e al light designer e direttore tecnico Luca Pagliano, ci saranno diverse figure di primo piano che hanno elaborato sia strumenti che prospettive metodologiche di lavoro sul suono e la sua diffusione in spazi architettonicamente diversi, senza dimenticare l’incontro con artiste/i che hanno impiegato questi sistemi nella realizzazione delle loro opere, come: Nicola Prodi, Simone Corelli, Hubert Westkemper, Luigi Agostini, Massimo Carli, Robin Rimbaud aka Scanner.
La Scuola di vocalità è segnata dal tratto del disegnatore Stefano Ricci, che ha composto il logo e i materiali, insieme al progetto poetico per i social di Malagola di Marco Sciotto, studioso e responsabile degli archivi.
Tra i partner promotori a livello regionale, nazionale e internazionale che aderiscono al progetto: Fondazione Ravenna Manifestazioni-Ravenna Festival, Consorzio Digitalia, ERT- Emilia Romagna Teatro, Fondazione I Teatri, Istituto Superiore di Studi Musicali G. Verdi, Santarcangelo dei Teatri – Santarcangelo Festival, BH Audio, Tempi Tecnici Società Cooperativa, Robin Rimbaud Art Foundation.
SOUND DESIGN NELLE PERFORMING ARTS
corso di formazione permanente per 13 studenti Ravenna | da aprile a maggio 2024
150 ore complessive: 100 ore di lezioni in aula, 50 ore di “Project Work”
Requisiti di accesso:
abbiano residenza o domicilio sul territorio della Regione Emilia-Romagna;
siano dotati di titolo di formazione secondaria;
abbiano pregresse conoscenze, competenze ed esperienze professionali inerenti all’utilizzo e alla gestione di sistemi audio professionali (nell’ambito di teatro, cinema,danza, musica, multimedia, ecc.) acquisite attraverso percorsi formativi formali di formazione terziaria coerenti ed esperienze professionali testate;
abbiano comprovate competenze ed esperienze nei settori musicali (musica strumentale, elettronica ed elettroacustica) e conoscenza delle principali tecnologie applicate alla spazializzazione e ai sistemi di modellizzazione del suono.
Al termine sarà rilasciato un attestato di frequenza
Malagola fa parte delle attività di formazione teorico-pratiche avviate dal Centro di produzione ed Ente di formazione Teatro delle Albe/Ravenna Teatro.
Operazione Rif. PA 2023-20219/RER approvata con DGR n. 2096 del 04/12/2023 e cofinanziata con risorse del FSE+ 2021-2027 e della Regione Emilia-Romagna
Il corso di alta formazione Estetiche e tecniche della ricerca vocale e sonora – gratuito e dedicato a 15 studenti – ha l’obiettivo di preparare e consolidare professionalmente figure che gravitano a diverso titolo nell’ambito della creazione artistica multidisciplinare, rafforzando competenze che vanno dalle arti della scena (performer, cantanti, attori/attrici e/o strumentisti/e), alla realizzazione di installazioni audiovisive e/o alla produzione multimediale (radiofonia, audioguide, audiolibri, ecc.), la cui pratica è indirizzata ad esplorare la voce e le sue interazioni con il suono e la musica elettroacustica ed elettronica.
Tra i docenti dei 5 moduli in cui si articola il corso, insieme ai direttori artistici Montanari e Pitozzi, ci saranno figure di primo piano della sperimentazione vocale e sonora nazionale e internazionale, della ricerca estetica e della foniatria, come Lucia Amara, François Bonnet, Sonia Bergamasco, Claron McFadden, Mirella Mastronardi, Diego Schiavo, Robin Rimbaud ‘aka’ Scanner, Franco Fussi, Silvia Magnani, Francesca Proia, Patrizia Cuoco. La direzione organizzativa del progetto è di Silvia Pagliano, la direzione tecnica di Luca Pagliano.
La Scuola di vocalità è segnata dal tratto del disegnatore Stefano Ricci, che ha composto il logo e i materiali, insieme al progetto poetico per i social di Malagola di Marco Sciotto, studioso e responsabile degli archivi.
Tra i partner promotori a livello regionale, nazionale e internazionale che aderiscono al progetto si segnalano: Fondazione Ravenna Manifestazioni-Ravenna Festival, ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione, Fondazione I Teatri, Ater Fondazione, Fondazione Flaminia, Mar – Museo d’Arte della Città di Ravenna, Istituto Superiore di Studi Musicali G. Verdi, Istituzione Biblioteca Classense, Santarcangelo dei Teatri – Santarcangelo Festival, L’arboreto – Teatro Dimora Mondaino, Start Cinema, BH Audio, Italian and American Playwrights project-Umanism LLC- Martin E. Segal Theatre Center, Robin Rimbaud Art Foundation.
corso di Alta formazione gratuito per 15 studenti Ravenna | da marzo a maggio 2024
440 ore complessive: 340 ore di lezioni in aula, 100 ore di “Project Work”
Requisiti di accesso:
-dai diciotto anni di età;
-residenza o domicilio in Emilia-Romagna;
-titolo di formazione secondaria quinquennale, laurea triennale, magistrale o equipollenti;
-pregresse conoscenze, competenze ed esperienze -almeno triennali- nell’area professionale dello spettacolo acquisite attraverso percorsi formativi formali ed esperienze professionali testate, supportate dall’invio di materiale multimediale;
-comprovate competenze ed esperienze -almeno triennali- nell’ambito della musica strumentale, elettronica ed elettroacustica supportate dall’invio di materiale multimediale.
Al termine sarà rilasciato un attestato di frequenza
Malagola fa parte delle attività di formazione teorico-pratiche avviate dal Centro di produzione ed Ente di formazione Teatro delle Albe/Ravenna Teatro.
Operazione Rif. PA 2023-20219/RER approvata con DGR n. 2096 del 04/12/2023 e cofinanziata con risorse del FSE+ 2021-2027 e della Regione Emilia-Romagna
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