Si apre, a partire da lunedì 22 luglio, la campagna abbonamenti de La Stagione dei Teatriorganizzata da Ravenna Teatro insieme al Comune di Ravenna. Come di consueto, saranno i due teatri della città, Rasi e Alighieri, ad accogliere la Stagione tra novembre e aprile.
La nuova Stagione dei Teatri sarà caratterizzata da affondi in una tradizione rivisitata, come nel caso degli spettacoli Arlecchino? e Moby Dick alla prova, firmati rispettivamente dal regista Marco Baliani e da Elio De Capitani, considerazioni sul tema del lavoro, introdotte dal ragionere più famoso d’Italia, Ugo Fantozzi, qui impersonato dal comico Gianni Fantoni, riflessioni sull’essere donna, ieri come oggi, proposte da Marta Cuscunà, Geppi Cucciari, Concita De Gregorio, Maša Pelko e Chiara Lagani, introspezioni nell’animo umano fornite dal lavoro di Nicola Lagioia – che dà il titolo allo spettacolo della compagnia VicoQuartoMazzini, La ferocia – così come avviene in Via del popolo. La prossima Stagione sarà inoltre caratterizzata dal nuovo lavoro ideato da Marco Martinelli e Ermanna Montanari e dedicato alla figura di Gian Lorenzo Bernini.
La formula relativa agli abbonamenti prevede sei titoli fissi e due a scelta, per un totale di venti appuntamenti.
Il cartellone conterrà sei spettacoli fissi e quattordici a scelta e da lunedì 22 luglio sarà possibile sottoscrivere l’abbonamento alla Stagione teatrale creando un proprio percorso di partecipazione: chi lo farà entro il 3 agosto potrà usufruire di tariffe scontate e posti migliori per gli spettacoli a scelta.
I sei spettacoli fissi, programmati al Teatro Alighieri, sono: Perfetta, un testo di Mattia Torre interpretato da Geppi Cucciari che ricorda quanto il ciclo mestruale influenzi la vita delle donne; Lettere a Bernini, il nuovo lavoro del regista ravennate Marco Martinelli sul maggiore esponente dell’arte figurativa barocca, Gian Lorenzo Bernini; Fantozzi. Una tragedia, con la regia di Davide Livermore che guida sulla scena Gianni Fantoni per immortalare il ragioniere più famoso d’Italia; Arlecchino? uno spettacolo di Marco Baliani, con protagonista Andrea Pennacchi, che racconta di un’Italia piena di contraddizioni; Moby Dickalla prova, in cui Elio De Capitani che si rifà all’adattamento di Orson Welles del romanzo di Melville; L’angelo della storia, uno spettacolo di Teatro Sotterraneo che trae spunto dall’ultimo lavoro di Walter Benjamin e che rappresenta la metafora del progresso che avanza.
Nella rosa dei titoli che compongono gli spettacoli a scelta compaiono invece Altri libertini, tratto dall’omonimo romanzo di Pier Vittorio Tondelli, con la regia di Licia Lanera e la presenza, tra gli altri, dell’attore delle Albe Roberto Magnani; Impronte dell’anima, in omaggio alla giornata della memoria; i due progetti di Fanny &Alexander dal titolo Manson e Maternità; lo spettacolo Un’ultima cosa. Cinque invettive, sette donne e un funerale, che vede in scena la giornalista Concita De Gregorio e la cantautrice Erica Mou; Fratellina, spettacolo vincitore del Premio Le Maschere del Teatro 2023; Via del popolo, di e con Saverio La Ruina; Five Kinds Of Silence, della regista slovena Maša Pelko che affronta il dramma della violenza familiare; My Body Solo, uno spettacolo prodotto da Nanou; Mulinobianco. Back to the green future, una riflessione di Babilonia Teatri sull’ambiente; La ferocia, tratto dall’omonimo capolavoro di Nicola Lagioia; Voodoo, uno spettacolo di Masque Teatro; La semplicità ingannata. Satira per attrici e pupazze sul lusso di essere donne, in cui Marta Cuscunà si interroga sulla condizione femminile prendendo spunto dalla resistenza attuata dalle monache del convento di Santa Chiara di Udine nel ‘500. Chiude il cartellone lo spettacolo Sarabanda, regia di Roberto Andò con Renato Carpentieri, ispirato all’opera di Ingmar Bergman, sul confine labile tra teatro e cinema.
Anche quest’anno Ravenna Teatro torna ad offrire ai residenti delle Circoscrizioni Nord e Sud del comune di Ravenna e ai residenti di quelli di Voltana e Alfonsine l’opportunità di recarsi a teatro usufruendo di un servizio di trasporto gratuito. Abbonamento più navetta 146 euro / under 26 50 euro.
Grande attenzione continua infine ad essere riservata anche a chi ha meno di 26 anni, che potrà usufruire di abbonamenti a prezzi popolari.
di Marco Martinelli • con Marco Cacciola • ideazione Marco Martinelli e Ermanna Montanari • regia Marco Martinelli • coproduzione Albe/Ravenna Teatro, Emilia Romagna Teatro ERT/Teatro
Teatro Alighieri
giovedì 23, venerdì 24, sabato 25 gennaio ore 21:00,
domenica 26 gennaio ore 15:30
da Paolo Villaggio • drammaturgia Gianni Fantoni, Davide Livermore, Andrea Porcheddu, Carlo Sciaccaluga • con Gianni Fantoni, Paolo Cresta, Cristiano Dessì, Lorenzo Fontana, Rossana Gay, Marcello Gravina, Simonetta Guarino, Ludovica Iannetti, Valentina Virando • regia Davide Livermore • produzione Teatro Nazionale di Genova, Enfi Teatro, Nuovo Teatro Parioli, Geco Animation
Teatro Alighieri
giovedì 6, venerdì 7, sabato 8 febbraio ore 21:00,
domenica 9 febbraio ore 15:30
scritto e diretto da Marco Baliani • con Marco Artusi, Maria Celeste Carobene, Miguel Gobbo Diaz, Margherita Mannino, Valerio Mazzucato, Andrea Pennacchi, Anna Tringali • musiche eseguite dal vivo da Matteo Nicolin e Riccardo Nicolin • coproduzione Gli Ipocriti Melina Balsamo, TSV-Teatro Stabile del Veneto
Teatro Alighieri
giovedì 20, venerdì 21, sabato 22 marzo ore 21:00,
domenica 23 marzo ore 15:30
di Orson Welles adattato – prevalentemente in versi sciolti – dal romanzo di Herman Melville • traduzione Cristina Viti • uno spettacolo di Elio De Capitani • con Elio De Capitani e Cristina Crippa, Angelo Di Genio, Marco Bonadei, Enzo Curcurù, Alessandro Lussiana, Massimo Somaglino, Michele Costabile, Giulia Viana, Vincenzo Zampa, Mario Arcari • coproduzione Teatro dell’Elfo, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
Teatro Alighieri
giovedì 3, venerdì 4, sabato 5 aprile ore 21:00,
domenica 6 aprile ore 15:30
creazione Sotterraneo • ideazione e regia Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Daniele Villa • con Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Lorenza Guerrini, Daniele Pennati, Giulio Santolini • scrittura Daniele Villa • produzione Sotterraneo • coproduzione Marche Teatro, Associazione Teatrale Pistoiese, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, Teatro Nacional D. Maria II
TITOLI A SCELTA
Teatro Rasi
giovedì 9, venerdì 10, sabato 11 gennaio
ore 21:00
di Giovanni De Martis e Antonio Viganò • con Mathias Dallinger, Jason De Majo, Edoardo Fattor, Michele Fiocchi, Paolo Grossi, Paola Guerra, Stefania Mazzilli Muratori, Johannes Notdurfter, Michael Untertrifaller • regia Antonio Viganò • produzione Teatro Stabile di Bolzano, Teatro la Ribalta-Kunst Der Vielfalt in collaborazione con Theatraki e Lebenshilfe Südtirol
ridotto del Teatro Rasi
giovedì 30 gennaio ore 21:00, venerdì 31 gennaio ore 19:00,
sabato 1 febbraio ore 21:30
ideazione, regia, luci, progetto sonoro Luigi De Angelis • drammaturgia e costumi Chiara Lagani • con Andrea Argentieri • produzione E Production/Fanny & Alexander in collaborazione Olinda/TeatroLaCucina
Teatro Rasi
venerdì 31 gennaio ore 21:00,
sabato 1 febbraio ore 19:00
tratto dal romanzo di Sheila Heti (Sellerio editore) • drammaturgia Chiara Lagani • regia, luci, progetto sonoro Luigi De Angelis • con Chiara Lagani • architettura software multiscelta Vincenzo Scorza • produzione E Production/Fanny & Alexander
di Spiro Scimone • regia Francesco Sframeli • con Francesco Sframeli, Spiro Scimone, Gianluca Cesale, Giulia Weber • produzione Associazione Culturale Scimone Sframeli/Teatro Metastasio di Prato in collaborazione con Istituzione Teatro Comunale Cagli
di Shelagh Stephenson, 1996 An Intimate drama tradotto da Irena Duša Draž • regia Maša Pelko • dramaturg Tereza Gregorič • con Ivana Percan Kodarin, Anuša Kodelja k.g., Marjuta Slamič
di Enrico Castellani e Valeria Raimondi • con Ettore Castellani e Orlando Castellani e con Valeria Raimondi, Enrico Castellani, Luca Scotton • produzione Babilonia Teatri, La Corte Ospitale • coproduzione Operaestate Festival Veneto in collaborazione con Dialoghi – Residenze delle Arti Performative a Villa Manin 2021
dal romanzo di Nicola Lagioia • ideazione VicoQuartoMazzini • regia Michele Altamura, Gabriele Paolocà • adattamento Linda Dalisi • con Michele Altamura, Leonardo Capuano, Enrico Casale, Gaetano Colella, Francesca Mazza, Marco Morellini, Gabriele Paolocà, Andrea Volpetti • produzione SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione, Elsinor Centro di Produzione Teatrale, LAC Lugano Arte e Cultura, Romaeuropa Festival, Teatri di Bari, Teatro Nazionale
liberamente ispirato alle opere letterarie di Arcangela Tarabotti e alla vicenda delle Clarisse di Udine • di e con Marta Cuscunà • coproduzione Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto
di Ingmar Bergman • traduzione Roberto Zatti • regia Roberto Andò • con Renato Carpentieri, Alvia Reale, Elia Schilton, Caterina Tieghi • produzione Teatro di Napoli-Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova, Teatro Biondo Palermo
ABBONAMENTI
È possibile rinnovare o acquistare l’abbonamento da lunedì 22 luglio a sabato 3 agosto e da lunedì 9 settembre a lunedì 4 novembre.
Abbonarsi d’estate consente di accedere a tariffe scontate e di riservarsi i posti migliori per i titoli a scelta.
Il diritto di prelazione scade giovedì 17 ottobre.
Si invita a rispettare i turni assegnati e le date scelte. Il cambio turno deve essere comunicato alla biglietteria prima della data di spettacolo. L’abbonato potrà garantirsi un posto tra quelli ancora disponibili in un’altra serata al costo di 5€. I turni per Perfetta sono: venerdì 22 novembre turno B, sabato 23 novembre turno C, sabato 12 aprile turno A, domenica 13 aprile turno D.
L’abbonamento conta 8 appuntamenti 6 titoli fissi: Perfetta, Lettere a Bernini, Fantozzi. Una tragedia, Arlecchino?, Moby Dick alla prova, L’angelo della storia 2 titoli a scelta tra:
Altri libertini, Impronte dell’anima, Manson, Maternità, Un’ultima cosa. Cinque invettive, sette donne e un funerale, Fratellina, Via del popolo, Five Kinds Of Silence, My body solo, MulinoBianco, La ferocia, Voodoo, La semplicità ingannata, Sarabanda
Da lunedì 22 luglio a sabato 3 agosto
Platea e palco I, II e III ordine Teatro Alighieri, I settore Teatro Rasi
intero 154 €, ridotto* 138 €, under26 50 €, Ti presento i miei (under20+genitore) 160 €
Galleria e palco IV ordine Teatro Alighieri, II settore Teatro Rasi
intero 107 €, ridotto* 96 €, under26 40 €, Ti presento i miei (under20+genitore) 116 €
Loggione Teatro Alighieri, II settore Teatro Rasi
intero 55 €, under26 38 €
Da lunedì 9 settembre a lunedì 4 novembre
Platea e palco I, II e III ordine Teatro Alighieri, I settore Teatro Rasi
intero 165 €, ridotto* 146 €, under26 50 €, Ti presento i miei (under20+genitore) 167 €
Galleria e palco IV ordine Teatro Alighieri, II settore Teatro Rasi
intero 113 €, ridotto* 103 €, under26 40 €, Ti presento i miei (under20+genitore) 122 €
Loggione Teatro Alighieri, II settore Teatro Rasi
intero 55 €, under26 38 €
BIGLIETTI
I biglietti sono in vendita da sabato 9 novembre presso il Teatro Alighieri; telefonicamente con carta di credito o Satispay; su questo sito; presso le agenzie de La Cassa di Ravenna Spa e Iat Ravenna. Il servizio di prevendita comporta la maggiorazione del 10% sul prezzo del biglietto.
I biglietti per gli spettacoli inseriti in Prologo sono in vendita dal 5 settembre.
Prezzi e modalità di acquisto su BIGLIETTERIA.
Teatro Alighieri
Platea e palco I, II e III ordine intero 26 € ridotto* 22 € under26 10 €
Galleria e palco IV ordine intero 18 € ridotto* 16 € under26 10 €
Loggione intero 9,00 € under26 6 €
Perfetta
Platea e palco I, II e III ordine 40 €
Galleria e palco IV ordine 35 €
Loggione 20 €
*Cral aziendali, gruppi organizzati, docenti, oltre i 65 anni, TCI Touring Club Italiano, soci Coop Alleanza 3.0, Esp Club Card, soci Credito Cooperativo, Arci, Ali Intesa Sanpaolo, Avis, Amici di RavennAntica, Capit, Assicoop, Confcooperative, Coldiretti, Cna, Legacoop, Stadera, Unipol e Euro Company.
Tutte le informazioni sui vantaggi e le promozioni per gli abbonati, Cral aziendali, gruppi organizzati e gruppi scolastici, Ti presento i miei e il servizio di trasporto gratuito per gli spettatori del forese e di Alfonsine sono pubblicate su CONVENZIONI
Alla collaborazione artistica tra Chiara Lagani e Mara Cerri dobbiamo il prezioso volume I libri di Oz, di L. Frank Baum, che hanno rispettivamente tradotto e illustrato per Einaudi, prima di incrociare ancora il loro cammino per l’adattamento in graphic novel de L’amica geniale, pubblicato da Coconino Press. La traduzione in spettacolo – prima dei Libri di Oz e poi de L’amica geniale – vede l’importante intervento di Luigi De Angelis alla regia, al video e alle musiche intersecarsi con le due artiste, che avevano già singolarmente percorso l’universo di Elena Ferrante. Un universo che ora le porta a sprigionare un’alleanza speciale, fatta di immersione reciproca, di ciò che si vede e di ciò che non si vede, nel segno di una potenza tutta femminile, come racconta Chiara nel diario che ha pubblicato sulla rivista culturale online Doppiozero e che riportiamo di seguito.
“«Sorbole ricevute?» È un whatsapp di Mara. Vado di corsa a controllare la mail. Eccola. La scena delle sorbe è arrivata. Quando arrivano le tavole di Mara sento sempre il cuore in gola. È così fin dal principio, da quando lavoravamo ai Libri di Oz. So che lei vede quello che io non sono capace di vedere o, almeno, lo vede meglio e prima di me. Apro il pdf. Ed ecco che Enzo porge a Lila un rametto di sorbe. Lila lo guarda stupita e gli dice qualcosa. I balloon sono ancora vuoti, bianchi. Attendono. E lasciali attendere, mi dico. Interrogo le espressioni. Questo è il modo di scrivere più strano che abbia mai sperimentato: poroso, stratificato, più ancora che a teatro. Gli strati qui si compongono, ma ben presto si sfalderanno, si sgretoleranno, sono fatti di materia molto friabile. Non c’è battuta, non c’è didascalia progettata che resti indifferente al sisma delle immagini, delle espressioni, delle pennellate di colore. Nell’ultima vignetta c’è Lila, nella sua stanza, seduta sul letto. Ha appeso a un chiodo le sorbe e le guarda. Potrei sostare un giorno intero, penso, su quest’immagine.È come se le figure mi lanciassero degli ami a cui si aggrappano le parole dette e le parole non dette. Devo soltanto affidarmi alle figure, penso, trovare un equilibrio tra i pieni e i vuoti, i suoni e il silenzio. Un po’ come in scena, quando affido tutto ai corpi degli attori: al di là dei corpi ogni cosa è spaventosa. I corpi sono le mie Colonne d’Ercole. I pilastri che sostengono il Mondo. (…) Notifica mail. Nuova serie di tavole. «Il libro». Così si chiama il pdf in allegato. «Il libro» è Piccole donne. Le amiche l’hanno comprato coi soldi di Don Achille, l’orco della loro infanzia. Lo leggono assieme e assieme progettano di scriverne uno tutto loro, per realizzare un sogno di libertà. Le tavole di Mara sono bellissime. Mentre mi incanto a guardare i dettagli, «il libro» del titolo si trasforma: adesso è «la fata blu», il capolavoro (illustrato!) di Lila bambina. L’ha scritto, alla fine, da sola. Io, però, non sono sola, siamo due, e siamo tante. Questa è un’altra cosa potente che sa fare Ferrante, penso, mettere insieme le donne”.
Ravenna Teatro e Coconino Press organizzano una serie di incontri e laboratori per le scuole, ma anche aperti al pubblico, legati ai tre spettacoli de La Stagione dei Teatriin cui è il segno grafico a fare da protagonista.
In occasione de L’Oreste. Quando i morti uccidono i vivi (dal 2 al 5 febbraio al Teatro Alighieri), L’amica geniale a fumetti(23 e 24 febbraio Teatro Rasi), Mille anni o giù di lì(4 e 6 aprile Teatro Rasi)sono stati infatti programmati appuntamenti che faranno incontrare ai ragazzi e alle ragazze del liceo artistico Nervi-Severini e dell’istituto Morgia – Perdisa, entrambi di Ravenna, importanti illustratori e illustratici del calibro di Andrea Bruno, che firma i disegni dello spettacolo di Claudio Casadio, Mara Cerri, protagonista insieme a Chiara Lagani dello spettacolo tratto dal libro di Elena Ferrante, e Davide Reviati, autore dei disegni che fanno da sfondo alla vicenda raccontata in scena da Luigi Dadina.
L’iniziativa fungerà da volano del Festival Coconino Press, che anche quest’anno si svolgerà a Ravenna.
“Dopo l’emozionante accoglienza della città nel luglio dell’anno scorso in occasione del nostro primo CoconinoFest – commenta Ilaria Bonaccorsi Gardini, editrice di Coconino Press -, siamo impazienti e felici non solo di tornare quest’anno con la seconda edizione del CoconinoFest, ma anche di inaugurare questa collaborazione con Ravenna Teatro. Incontrare studenti, andare nelle scuole, intrecciare arti diverse e raccontarle è, da sempre, tra i progetti più belli della casa editrice e non possiamo che ringraziare Ravenna Teatro per questa occasione”.
“Siamo felici di organizzare una sorta di piccolo festival di graphic novel e illustrazione con una tra le casi editrici più importanti del settore – sottolinea Alessandro Argnani, condirettore Ravenna Teatro -. L’iniziativa è rivolta principalmente ai ragazzi e alle ragazze delle scuole, con alcuni momenti aperti al pubblico. Il progetto vuole essere una lente di ingrandimento su un dialogo, sempre più presente, tra illustratori, graphic novel e teatro: oggi il segno di questi artisti e artiste è sempre più in scena, in dialogo con le opere di teatro contemporaneo”.
Calendario degli incontri:
1 febbraio – L’illustratore Andrea Bruno incontra studenti e studentesse dell’istituto Morigia – Perdisa con Leonardo Guardigli, art director Coconino Press.
23 febbraio – Al termine dello spettacolo L’amica geniale a fumetti, in scena al Rasi alle 21:00, Giovanni Ferrara, direttore editoriale di Coconino Press, dialogherà con Chiara Lagani, Mara Cerri e Davide Reviati.
24 febbraio – Matinée con successivo incontro per studenti e studentesse del liceo artistico Nervi-Severini a cui prenderanno parte Cerri e Lagani moderato da Giovanni Ferrara, direttore editoriale Coconino Press.
5 aprile – matinée per studenti e studentesse del liceo artistico Nervi – Severini, a seguire Davide Reviati in dialogo con Oscar Glioti, senior editor Coconino Press.
L’iniziativa si svolge in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Ravenna, che metterà a disposizione i propri laboratori per il corso di serigrafia che verrà svolto da Else – Edizioni, una casa editrice, un laboratorio artigianale di stampa serigrafica e un’associazione che nel 2012 nasce a Roma dall’incontro tra professionisti in diversi campi dell’editoria, della grafica, dell’illustrazione e della stampa d’arte. Il laboratorio è a numero chiuso, per potersi iscrivere inviare una mail a promozione@ravennateatro.com o telefonare allo 0544 36239.
È aperta la campagna abbonamenti per La Stagione dei Teatri, organizzata da Ravenna Teatro.
Il programma si svolgerà nei due teatri Rasi e Alighieri tra novembre e aprile.
Come negli anni precedenti, la formula prevede sei titoli fissi e due a scelta, per un totale di diciassette appuntamenti.
Un cartellone composito, come composita è l’immagine che, tramite precise tessiture ideate dal grafico Luca Sarti, identifica il lavoro di Ravenna Teatro, legato al rapporto con la tradizione e al ritorno di grandi attori e attrici, con un percorso che spazia nel contemporaneo fino all’incontro con la graphic novel.
I sei spettacoli fissi, programmati al Teatro Alighieri, sono: I due gemelli veneziani, un classico di Carlo Goldoni, una farsa nera sul tema dell’identità firmata da Valter Malosti che ne amplifica il gioco del doppio marcando il contrasto tra la natura vivace della pièce e la sua vena cupa;Funeral Home, di cui è protagonista Giacomo Poretti: noto per le gesta gloriose del trio comico a cui appartiene, Poretti scrive e interpreta – con l’attrice, autrice e psicoterapeuta Daniela Cristofori – una commedia che mette in ridicolo la paura più radicata nel cuore dell’umano, quella della morte;Samusà, uno spettacolo scritto e interpretato dall’artista Virginia Raffaele, qui diretta da Federico Tiezzi, maestro della scena contemporanea. Al centro del racconto il vissuto personale di un’infanzia ambientata tra le giostre del’Eur di Roma, che Raffaele sviluppa con quel suo modo unico di divertire e commuovere, stupire e interpretare, facendo ridere a crepapelle; L’Oreste, Quando i morti uccidono i vivi, porta in scena una riflessione sull’abbandono e sull’amore negato che vede protagonista l’attore Claudio Casadio nella produzione firmata da Accademia Perduta/Romagna Teatri tra narrazione e illustrazione d’autore; Diplomazia, produzione del Teatro dell’Elfo, è un duello consumato con l’arma della parola tra un generale del Terzo Reich e un diplomatico della Svezia neutrale nell’estate del 1944. Un dramma storico in cui affondano le radici della nostra società, portato in scena dai due co-fondatori della storica compagnia milanese del Teatro dell’Elfo di Milano; Boston Marriage è un testo americano contemporaneo ambientato a fine Ottocento che prende spunto da un modo di dire in voga negli Stati Uniti tra il XIX e il XX secolo, usato per alludere a una convivenza tra donne economicamente indipendenti. Il Premio Pulitzer David Mamet qui se ne serve per dare il titolo a questa commedia, che vede in scena due dame e una cameriera: Maria Paiato, Mariangela Granelli e Ludovica D’Auria.
Nella rosa di titoli in cui poter individuare gli spettacoli a scelta rientra invece la produzione di Ravenna Teatro/Teatro delle Albe, Pasolinacci e Pasolini, Quattro movimenti di ascolto, in cui i due fondatori e direttori artistici del Teatro delle Albe, Marco Martinelli e Ermanna Montanari, raccontano il “loro” Pasolini (Rasi); Una giornata qualunque del danzatore Gregorio Samsa, un lavoro che rievoca l’opera di Kafka a partire dall’incontro tra ricerca coreografica e musica elettronica con la regia e drammaturgia di Eugenio Barba, Lorenzo Gleijeses e Julia Varley (Rasi); Dati sensibili: New Constructive Ethics, uno spettacolo in cui Teodoro Bonci Del Bene si interroga sulle possibilità di una nuova etica con un testo duro e paradossale sulla condizione umana e sulle relazioni sociali (Rasi); Calēre (Sentieri) Transitus Animae, testo e regia del ravennate Eugenio Sideri che si sofferma sulla difficoltà, da parte delle nuove generazioni, di trovare il proprio percorso (Rasi); L’amica geniale a fumetti, trasposizione scenica del fumetto ufficiale de L’amica geniale di Elena Ferrante – sceneggiato da Chiara Lagani che qui ne interpreta i testi, mentre il pubblico viene immerso nei disegni animati di Mara Cerri – il recital nasce dalla nuova graphic novel edita da Coconino Press con la supervisione artistica del ravennate Davide Reviati (Rasi). E Reviati torna nello spettacolo di Luigi Dadina, tra i fondatori del Teatro delle Albe, dal titolo Mille Anni o giù di lì, insieme al musicista Francesco Giampaoli per raccontare un luogo, il petrolchimico dell’Anic, attorno a cui si dipana un racconto che accomuna generazioni diverse (Rasi). Tra i titoli a scelta anche La luce intorno, produzione del Teatro dell’Argine che si interroga sul senso di fare teatro in tempo di pandemia (Rasi); Il Soccombente, a cura della Compagnia Lombardi-Tiezzi (Alighieri); Museo Pasolini, di Ascanio Celestini, che qui veste i panni di un visionario custode di un ipotetico museo dedicato all’omonimo poeta e regista imbastendo un racconto che si estende a ritratto di un secolo italiano (Alighieri); Pragma, Studio sul mito di Demetra (Rasi) e Una riga nera al piano di sopra, monologo per alluvioni al contrario, della talentuosa Matilde Vigna, che intreccia alla piena del Po del 1951 la vicenda di una donna dei giorni nostri alle prese con l’ennesimo trasloco (Rasi).
Anche quest’anno, inoltre, Ravenna Teatro, in collaborazione con il Comune di Ravenna, torna ad offrire ai residenti delle Circoscrizioni Nord e Sud del comune di Ravenna e ai residenti di quelli di Alfonsine l’opportunità di recarsi a teatro usufruendo di un servizio navetta gratuito. Abbonamento più navetta 146 euro / under 30 93 euro.
Grande attenzione continua ad essere riservata anche agli Under 20, che potranno usufruire di abbonamenti a prezzi popolari.
Si ricorda che i titolari dell’abbonamento della stagione 2019/2020 possono confermare il posto che avevano nella stagione interrotta. Il diritto di prelazione sull’abbonamento scade il 15 ottobre.
BIGLIETTERIA
Da lunedì 12 settembre a giovedì 3 novembre
Platea e palco I, II e III ordine Teatro Alighieri, I gradinata Teatro Rasi
intero 165 € | ridotto* 146 € | under30 93 € | under20 45€
Galleria e palco IV ordine Teatro Alighieri, II gradinata Teatro Rasi
intero 113 € | ridotto* 103 € | under30 71 € | under20 35 €
Loggione Teatro Alighieri, II gradinata Teatro Rasi
intero 50 € | under30 34 €
*Riduzioni: Cral e gruppi organizzati, docenti, oltre i 65 anni, iscritti all’Università per gli Adulti Bosi Maramotti, Soci Coop Alleanza 3.0, EspClub Card, Soci BCC, tessera Touring Club Italiano, amici di RavennAntica, soci Stadera, soci AVIS
Vantaggi e promozioni per gruppi di adulti e gruppi scolastici. Abbonamenti e biglietti sono acquistabili con bonus 18APP e Carta del docente.
Teatro Alighieri, via Mariani 2 Ravenna, tutti i feriali dalle 10:00 alle 13:00, giovedì anche dalle 16:00 alle 18:00.
Teatro Rasi, via di Roma 39, giovedì dalle 16:00 alle 18:00.
Da sabato 5 novembre saranno inoltre in vendita i biglietti per tutti gli spettacoli e gli abbonati li potranno acquistare per sé o per altri a un prezzo speciale.
Informazioni: Ravenna Teatro tel. 0544 36239 info@ravennateatro.com
La rassegna è organizzata con il supporto del Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna, Coop Alleanza 3.0, Fondazione del Monte di Bologna e di Ravenna, Assicoop Unipol Sai, Reclam, Apt Emilia-Romagna, Bcc ravennate, forlivese e imolese.
Media Partner: Il Resto del Carlino, Corriere Romagna, Ravenna Notizie, Setteserequi, Ravenna Web Tv, Pubblisole, Ravenna24ore, Ravenna e Dintorni
Il pezzo è tratto dal libro O/Z Atlante di un viaggio teatrale(Ubulibri, 2010) ed è il commento alla tavola fotografica che si vede nell’immagine. Il libro è una raccolta di saggi di differenti autori costruiti intorno a una serie di lemmi; i lemmi erano scelti da Luigi De Angelis e Chiara Lagani e venivano accompagnati a una tavola immaginale appositamente composta e poi attribuiti agli autori in forma di domanda: cosa significa questo lemma per te? Marco Cavalcoli ricevette la tavola «Him», il suo personaggio nell’omonimo spettacolo di Fanny & Alexander. Il testo che segue è la sua risposta.
Mi vergogno ad ammettere che non sono in grado di mantenere le mie promesse. Me la sarei voluta cavare con “Io è un altro”, ma che c’entra?
Quando Dorothy e i suoi amici arrivano per l’ultima volta al cospetto del Mago di Oz si rendono conto che il terribile Oz è un imbroglione che non sa fare magie. Lo accusano, pretendono che dia loro ciò che aveva promesso. “Non parlatemi di queste piccolezze”, risponde Oz, “pensate a me e al guaio terribile in cui io mi trovo. Io sono un attore.” Più specificamente, nello spettacolo di Fanny & Alexander in cui accade tutto questo, sono l’attore che impersona il Mago di Oz.
Il 24 aprile 2008 ho ricevuto una lettera. “Quando, nel 1933, Hitler prese il potere, io non avevo che sei anni e perciò nulla rammento di quel fatto. Però, non so quanto tempo dopo, avendo sentito il nome “Hitler” alla radio ed avendo chiesto ragguagli alla mia maestra, mi sentii rispondere con un tono che m’impressionò: “Ma come, è il Duce del grande Reich”. (…) Poi, lo vidi al cinema e mi colpì soltanto per il viso che mi parve enorme e per i baffetti … Ma, allorché avvenne lo “storico” viaggio di Hitler in Italia (…) fui mandato in un plotone, allora si diceva così, di Balilla, per festeggiare alla stazione di San Ruffillo il “trionfale” passaggio del convoglio che tanto rallentò cosicché lo vedemmo benissimo, serio in viso come tu all’inizio dello spettacolo: ebbene, io sussultai a vedere un’immagine così piccina.”
Qui sotto sono ritratti degli autori e degli attori. Io invece sono quello più in basso, con le fattezze che mi ha dato l’autore, in ginocchio nella sala vuota dal silenzio più terribile di qualunque forma.
Il 24 aprile 2010 Maurizio Cattelan ha ricevuto un telegramma. TI INVITO AGLI SPETTACOLI DI FANNY E ALEXANDER AL TEATRO I DI MILANO (PRENOTAZIONI 02.8323156) IN VIA GAUDENZIO FERRARI 11 DAL 26 AL 29 APRILE ALLE ORE 20,30. TUO, HIM.
In realtà non sono proprio sicuro di essere io in quella fotografia. Non riesco a ricordarmi dove fosse quella sala. Ich weiß nicht, was soll es bedeuten, daß ich so traurig bin. Io sono quel bambino sfuocato in bianco e nero. Qualche grafico in vena di scherzi mi ha disegnato i baffi, come alla Gioconda. Impudente. Lei non sa chi sono io! Peccato, me lo sarei fatto spiegare volentieri.
Sylvie e Bruno è il terzo e ultimo romanzo di Lewis Carroll, il famoso autore delle due Alice, l’unico destinato ad un pubblico adulto. Il grande tema del romanzo è il sogno, l’invisibile, ciò che appare ma di fatto non esiste. C’è una straordinaria malinconica canzone che attraversa tutto il romanzo: la canta un Giardiniere folle, sempre in bilico su una gamba sola. Il Giardiniere è un personaggio chiave nel romanzo. Ogni volta che i due piccoli protagonisti della storia, Sylvie e Bruno, lo incontrano, il Giardiniere aggiunge una strofa alla sua canzone, che ha sempre lo stesso schema: ci illudiamo di vedere qualcosa, guardiamo meglio e ci accorgiamo di esserci sbagliati. La realtà è un oggetto inafferrabile. Alla fine del racconto Sylvie e Bruno incontrano per l’ultima volta il Giardiniere. Sta ancora cantando e i bambini si stupiscono: ma non finisce mai questa canzone? Il Giardiniere canterà l’ultima strofa piangendo. Quella canzone, intricata figura dello stesso romanzo, è anche la storia della sua vita. Qui sotto trovate il testo dell’intero componimento carrolliano e la versione musicale che ne ha fatto Emanuele Wiltsch Barberio per lo spettacolo di Fanny & Alexander. Buon ascolto!
La Canzone del Giardiniere
di Lewis Carroll
(traduzione di Chiara Lagani)
Pensò d’aver visto un Elefante
esercitarsi col suo flautino.
Guardò ancora e si accorse che invece
Era una lettera della moglie.
«Finalmente» disse «l’ho capita:
ecco l’amarezza della vita!»
Pensò d’avere visto un Bisonte
nel camino, tra la carbonella.
Guardò ancora e si accorse che invece
era la nipote del marito della sorella:
«Se tu non vai via,
chiamerò subito la Polizia!»
Pensava di aver visto un Serpente
interrogarlo, ma in greco antico.
Guardò di nuovo e si accorse che era
la Metà Settimana seguente.
«La cosa», disse, «che m’addolora
è non poter rispondere ancora!»
Pensava di aver visto un Banchiere
che saltava giù da una corriera.
Guardò di nuovo e si accorse che era
un Ippopotamo:
«Se resta a cena», disse,
«per noialtri basterà appena!»
Pensava d’aver visto un Canguro
armeggiare col macinacaffè.
Guardò ancora ma si accorse che era
solo una Pillola Vegetale:
«In caso mi toccasse ingoiarla,
finirei subito all’ospedale».
Pensò di vedere un tiro a quattro
che si fermava accanto al suo letto.
Guardò ancora ma si accorse che era…
…era un Orso, ma senza la testa.
«Oh povera», disse, «sciocca bestia!
Attende il suo rancio per far festa!»
Pensava di vedere un Albatros
volteggiare attorno ad un fanale.
Guardò ancora e si accorse che era
soltanto un francobollo postale.
«Faresti meglio ad andare», disse:
«Per te la notte umida è letale!»
Pensava di vedere un cancello
che si apriva col suo chiavistello.
Guardò ancora e si accorse che era,
ahimè, la Doppia Regola del Tre.
«Ecco che il mistero si rivela:
ora è chiaro come il giorno per me».
Pensava di vedere la Prova
del fatto che era lui adesso il Papa.
Guardò ancora, ma si accorse che era
una saponetta variegata.
«Tutto ciò mi fa paura», disse,
«ogni speranza è ormai tramontata!»
ASCOLTA He thought he saw an elephant, di Emanuele Wiltsch Barberio:
Dorothy non è la sola eroina che abita a Oz. C’è anche Betsy Bobbin, la ragazzetta dell’Oklahoma, che sopra una zattera alla deriva sull’oceano, in compagnia di un mulo e priva d’ogni altra cosa, finanche della paura, vaga raminga per un mondo sconosciuto alla ricerca di un posto in cui stabilirsi. C’è Trot, la piccola californiana protetta dalle fate che, affamata di conoscenza, in groppa a un Elicano si schiererà a difesa dell’amore oltraggiato. Poi c’è Ozma, la saggia sovrana; Glinda, la maga-madre; le streghe, buone o cattive che siano, tutte potenti; eserciti di fanciulle; stuoli di principesse…
Insomma, un plotone di personaggi femminili agguerriti e meravigliosi, a paragone del quale i protagonisti maschili appaiono assai più fragili e manchevoli. Siamo dunque in presenza di un autore radicalmente femminista? La questione è molto più complessa, quel che è certo è che i personaggi femminili sono spesso indimenticabili e sempre forieri di mille domande. Pubblichiamo qui due piccoli ritratti per approfondire due tra i tanti personaggi-donne che compaiono nel labirinto delle storie di OZ: Jinjur, la rivoluzionaria e Glinda, la grande Madre del Regno.
Jinjur e la Città delle Donne.
Non tutte le donne sono felici a Oz, il più felice possibile dei regni. Un nutrito manipolo di giovanissime, capeggiato da un’amazzone fanciulla, il Generale Jinjur, è molto insoddisfatto del governo del Re Spaventapasseri, nominato sovrano dal Mago alla fine del primo libro.
L’apparizione di Jinjur nel racconto è folgorante: una ragazzetta, seduta sul bordo della strada, magnificamente vestita con una «barbarica» uniforme colorata, intenta a consumare la sua colazione di uova sode e panini. La placida teoria rivoluzionaria che Jinjur espone a Tip, il ragazzetto protagonista di questa storia, è uno spiazzante andirivieni di luoghi comuni, femministi e maschilisti al contempo.
Il colpo d’occhio delle amazzoni, colorate e armate di ferri da calza infilati nelle acconciature e sedute sul prato del loro raduno di guerra come a uno stravagante pic-nic, è un’immagine davvero seducente. Quando Jinjur si arrampica sull’albero da cui terrà il suo discorso motivazionale, per un attimo potrebbe perfino riaccendere alla causa femminista il cuore del lettore:
Amiche, cittadine, ragazze! – disse. – Stiamo per accingerci alla Grande Ribellione contro gli uomini di Oz! Marceremo alla conquista della Città di Smeraldo per detronizzare il Re Spaventapasseri [… ] e prender potere sui nostri oppressori d’un tempo. – Urrà! – dissero quelle tra loro che avevano ascoltato.
Il buon Guardiano dei Cancelli del Regno accoglie da vero galantuomo le sgrammaticate invasore, che si presentano come “rivoltanti”, definizione alla quale l’ammirato custode, sensibile al fascino muliebre, non aderisce affatto. Quando poi le fanciulle brandiranno i loro ferri aguzzi intimandogli la resa, l’uomo le supplicherà sconsolato:
Tornate a casa dalla mamma, ragazze, mungete le mucche, fate il pane. Non sapete che è pericoloso conquistare una città?
Le ragazze naturalmente non lo ascoltano: assediano il Palazzo e conquistano indisturbate il Regno.
Il sentimento più notevole che le donne in rivolta suscitano negli uomini, subito dopo lo stupore, è la paura, anzi il terrore: i maschi temono quelle femmine scalmanate e fuggono a gambe levate per non doverle affrontare.
Ma, a guardar bene, la più “ferrea” di loro, Jinjur, è soltanto una bambina capricciosa che trascorre il tempo a mangiare caramelle e a scartare cioccolatini verdi, dondolandosi nell’amaca del suo giardino d’infanzia. In certo senso, sebbene insceni una specie di resistenza, è pronta fin dal principio a essere punita e a farsi rispedire dalla mamma. Non appena Glinda, la potente Maga, stabilirà che il momento è venuto, come una bimba che sa d’averla fatta grossa, se ne tornerà di buon grado dai genitori. Ritroveremo Jinjur solo alla fine del racconto: una ragazzina umile e dimessa, che di fiero conserva solo lo sguardo: tra la folla porge una tazza di latte a Ozma, Regina di Oz. Nel frattempo ha sposato un fattore e si occupa dell’azienda di famiglia. Ozma s’informa sul marito della ragazza: come mai non è con lei?
È a casa a curarsi un occhio nero, – rispose Jinjur tranquillamente. – Quello stupido insisteva a voler mungere la mucca rossa, mentre io volevo che mungesse quella bianca; ma la prossima volta ci penserà due volte, ne sono certa.
Il lupo perde il pelo ma non il vizio, sembra dirci Baum divertito, ma l’ironica, e in fondo amara, parabola femminista di Jinjur ci suggerisce anche un’altra possibilità. Il problema della piccola ribelle non era affatto quello d’esser donna, dopotutto anche Glinda, la Maga e Ozma, sovrana di Oz, sono donne e nessuno contesta il loro potere; la questione era ed è più semplicemente quella del buon governo, che ha a cuore gli altri, in opposizione al cattivo governo, che ha a cuore i vantaggi individuali. La ragione, cioè, che spinge Jinjur a voler essere regina poco ha a che fare con l’emancipazione e il femminismo, in fondo, ma è infantile, egoista e frivola. Ancor più, riguarda le due debolezze che a Oz in assoluto sono considerate un vizio capitale: l’egoismo e la vanità.
Glinda, la Grande Madre.
Alla fine del primo libro di Oz, che è anche quello più famoso, Dorothy, partito il Mago, non ha più alcuna speranza di ritrovare la via di casa. È a quel punto che interviene Glinda.
Glinda, la Maga buona, a Oz è la Buona Madre di tutti, declinazione possibile dell’archetipo della Grande Madre. Il Castello di Glinda, nella regione del Sud ha infatti struttura prevalentemente matriarcale. Viene descritto con dovizia di dettagli nella Principessa perduta di Oz. È di marmo e d’argento
e la Maga vi abita, attorniata da uno stuolo di splendide fanciulle, che vengono dalle quattro regioni della terra fatata e dalla magnifica Città di Smeraldo.
Alla fine del primo libro, dunque, quando Dorothy andrà a cercare Glinda, ultima speme, troverà ad attenderla, di fronte al castello, tre «ragazze, vestite con bellissime uniformi rosse ricamate d’oro» che l’annunciano alla loro signora e la preparano ritualmente al sacro incontro lavandola, pettinandola e vestendola. Glinda siede su un trono di rubini
e agli occhi della bambina era bellissima e giovane. Aveva capelli di un rosso profondo, che le scendevano sulle spalle in una cascata di piccoli ricci. La sua veste era bianco puro, ma gli occhi erano blu e la guardavano con dolcezza. – Cosa posso fare per te, bambina mia? – chiese la Strega.
Chi non desidererebbe incontrare un se stesso più grande, più saggio, più bello, con tutte le risposte che cercava? Ma gli specchi delle favole forniscono solo soluzioni magiche e non offrono alternative.
Le tue Scarpette d’Argento ti trasporteranno oltre il deserto, – disse Glinda. – Se solo tu avessi conosciuto il loro potere, saresti potuta ritornare dalla Zia Em anche il primo giorno che arrivasti in questo paese.
La Strega buona che Dorothy incontra quando ormai dispera nel ritorno, è una specie di specchio estremo nella storia, il più dolcemente misterioso. Quel che rivela è grande e spaventoso. Il passo lieve e triplice, tre colpi come un battito di ciglia, è un gesto elementare e compatto, ma anche inconoscibile: è dentro di noi, ma non riesce davvero ad appartenerci. Cos’è allora? È un gesto creativo? O solo magico? È una semplice soluzione narrativa? Nella “parabola eternamente femminina” di Oz, forse è proprio Glinda, dolce madre e misteriosa fanciulla, a suggerirci che l’uscita dal Regno è una cosa irrevocabile che mette in crisi la nostra stessa visione del mondo con le sue più contraddittorie e potenti immagini.
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