Il Teatro Rasi ospita due serate di incontri e proiezioni con i registi Mario Martone, Clemente Tafuri, Cesare Ronconi
Martedì 18 febbraio e sabato 22 febbraio Ravenna Teatro organizza al Teatro RasiTra Teatro e Cinema, due serate di incontri e proiezioni all’insegna della stretta relazione che intercorre tra le due arti.
La serata di martedì 18 febbraio inizierà alle 20:00 e vedrà il regista Mario Martone in dialogo con Cristina Piccino (il manifesto, Filmmaker Festival) e Luca Mosso (Filmmaker Festival). Verrà proiettata la pellicola del regista napoletano dal titolo Teatro di Guerra (produzione Teatri Uniti, Lucky Red, durata 113′), ambientata a Napoli nel 1994 e definita dal Morandini “Il miglior film italiano degli anni ’90”. La trama racconta la storia di un gruppo di attori di teatro che, durante la guerra civile jugoslava, sceglie di mettere in scena una rilettura del testo di Eschilo “I sette contro Tebe” e di portare lo spettacolo a Sarajevo assediata come atto di solidarietà culturale. Le prove hanno luogo nei quartieri spagnoli, a Napoli, e diventano l’occasione per mettere a nudo tutti i problemi e le incoerenze degli interpreti. Vite, destini e passioni si intrecciano tra scena e realtà. Sullo sfondo un fedele spaccato della città partenopea anch’essa piena di contraddizioni. Nel cast troviamo Andrea Renzi, Anna Bonaiuto, Iaia Forte, Roberto De Francesco, il ravennate d’adozione Marco Baliani e Toni Servillo.
Sabato 22 febbraio la serata inizierà a partire dalle 18:00 e sarà dedicata ad una tra le figure più controverse del Novecento teatrale, Carmelo Bene. Il dialogo sarà tra Clemente Tafuri (regista, scrittore e direttore artistico di Teatro Akropolis) e Matteo Marelli (Film Tv e Filmmaker Festival). Si potrà assistere alla visione del film La parte maledetta. Viaggio ai confini del teatro. Carmelo Bene con Valentina Beotti, Margherita Fabbri, Daniela Paola Rossi (produzione Teatro Akropolis, AkropolisLibri, durata ’53). La pellicola, attraverso le parole del protagonista della neoavanguardia teatrale italiana, si addentra nel paradosso dell’irrappresentabilità, evocando i grandi temi della filosofia ispirati da Schopenhauer, Nietzsche e Giorgio Colli tra gli altri. Successivamente, dalle 21:00, si darà spazio alla produzione video di Teatro Valdoca. Cesare Ronconi, co-fondatore della compagnia cesenate insieme a Mariangela Gualtieri, sarà in dialogo con Fulvio Baglivi (Rai3 Fuori Orario – Cose (Mai) Viste) e Lucrezia Ercolani (il manifesto). Nell’arco della serata verranno proiettati Come cani, come angeli, “un cortometraggio interamente concentrato sugli umani e sulla luce” con (in ordine di apparizione) Lia e Aurora Sindona, Silvia Calderoni e Nico Guerzoni, Ida Travi, Lea Marjovski Griggio ed Elena Griggio, Giorgiomaria Cornelio e Lucamatteo Rossi, Matteo Ramponi. I versi da cui le immagini vengono generate sono di Ida Travi (durata 27′); L’ultimo ritocco del nume su Eva Nascente + il desiderio del Nume su Eva nascente, con Massimo Abbondanza e Mariangela Gualtieri (durata 5′); Confiteor (durata 8′) e MCMXC (Millenovecentonovanta; durata 30′) con la voce recitante di Gualtieri.
INFORMAZIONI E BIGLIETTI
🎟 Ingresso per una proiezione: 5 €
🎟 Abbonamento per tre proiezioni: 10 € (prenotabile telefonicamente)
I biglietti sono disponibili su questo sito e acquistabili anche direttamente al Teatro Rasi a partire da un’ora prima dell’evento.
📍 Teatro Rasi – Via di Roma 39, Ravenna
📞 Info: Ravenna Teatro – 0544 36239
Se hai tra i 18 e i 29 anni Ravenna Teatro ti offre la possibilità di svolgere servizio civile volontario presso il proprio Centro di Produzione. Per un anno si avrà la possibilità di lavorare con la squadra organizzativa e a stretto contatto con gli artisti e le artiste delle Albe, approfondendo la conoscenza dei diversi progetti tra il Teatro Rasi e PalazzoMalagola.
Il link al quale candidarsi è https://domandaonline.serviziocivile.it/, il progetto ha per titolo Facciamo cultura: l’arte della comunità e va indicata la sede del Centro di Produzione, Teatro Rasi via di Roma, 39 Ravenna.
ALLENAMENTI
con Monica Francia, Ida Malfatti, Zoe Francia Lamattina
Allenamenti è un ciclo di appuntamenti laboratoriali offerti alla cittadinanza. Gli incontri sono gratuiti e aperti a tutt+ e propongono pratiche della danza di ricerca volte ad attivare sensibilità e movimenti extraquotidiani.
Allenamenti è uno dei modi in cui appare archivia, gruppo di ricerca coreografica creato da Zoe Francia Lamattina nel 2021 con l’obiettivo di lavorare e trasformare il repertorio di pratiche e partiture prodotte tra gli anni Ottanta e i primi Duemila da Monica Francia.
Quest’anno il fuoco è sul processo verso lo spettacolo fragolesangue a cura di Zoe Francia Lamattina, Ida Malfatti e Monica Francia in scena a Ravenna Festival 2025.
L’esposizione, ospitata a Palazzo MALAGOLA di Ravenna, rimarrà allestita fino al 2 febbraio 2025 e in due week-end di apertura straordinaria: 7 – 9 febbraio, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 18 e 14 – 16 febbraio, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 18
“Quando un corpo si congeda, ciò che resta è la presenza della voce”.
Enrico Pitozzi, Ermanna Montanari
Fotografie di Marco Sciotto
Grazie allo straordinario successo e alla grande affluenza di pubblico, il Centro internazionale di ricerca vocale e sonora Malagola annuncia la proroga di Fino ai limiti dell’impossibile. La ricerca vocale di Demetrio Stratos 1970-1979. Secondo movimento, la mostra curata dall’artista e co-fondatrice delle Albe Ermanna Montanari e dal docente e studioso Enrico Pitozzi – entrambi ideatori e direttori del Centro.
Fino ai limiti dell’impossibile, la cui chiusura era inizialmente prevista per venerdì 31 gennaio, rimarrà allestita fino al 16 febbraio, ma sarà visitabile regolarmente fino a domenica 2 febbraio e poi in altri due week-end di apertura straordinaria: dal 7 al 9 febbraio e dal 14 al 16 febbraio, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 18.
La mostra, che ha come curatori associati Marco Sciotto e Dario Taraborrelli, è stata inaugurata lo scorso 14 dicembre 2024 e presenta una selezione di materiali dell’Archivio Demetrio Stratos, acquisito alla fine del 2022 dal Comune di Ravenna, con co-finanziamento della Regione Emilia-Romagna, direttamente dalla vedova Stratos Daniela Ronconi Demetriou e proprio in Palazzo MALAGOLA ha trovato la sede ideale per la sua cura e la sua fruizione.
Fino ai limiti dell’impossibile è un “secondo movimento”, una nuova preziosa tappa nel percorso di conservazione e valorizzazione di un patrimonio documentale di inestimabile valore riguardante una delle figure più importanti nel campo delle arti performative del Novecento, che ha fatto della ricerca sulla vocalità il tratto distintivo del proprio percorso artistico: arriva infatti a un anno di distanza da Amorevolmente progredire, amorevolmente regredendo, una iniziale esposizione dei primissimi materiali sottoposti a un lavoro di riordino, catalogazione e digitalizzazione (quest’ultima a cura di Istituzione Biblioteca Classense di Ravenna) che ha riscosso subito un notevole successo di pubblico e di studiosi. E che da quel momento è diventata disponibile alla fruizione pubblica.
Se il “primo movimento” presentava un nucleo di materiali riguardanti Demetrio Stratos e il suo rapporto con altri artisti, John Cage su tutti, lo spirito di questo “secondo movimento” è l’apertura della ricerca vocale di Stratos alla dimensione extraeuropea, alle musiche dal mondo e alla loro relazione con la diplofonia e con il canto armonico che in Fino ai limiti dell’impossibile troverà il suo culmine in una delle stanze di Palazzo MALAGOLA appositamente dedicata all’ascolto immersivo.
“Intorno ai limiti del linguaggio prende dunque corpo il secondo movimento dell’esposizione dei materiali. Ed è qui che assumono il loro pieno valore due modi che non solo Stratos pratica, ma che esprime pedagogicamente nella loro piena consapevolezza tecnico-anatomica: il controllo del respiro e la ripetizione, che risuonano sia in Antonin Artaud che nella ricerca da autodidatta sul canto difonico” affermano Enrico Pitozzi ed Ermanna Montanari. “Il controllo del respiro è tecnica ascetica, piena consapevolezza che la voce non inizia ma affiora, s’inscrive in un movimento che già da sempre è presente e si dispiega silente, in attesa che un soffio la esprima, la prema fuori, la lasci affiorare in tutto il suo incanto. Lo sa bene Artaud, nella sua radicale urgenza di rifondare il teatro a partire dalla riscoperta di una parola prima della parola, tensione poetica consegnataci nell’opera Pour en finir avec le jugement de Dieu (1947) che Stratos registrò nel 1978. Così come lo sanno bene i cantori mongoli, e più in generale le tradizioni sonore dell’area del Mediterraneo, che Stratos frequenta assiduamente”.
Alla documentazione appartenente all’archivio – tra cui materiali audiovisivi di performance, lezioni e concerti, appunti preparatori legati alla sua produzione artistica, stampe di fotografi che ne hanno immortalato il lavoro nel corso degli anni, strumenti musicali, oggetti, cimeli, capi d’abbigliamento, libri, dischi in vinile, manifesti relativi tanto al suo lavoro da solista quanto a quello con I Ribelli e con gli Area, copie di tesi di laurea, studi e saggi dedicati alla sua ricerca, la rassegna stampa raccolta nel corso dei decenni, alcuni dei quali sono stati messi in mostra nel 2023 – si aggiungono per questo “secondo movimento” documenti inediti sulle performance di Stratos, a partire da quelle che convocano Antonin Artaud e quelle relative a Le milleuna, lavoro in collaborazione con Nanni Balestrini e la coreografa Valeria Magli. E poi ancora materiali riguardanti la sua partecipazione al progetto/happening del 1978 Il treno di John Cage, il suo contributo come autore delle musiche Satyricon diretto da Gabriele Salvatores nella stagione ’78-79 del Teatro dell’Elfo.
Oltre al focus sulle musiche extra-europee, un altro nucleo tematico attorno al quale è organizzata la mostra è quello sul “gesto”: il gesto vocale, i gesti che mettono in campo il corpo e la voce. “Questi tratti della ricerca vocale di Stratos, possono essere pensati come gesti vocali che – nell’incedere del dittico espositivo – si depositano in tracce di volta in volta specifiche, trovando forma in materiali visivi, negli appunti, negli schizzi, nelle partiture a-sistematiche e nei materiali sonori registrati, restituendoci il profilo di una figura artistica prismatica e insofferente alle definizioni, lontano tanto dalla «scena ufficiale» del rock o del pop quanto da quella «d’autore» di quegli anni” aggiungono i due curatori della mostra e direttori artistici di Malagola.
Ben 7 gli ambienti differenti in cui si articola la mostra: una sala sarà dedicata a manifesti che attraversano la storia degli Area e di Stratos solista, una sala cinema con materiali audiovisivi di lunga durata, una sala dedicata a materiali cartacei e fotografici con frammenti di materiali audiovisivi da fruire in un monitor “d’annata”; tre sale dedicate all’ascolto di cui una per ascolto immersivo, una con proposta di ascolti in cuffia associati a materiali esposti all’interno della sala e una sala con una selezione di ascolti che il pubblico potrà scegliere da un menù touch e che propongono canti e musiche di popoli dal mondo presenti nella collezione di dischi di Stratos e le musiche realizzate per il Satyricon; e, in chiusura, una nicchia contenente una serie di oggetti, cimeli e materiali appartenuti all’artista.
Una grande mostra, dunque, che ancora di più restituisce la stratificazione, la complessità e la multiformità di una personalità artistica come quella di Demetrio Stratos.
Infine, in occasione di questa nuova grande esposizione, verrà realizzata una nuova versione, aggiornata, del catalogo pubblicato da Sigaretten Edizioni Grafiche dal titolo Noi non crediamo nello stile. La ricerca vocale di Demetrio Stratos 1970-1979, comprendente sia il Primo – Amorevolmente progredire, amorevolmente regredendo – che il Secondo movimento, Fino ai limiti dell’impossibile.
Fotografie di Marco Sciotto
DEMETRIO STRATOS – NOTA BIOGRAFICA
Demetrio Stratos (italianizzazione di Efstratios Demetriou) nasce il 22 Aprile 1945 da genitori greci ad Alessandria d’Egitto, dove trascorre i primi tredici anni della sua vita e dove frequenta il Conservatoire National d’Athènes, studiando fisarmonica e pianoforte. A seguito degli eventi politici che coinvolgono l’Egitto, si trasferisce dapprima a Cipro e poi, nel 1962, in Italia, dove si iscrive alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano e fonda, l’anno successivo, un gruppo musicale studentesco all’interno del quale figura inizialmente solo come tastierista e successivamente anche come cantante. Nel 1966 si unisce al gruppo rock I Ribelli, che lascia nel 1970 per fondarne uno proprio con musicisti inglesi. Nello stesso anno, anche grazie all’interesse verso la fase di ‘lallazione’ della figlia Anastassia – nata dal matrimonio con Daniela Ronconi, avvenuto l’anno prima –, prende avvio la sua attenzione e la sua ricerca sulle possibilità della vocalità svincolata da ogni relazione con il linguaggio. Nel 1972 nasce il gruppo Area, che l’anno dopo registrerà per la Cramps Records di Gianni Sassi, già partecipe del gruppo Fluxus, il primo album Arbeit macht frei, con una formazione costituita da Stratos, Giulio Capiozzo, Patrizio Fariselli, Ares Tavolazzi e Giampaolo Tofani. Due anni dopo, nel 1974, si avvicina al pensiero e all’opera di John Cage, di cui interpreterà Sixty-Two Mesostics Re Merce Cunningham per voce non accompagnata e microfono. Negli stessi anni, la sua ricerca pratica si arricchisce dei suoi studi di musicologia comparata, di vocalità etnica, di tecniche orientali e di psicanalisi, con una particolare attenzione verso i rapporti tra linguaggio e psiche. Nel 1976 viene pubblicato il suo primo disco da solista, Metrodora, un lavoro per sola voce che presenta la sua ricerca vocale degli ultimi anni. Contestualmente, collabora con Franco Ferrero del Centro di Studio per le Ricerche di Fonetica presso il C.N.R. di Padova, con il quale indaga le caratteristiche fisiologiche della propria sperimentazione. Nel 1978 pubblica il suo quinto e ultimo disco in studio con gli Area, intitolato 1978, gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano!. Nello stesso anno partecipa, a New York, su invito di John Cage, allo spettacolo Events di Merce Cunningham & Dance Company, al concerto di Cage presso il Teatro Margherita di Genova insieme a Grete Sultan e Paul Zukofsky e, a Bologna, all’evento Il treno di Cage. Alla ricerca del silenzio perduto. Ancora nel 1978 esce, sempre per la Cramps, il suo secondo disco solista, Cantare la voce. Nel 1979 registra Le Milleuna, testo di Nanni Balestrini per l’azione mimica di Valeria Magli e, a Parigi, interpreta per France Culture Pour en finir avec le jugement/28 de dieu di Antonin Artaud. Nello stesso anno progetta, con Paolo Tofani e Mauro Pagani, lo spettacolo Rock’n’roll Exhibition, dedicato ai grandi musicisti del rock anni ’50 e tiene un corso di semiologia della musica contemporanea sulla voce al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. È costretto, però, a rinunciare al progetto – già definito nei dettagli – di insegnare, su proposta di Cage, presso il Center for Music Experiment dell’Università di San Diego, in California, a causa dell’insorgere della malattia che lo con- durrà alla morte il mattino del 13 giugno 1979, al Memorial Hospital di New York. Il concerto che era stato organizzato per il 14 giugno all’Arena di Milano per raccogliere fondi che contribuissero alla degenza di Stratos diviene un grande omaggio di centinaia di musicisti in memoria dell’artista.
MALAGOLA
Ideato e diretto da Ermanna Montanari (fondatrice e direzione artistica delle Albe) e da Enrico Pitozzi (studioso e docente dell’Università di Bologna), è il Centro internazionale di ricerca vocale e sonora che ha sede a Palazzo MALAGOLA, edificio storico di proprietà della Provincia concesso in uso dal Comune di Ravenna. Il Centro è concepito in forte relazione con il Teatro Rasi e, nel quadro della progettualità delle Albe/Ravenna Teatro, ospita attività di ampio respiro tra loro connesse: una scuola di vocalità e di studi sul suono, archivi sonori e audiovisivi, il “Collegio Superiore di Estetica della Scena” che promuove partnership editoriali, incontri, seminari, performance, concerti. Malagola ha ricevuto il Premio Ubu 2022 come progetto speciale e il Premio Radicondoli 2023.
CREDITI
FINO AI LIMITI DELL’IMPOSSIBILE
La ricerca vocale di Demetrio Stratos 1970-1979 secondo movimento
a cura di Ermanna Montanari e Enrico Pitozzi
Ravenna Palazzo MALAGOLA
14-22 dicembre 2024 e 7-31 gennaio 2025
7 – 9 febbraio
14 – 16 febbraio
curatori associati Marco Sciotto, Dario Taraborrelli
Il corso di alta formazione Forme e tecniche della vocalità – gratuito e dedicato a 15 studenti – ha l’obiettivo di preparare e consolidare professionalmente figure che gravitano a diverso titolo nell’ambito della creazione e della comunicazione artistica – nello spettro ampio che va dal teatro (performer, attori e attrici e/o strumentisti/e) alla produzione multimediale (radio, audioguide, audiolibri, ecc.) – la cui pratica è indirizzata ad esplorare la voce e le sue interazioni con il suono e la musica strumentale, elettroacustica ed elettronica.
Tra i docenti dei 5 moduli previsti si segnalano:
Modulo 1 – Il primo modulo è dedicato all’estetica della voce e del suono, ai processi storici e ai principi di composizione vocale e sonora. Tra i docenti: Enrico Pitozzi, Lucia Amara, Nicoletta Di Vita. Modulo 2 – Il secondo modulo si sviluppa in workshop finalizzati ad esplorare la creazione artistica in ambito scenico prevalentemente teatrale. Tra i docenti: Ermanna Montanari, Anna Bonaiuto, Maddalena Crippa, Sandro Lombardi, Valter Malosti, Mirella Mastronardi e Chiara Michelini. Modulo 3 – Il terzo modulo si sviluppa in workshop finalizzati alla trasmissione di conoscenze nell’ambito della progettazione di ambienti sonori multicanale sia scenici che installativi. Tra i docenti: Luigi Ceccarelli e Francesco Giomi. Modulo 4 – Il quarto modulo intende fornire conoscenze nell’ambito dell’anatomia e della fisiologia della voce, incluse nozioni di ordine percettivo inerenti all’ascolto. Tra i docenti: Franco Fussi, Silvia Magnani e Francesca Proia. Modulo 5 – Il quinto modulo riguarda i rudimenti progettuali, organizzativi ed economici che possono permettere ai partecipanti di strutturare la propria posizione professionale, individuando nuovi contesti di impiego. Tra gli insegnamenti: lineamenti di amministrazione e diritto d’autore, produzione e distribuzione, mappatura delle strutture teatrali e dei festival. Tra i docenti: Patrizia Cuoco e Silvia Pagliano.
Sarà Silvia Pagliano ad assumere la direzione organizzativa del progetto, mentre Luca Pagliano avrà la direzione tecnica, lavorando con la squadra organizzativa e tecnica delle Albe/Ravenna Teatro. Tutor sarà Gabriella Birardi Mazzone.
La Scuola di vocalità è segnata dal tratto del disegnatore Stefano Ricci, che ha composto il logo e i materiali, insieme al progetto poetico per i social di Malagola di Marco Sciotto, studioso e responsabile degli archivi.
Tra i partner promotori a livello regionale, nazionale e internazionale che aderiscono al progetto si segnalano: Fondazione Ravenna Manifestazioni-Ravenna Festival, ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione, Fondazione I Teatri, Ater Fondazione, Fondazione Flaminia, Istituzione Biblioteca Classense, Conservatorio Statale di Musica G. Verdi di Ravenna, Mar – Museo d’Arte della Città di Ravenna, Santarcangelo dei Teatri – Santarcangelo Festival, L’arboreto – Teatro Dimora Mondaino, Masque Teatro, Edison Studio, Tempo Reale – Centro di ricerca, produzione e didattica musicale, Start Cinema, BH Audio Srl, Robin Rimbaud Art Foundation, Roy Hart Voice Centre, Italian and American Playwrights project-Umanism LLC- Martin E. Segal Theatre Center.
scadenza invio candidature prorogata al 31 gennaio 2025
a info@malagola.eu | +39 348 1382632 (lun-ven 9-13 e 14-18) info Fb/Ig @MalagolaRavenna | info@malagola.eu
corso di Alta formazione gratuito per 15 studenti Ravenna | da marzo a maggio 2025
448 ore complessive: 348 ore di lezioni in aula, 100 ore di “Project Work”
Requisiti di accesso:
-dai diciotto anni di età;
-residenza o domicilio in Emilia-Romagna;
-titolo di formazione secondaria quinquennale, laurea triennale, magistrale o equipollenti;
-pregresse conoscenze, competenze ed esperienze -almeno triennali- nell’area professionale dello spettacolo acquisite attraverso percorsi formativi formali ed esperienze professionali testate, supportate dall’invio di materiale multimediale;
-comprovate competenze ed esperienze -almeno triennali- nell’ambito della musica strumentale, elettronica ed elettroacustica supportate dall’invio di materiale multimediale.
Al termine sarà rilasciato un attestato di frequenza
Malagola fa parte delle attività di formazione teorico-pratiche avviate dal Centro di produzione ed Ente di formazione Teatro delle Albe/Ravenna Teatro.
Operazione Rif. PA 2024-23089/RER approvata con DGR n. 2287 del 09/12/2024 e cofinanziata con risorse del FSE+ 2021-2027 e della Regione Emilia-Romagna
L’inaugurazione è prevista per le 17:00 del 14 dicembre a Palazzo MALAGOLA a Ravenna, si tratta di una nuova tappa del percorso di valorizzazione dell’inestimabile archivio Demetrio Stratos; la mostra rimarrà aperta dal 14 al 22 dicembre 2024 e dal 7 al 31 gennaio 2025
Verrà inaugurata sabato 14 dicembre a Palazzo MALAGOLA di Ravenna (in via di Roma 118) Fino ai limiti dell’impossibile. La ricerca vocale di Demetrio Stratos 1970-1979. Secondo movimento, la mostra curata dall’artista e co-fondatrice delle AlbeErmanna Montanari e dal docente e studioso Enrico Pitozzi – entrambi ideatori e direttori artistici del Centro internazionale di ricerca vocale e sonora Malagola – che presenta una selezione di materiali dell’Archivio Demetrio Stratos, acquisito alla fine del 2022 dal Comune di Ravenna, con co-finanziamento della Regione Emilia-Romagna, direttamente dalla vedova Stratos Daniela Ronconi Demetriou e che proprio in Malagola ha trovato la sede ideale per la sua cura e la sua fruizione. La mostra, che ha come curatori associati Marco Sciotto e Dario Taraborrelli, è a ingresso gratuito e sarà visitabile fino al 22 dicembre, per poi riaprire dal 7 al 31 gennaio 2025.
Fino ai limiti dell’impossibile è un “secondo movimento”, una nuova preziosa tappa nel percorso di conservazione e valorizzazione di un patrimonio documentale di inestimabile valore riguardante una delle figure più importanti nel campo delle arti performative del Novecento, che ha fatto della ricerca sulla vocalità il tratto distintivo del proprio percorso artistico: arriva infatti a un anno di distanza da Amorevolmente progredire, amorevolmente regredendo, una iniziale esposizione dei primissimi materiali sottoposti a un lavoro di riordino, catalogazione e digitalizzazione (quest’ultima a cura di Istituzione Biblioteca Classense di Ravenna) che ha riscosso subito un notevole successo di pubblico e di studiosi. E che da quel momento è diventata disponibile alla fruizione pubblica.
Se il “primo movimento” presentava un nucleo di materiali riguardanti Demetrio Stratos e il suo rapporto con altri artisti, John Cage su tutti, lo spirito di questo “secondo movimento” è l’apertura della ricerca vocale di Stratos alla dimensione extraeuropea, alle musiche dal mondo e alla loro relazione con la diplofonia e con il canto armonico che in Fino ai limiti dell’impossibile troverà il suo culmine in una delle stanze di Palazzo MALAGOLA appositamente dedicata all’ascolto immersivo.
“Intorno ai limiti del linguaggio prende dunque corpo il secondo movimento dell’esposizione dei materiali. Ed è qui che assumono il loro pieno valore due modi che non solo Stratos pratica, ma che esprime pedagogicamente nella loro piena consapevolezza tecnico-anatomica: il controllo del respiro e la ripetizione, che risuonano sia in Antonin Artaud che nella ricerca da autodidatta sul canto difonico” affermano Enrico Pitozzi ed Ermanna Montanari. “Il controllo del respiro è tecnica ascetica, piena consapevolezza che la voce non inizia ma affiora, s’inscrive in un movimento che già da sempre è presente e si dispiega silente, in attesa che un soffio la esprima, la prema fuori, la lasci affiorare in tutto il suo incanto. Lo sa bene Artaud, nella sua radicale urgenza di rifondare il teatro a partire dalla riscoperta di una parola prima della parola, tensione poetica consegnataci nell’opera Pour en finir avec le jugement de Dieu (1947) che Stratos registrò nel 1978. Così come lo sanno bene i cantori mongoli, e più in generale le tradizioni sonore dell’area del Mediterraneo, che Stratos frequenta assiduamente”.
Alla documentazione appartenente all’archivio – tra cui materiali audiovisivi di performance, lezioni e concerti, appunti preparatori legati alla sua produzione artistica, stampe di fotografi che ne hanno immortalato il lavoro nel corso degli anni, strumenti musicali, oggetti, cimeli, capi d’abbigliamento, libri, dischi in vinile, manifesti relativi tanto al suo lavoro da solista quanto a quello con I Ribelli e con gli Area, copie di tesi di laurea, studi e saggi dedicati alla sua ricerca, la rassegna stampa raccolta nel corso dei decenni, alcuni dei quali sono stati messi in mostra nel 2023 – si aggiungono per questo “secondo movimento” documenti inediti sulle performance di Stratos, a partire da quelle che convocano Antonin Artaud e quelle relative a Le milleuna, lavoro in collaborazione con Nanni Balestrini e la coreografa Valeria Magli. E poi ancora materiali riguardanti la sua partecipazione al progetto/happening del 1978 Il treno di John Cage, il suo contributo come autore delle musiche Satyricon diretto da Gabriele Salvatores nella stagione ’78-79 del Teatro dell’Elfo.
Oltre al focus sulle musiche extra-europee, un altro nucleo tematico attorno al quale è organizzata la mostra è quello sul “gesto”: il gesto vocale, i gesti che mettono in campo il corpo e la voce. “Questi tratti della ricerca vocale di Stratos, possono essere pensati come gesti vocali che – nell’incedere del dittico espositivo – si depositano in tracce di volta in volta specifiche, trovando forma in materiali visivi, negli appunti, negli schizzi, nelle partiture a-sistematiche e nei materiali sonori registrati, restituendoci il profilo di una figura artistica prismatica e insofferente alle definizioni, lontano tanto dalla «scena ufficiale» del rock o del pop quanto da quella «d’autore» di quegli anni” aggiungono i due curatori della mostra e direttori artistici di Malagola.
Ben 7 gli ambienti differenti in cui si articola la mostra: una sala sarà dedicata a manifesti che attraversano la storia degli Area e di Stratos solista, una sala cinema con materiali audiovisivi di lunga durata, una sala dedicata a materiali cartacei e fotografici con frammenti di materiali audiovisivi da fruire in un monitor “d’annata”; tre sale dedicate all’ascolto di cui una per ascolto immersivo, una con proposta di ascolti in cuffia associati a materiali esposti all’interno della sala e una sala con una selezione di ascolti che il pubblico potrà scegliere da un menù touch e che propongono canti e musiche di popoli dal mondo presenti nella collezione di dischi di Stratos e le musiche realizzate per il Satyricon; e, in chiusura, una nicchia contenente una serie di oggetti, cimeli e materiali appartenuti all’artista.
Una grande mostra, dunque, che ancora di più restituisce la stratificazione, la complessità e la multiformità di una personalità artistica come quella di Demetrio Stratos.
Infine, in occasione di questa nuova grande esposizione, verrà realizzata una nuova versione, aggiornata, del catalogo pubblicato da Sigaretten Edizioni Grafiche dal titolo Noi non crediamo nello stile. La ricerca vocale di Demetrio Stratos 1970-1979, comprendente sia il Primo – Amorevolmente progredire, amorevolmente regredendo – che il Secondo movimento, Fino ai limiti dell’impossibile.
DEMETRIO STRATOS – NOTA BIOGRAFICA
Demetrio Stratos (italianizzazione di Efstratios Demetriou) nasce il 22 Aprile 1945 da genitori greci ad Alessandria d’Egitto, dove trascorre i primi tredici anni della sua vita e dove frequenta il Conservatoire National d’Athènes, studiando fisarmonica e pianoforte. A seguito degli eventi politici che coinvolgono l’Egitto, si trasferisce dapprima a Cipro e poi, nel 1962, in Italia, dove si iscrive alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano e fonda, l’anno successivo, un gruppo musicale studentesco all’interno del quale figura inizialmente solo come tastierista e successivamente anche come cantante. Nel 1966 si unisce al gruppo rock I Ribelli, che lascia nel 1970 per fondarne uno proprio con musicisti inglesi. Nello stesso anno, anche grazie all’interesse verso la fase di ‘lallazione’ della figlia Anastassia – nata dal matrimonio con Daniela Ronconi, avvenuto l’anno prima –, prende avvio la sua attenzione e la sua ricerca sulle possibilità della vocalità svincolata da ogni relazione con il linguaggio. Nel 1972 nasce il gruppo Area, che l’anno dopo registrerà per la Cramps Records di Gianni Sassi, già partecipe del gruppo Fluxus, il primo album Arbeit macht frei, con una formazione costituita da Stratos, Giulio Capiozzo, Patrizio Fariselli, Ares Tavolazzi e Giampaolo Tofani. Due anni dopo, nel 1974, si avvicina al pensiero e all’opera di John Cage, di cui interpreterà Sixty-Two Mesostics Re Merce Cunningham per voce non accompagnata e microfono. Negli stessi anni, la sua ricerca pratica si arricchisce dei suoi studi di musicologia comparata, di vocalità etnica, di tecniche orientali e di psicanalisi, con una particolare attenzione verso i rapporti tra linguaggio e psiche. Nel 1976 viene pubblicato il suo primo disco da solista, Metrodora, un lavoro per sola voce che presenta la sua ricerca vocale degli ultimi anni. Contestualmente, collabora con Franco Ferrero del Centro di Studio per le Ricerche di Fonetica presso il C.N.R. di Padova, con il quale indaga le caratteristiche fisiologiche della propria sperimentazione. Nel 1978 pubblica il suo quinto e ultimo disco in studio con gli Area, intitolato 1978, gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano!. Nello stesso anno partecipa, a New York, su invito di John Cage, allo spettacolo Events di Merce Cunningham & Dance Company, al concerto di Cage presso il Teatro Margherita di Genova insieme a Grete Sultan e Paul Zukofsky e, a Bologna, all’evento Il treno di Cage. Alla ricerca del silenzio perduto. Ancora nel 1978 esce, sempre per la Cramps, il suo secondo disco solista, Cantare la voce. Nel 1979 registra Le Milleuna, testo di Nanni Balestrini per l’azione mimica di Valeria Magli e, a Parigi, interpreta per France Culture Pour en finir avec le jugement/28 de dieu di Antonin Artaud. Nello stesso anno progetta, con Paolo Tofani e Mauro Pagani, lo spettacolo Rock’n’roll Exhibition, dedicato ai grandi musicisti del rock anni ’50 e tiene un corso di semiologia della musica contemporanea sulla voce al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. È costretto, però, a rinunciare al progetto – già definito nei dettagli – di insegnare, su proposta di Cage, presso il Center for Music Experiment dell’Università di San Diego, in California, a causa dell’insorgere della malattia che lo con- durrà alla morte il mattino del 13 giugno 1979, al Memorial Hospital di New York. Il concerto che era stato organizzato per il 14 giugno all’Arena di Milano per raccogliere fondi che contribuissero alla degenza di Stratos diviene un grande omaggio di centinaia di musicisti in memoria dell’artista.
MALAGOLA
Ideato e diretto da Ermanna Montanari (fondatrice e direzione artistica delle Albe) e da Enrico Pitozzi (studioso e docente dell’Università di Bologna), è il Centro internazionale di ricerca vocale e sonora che ha sede a Palazzo MALAGOLA, edificio storico di proprietà della Provincia concesso in uso dal Comune di Ravenna. Il Centro è concepito in forte relazione con il Teatro Rasi e, nel quadro della progettualità delle Albe/Ravenna Teatro, ospita attività di ampio respiro tra loro connesse: una scuola di vocalità e di studi sul suono, archivi sonori e audiovisivi, il “Collegio Superiore di Estetica della Scena” che promuove partnership editoriali, incontri, seminari, performance, concerti. Malagola ha ricevuto il Premio Ubu 2022 come progetto speciale e il Premio Radicondoli 2023.
CREDITI
FINO AI LIMITI DELL’IMPOSSIBILE
La ricerca vocale di Demetrio Stratos 1970-1979 secondo movimento
a cura di Ermanna Montanari e Enrico Pitozzi
Ravenna
Palazzo Malagola
14-22 dicembre 2024 e 7-31 gennaio 2025
curatori associati Marco Sciotto, Dario Taraborrelli
Ravenna Teatro è tra le realtà teatrali provenienti da 39 paesi che chiedono al Parlamento Europeo di tutelare l’autonomia delle organizzazioni culturali
I leader di quasi 200 organizzazioni culturali – tra cui Ravenna Teatro – che rappresentano migliaia di artisti di teatri, gallerie, festival e opere – hanno alzato collettivamente la voce contro le minacce alla libertà artistica e all’autonomia culturale.
Firmando la lettera RESISTANCE NOW: FREE CULTURE, esprimiamo preoccupazione per gli “attacchi, divieti, licenziamenti e tagli” alle istituzioni culturali in Ungheria e Slovacchia, progettati per indebolire una “diversa cultura europea” e che sembrano a rischio di diffondersi in altri paesi europei, come Paesi Bassi, Francia e Germania. All’inizio di novembre, gruppi ultranazionalisti hanno violentemente ostacolato la prima dell’attore e regista statunitense John Malkovich al Teatro Nazionale Ivan Vazov in Bulgaria.
Allarmati da questa minaccia alla diversità culturale in Europa posta dai movimenti nazionalisti, Milo Rau e Artemis Vakianis (direttori del Festival di Vienna), Matej Drlička (direttore licenziato, Teatro Nazionale Slovacco) e Vasil Vasilev (direttore del Teatro Nazionale di Bulgaria), hanno inviato, insieme alla rete di teatri finanziati con fondi pubblici European Theatre Convention (ETC), alla piattaforma Prospero – Extended Theatre e alla rete Opera Europa la lettera dal titolo RESISTENZA ORA: CULTURA LIBERA al Parlamento Europeo.
I primi firmatari di fama internazionale sono stati Ravenna Teatro, Lukáš Trpišovský e Martin Kukučka (Direttori artistici del Teatro Nazionale di Praga, Repubblica Ceca) Krzysztof Warlikowski (Direttore artistico del Nowy Teatr in Polonia), Tiago Rodrigues (Direttore del Festival d’Avignon in Francia), Iris Laufenberg (Direttore artistico del Deutsches Theatre in Germania), Gianina Carbunariu (regista e drammaturga Romania), Mattias Anderson (Direttore artistico Royal Dramaten in Svezia) e Peter de Caluwe (direttore generale e artistico di La Monnaie / De Munt in Belgio), che hanno sollecitato collettivamente il Parlamento europeo a “prendere finalmente una posizione esplicita” sull’autonomia culturale e attuare una “Legge sulla libertà della cultura” per proteggere gli artisti attraverso la Regola di Legge.
“L’Europa si fonda sull’apertura della vita culturale dei singoli Paesi e sulla loro libera cooperazione” si legge nella lettera. “Se questi scompaiono, il progetto europeo perde la sua anima e il suo significato”.
La lettera è stata presentata il 30 novembre al Teatro Maillon di Strasburgo, al quale ha partecipato l’ex eurodeputata ed ex ministro francese della Cultura, Catherine Trautmann. Si tratta di un’iniziativa “senza precedenti”, che collega le principali istituzioni di 39 paesi, compresi tutti gli Stati membri dell’UE, ed è una continuazione degli sforzi delle organizzazioni promotrici della petizione, come il tour “RESISTANCE NOW” e il Festival di Vienna; gli eventi e le conferenze “European Theatre Talks” della European Theatre Convention (ETC), la più grande rete di teatri finanziati con fondi pubblici in Europa; gli eventi di Opera Europa e Prospero – Extended Theatre.
Parlando della petizione RESISTANCE NOW: FREE CULTURE, Milo Rau, direttore artistico del Festival di Vienna (Wiener Festwochen) | Libera Repubblica di Vienna, ha dichiarato: “La cultura in Europa si trova ad affrontare una crisi. Questi problemi sono presenti in tutto il continente, quindi abbiamo bisogno di agire adesso, altrimenti anche lo stesso progetto di unificazione e pace europea finirà per scomparire”.
Heidi Wiley, direttrice esecutiva di ETC, ha aggiunto: “È senza precedenti unire così tante organizzazioni in tutta Europa e oltre con un obiettivo chiaro: chiedere che le istituzioni europee proteggano la libertà artistica e l’autonomia degli spazi culturali per operare come ambienti aperti e democratici che resistono alle intimidazioni e interferenze politiche”.
Barbara Engelhardt, direttrice artistica di Maillon, ha aggiunto: “La diversità di pensiero e la libertà di espressione sono il fondamento del progetto europeo. Il nostro lavoro a Maillon ha sempre rispecchiato questo e sosteniamo pienamente le ambizioni di questa petizione per garantire una maggiore libertà artistica in tutta Europa”.
Biglietti in promozione a partire da 10€… ma affrettati!
Hai tempo soltanto dalle ore 10.00 alle ore 13.00 di venerdì 29 novembre.
Come acquistare:
– via telefono pagando con carta di credito o Satispay, al numero 0544 249244
– presso la biglietteria del Teatro Alighieri dalle ore 10 alle ore 13 (via Mariani, 2)
Offerta valida sui seguenti titoli della La Stagione dei Teatri, secondo disponibilità di posto.
da Paolo Villaggio • drammaturgia Gianni Fantoni, Davide Livermore, Andrea Porcheddu, Carlo Sciaccaluga • con Gianni Fantoni, Paolo Cresta, Cristiano Dessì, Lorenzo Fontana, Rossana Gay, Marcello Gravina, Simonetta Guarino, Ludovica Iannetti, Valentina Virando • regia Davide Livermore • produzione Teatro Nazionale di Genova, Enfi Teatro, Nuovo Teatro Parioli, Geco Animation
Posti di Galleria e IV ordine
Teatro Alighieri
giovedì 6, venerdì 7, sabato 8 febbraio ore 21:00,
domenica 9 febbraio ore 15:30
scritto e diretto da Marco Baliani • con Marco Artusi, Maria Celeste Carobene, Miguel Gobbo Diaz, Margherita Mannino, Valerio Mazzucato, Andrea Pennacchi, Anna Tringali • musiche eseguite dal vivo da Matteo Nicolin e Riccardo Nicolin • coproduzione Gli Ipocriti Melina Balsamo, TSV-Teatro Stabile del Veneto
dal romanzo di Nicola Lagioia • ideazione VicoQuartoMazzini • regia Michele Altamura, Gabriele Paolocà • adattamento Linda Dalisi • con Michele Altamura, Leonardo Capuano, Enrico Casale, Gaetano Colella, Francesca Mazza, Marco Morellini, Gabriele Paolocà, Andrea Volpetti • produzione SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione, Elsinor Centro di Produzione Teatrale, LAC Lugano Arte e Cultura, Romaeuropa Festival, Teatri di Bari, Teatro Nazionale
Teatro Alighieri
giovedì 20, venerdì 21, sabato 22 marzo ore 21:00,
domenica 23 marzo ore 15:30
di Orson Welles adattato – prevalentemente in versi sciolti – dal romanzo di Herman Melville • traduzione Cristina Viti • uno spettacolo di Elio De Capitani • con Elio De Capitani e Cristina Crippa, Angelo Di Genio, Marco Bonadei, Enzo Curcurù, Alessandro Lussiana, Massimo Somaglino, Michele Costabile, Giulia Viana, Vincenzo Zampa, Mario Arcari • coproduzione Teatro dell’Elfo, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
Teatro Alighieri
giovedì 3, venerdì 4, sabato 5 aprile ore 21:00,
domenica 6 aprile ore 15:30
creazione Sotterraneo • ideazione e regia Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Daniele Villa • con Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Lorenza Guerrini, Daniele Pennati, Giulio Santolini • scrittura Daniele Villa • produzione Sotterraneo • coproduzione Marche Teatro, Associazione Teatrale Pistoiese, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, Teatro Nacional D. Maria II
di Ingmar Bergman • traduzione Roberto Zatti • regia Roberto Andò • con Renato Carpentieri, Alvia Reale, Elia Schilton, Caterina Tieghi • produzione Teatro di Napoli-Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova, Teatro Biondo Palermo
SPETTACOLI A 10€
Teatro Rasi
da martedì 3 a domenica 15 dicembre ore 21:00 (domenica ore 15.30)
pausa lunedì 9 dicembre
di Marco Martinelli • in scena Marco Cacciola • disegno luci Luca Pagliano • scenografia Edoardo Sanchi • musiche originali e sound design Marco Olivieri • tecnico audio Paolo Baldini • realizzazione immagini video Filippo Ianiero • tecnici video Filippo Ianiero, Fagio • realizzazione scene Antonio Barbadoro • con la squadra tecnica delle Albe Alessandro Pippo Bonoli, Gilberto Bonzi, Fabio Ceroni, Enrico Isola, Danilo Maniscalco, Lorenzo Parisi in collaborazione con Rinaldo Rinaldi • assistente alla scenografia Laura Pigazzini • consulenza linguistica Valeria Pollice, Gianni Vastarella • organizzazione Silvia Pagliano, Francesca Venturi • ufficio stampa Alessandro Gambino-GDG Press, Federica Ferruzzi • fotografie dello spettacolo Enrico Fedrigoli • ideazione Marco Martinelli, Ermanna Montanari • regia Marco Martinelli • coproduzione Albe / Ravenna Teatro – Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
Teatro Rasi
giovedì 9, venerdì 10, sabato 11 gennaio
ore 21:00
di Pier Vittorio Tondelli • adattamento e regia Licia Lanera • con Giandomenico Cupaiuolo, Danilo Giuva, Licia Lanera, Roberto Magnani • luci Martin Palma • sound design Francesco Curci • costumi Angela Tomasicchio • aiuto regia Nina Martorana • tecnici di compagnia Massimiliano Tane, Laura Bizzoca • “Sono un ribelle mamma” suonata dai Sunday Beens • produzione Compagnia Licia Lanera • in coproduzione con Albe/Ravenna Teatro • si ringrazia Compagnia La Luna nel Letto
Il testo “Altri Libertini” è edito da Feltrinelli
ridotto del Teatro Rasi
giovedì 30 gennaio ore 21:00, venerdì 31 gennaio ore 19:00,
sabato 1 febbraio ore 21:30
ideazione, regia, luci, progetto sonoro Luigi De Angelis • drammaturgia e costumi Chiara Lagani • con Andrea Argentieri • produzione E Production/Fanny & Alexander in collaborazione Olinda/TeatroLaCucina
Teatro Rasi
venerdì 31 gennaio ore 21:00,
sabato 1 febbraio ore 19:00
tratto dal romanzo di Sheila Heti (Sellerio editore) • drammaturgia Chiara Lagani • regia, luci, progetto sonoro Luigi De Angelis • con Chiara Lagani • architettura software multiscelta Vincenzo Scorza • produzione E Production/Fanny & Alexander
di Spiro Scimone • regia Francesco Sframeli • con Francesco Sframeli, Spiro Scimone, Gianluca Cesale, Giulia Weber • produzione Associazione Culturale Scimone Sframeli/Teatro Metastasio di Prato in collaborazione con Istituzione Teatro Comunale Cagli
Teatro Rasi
martedì 4, mercoledì 5 marzo ore 21:00
di Shelagh Stephenson, 1996 An Intimate drama tradotto da Irena Duša Draž • regia Maša Pelko • dramaturg Tereza Gregorič • con Ivana Percan Kodarin, Anuša Kodelja k.g., Marjuta Slamič
di Enrico Castellani e Valeria Raimondi • con Ettore Castellani e Orlando Castellani e con Valeria Raimondi, Enrico Castellani, Luca Scotton • produzione Babilonia Teatri, La Corte Ospitale • coproduzione Operaestate Festival Veneto in collaborazione con Dialoghi – Residenze delle Arti Performative a Villa Manin 2021
Il Master di I livello IKONA dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna forma esperti nella produzione video, nella curatela digitale e nella valorizzazione del patrimonio audiovisivo dello spettacolo dal vivo.
Il master di primo livello IKONA. Produzione, curatela digitale e valorizzazione del patrimonio audiovisivo dello spettacolo dal vivo è frutto del dialogo tra il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna e il Dipartimento di Beni Culturali – Campus Ravenna, in stretta connessione con Ravenna Teatro, il Comune di Ravenna, ERT Emilia-Romagna Teatro Fondazione e la Fondazione Flaminia.
Il master opera nel campo della valorizzazione del patrimonio immateriale dello spettacolo dal vivo e dei suoi processi di creazione (teatro, danza, musica, performance) ed ha come obiettivo quello di preparare e consolidare professionalmente – per la prima volta nel panorama nazionale ed europeo – un’unica figura capace di agire in un doppio ambito: come videomaker, al fine di elaborare nuovi protocolli di documentazione e ripresa dello spettacolo dal vivo (per l’archiviazione, per lo streaming, per la fruizione in piattaforme on demand o affini), e come curatore/curatrice di archivi audiovisivi in grado di progettare azioni di promozione e valorizzazione digitale del patrimonio culturale immateriale dello spettacolo dal vivo, sia in ambito pubblico sia nel settore privato, sostenendo e incrementando le attività di Teatri, Enti Lirici, Musei, Fondazioni che, a vario titolo, si occupano di spettacolo, in Italia e in Europa.
Un nuovo percorso da Porto Corsini, Marina di Ravenna, Punta Marina, Lido Adriano e Porto Fuori per la Stagione 2024-2025
Da diversi anni Ravenna Teatro offre ai residenti delle Circoscrizioni Nord e Sud del Comune di Ravenna e dei Comuni di Alfonsine e Voltana, l’opportunità di assistere agli spettacoli de La Stagione dei Teatri usufruendo di un servizio di trasporto gratuito.
Dal risvolto sia pratico che sociale, il servizio vuole coinvolgere una fascia di età eterogenea con un particolare pensiero agli studenti. Ogni viaggio sarà occasione di incontro tra cittadini accomunati dalla passione per il teatro, che saranno accompagnati da una presentazione dello spettacolo.
Per la prima volta quest’anno il servizio comprende anche Porto Corsini, Marina di Ravenna, Punta Marina, Lido Adriano e Porto Fuori.
L’abbonamento conta 8 appuntamenti:
Geppi Cucciari Perfetta, Marco Martinelli, Marco Cacciola Lettere a Bernini, Gianni Fantoni Fantozzi. Una tragedia, Andrea Pennacchi, Marco Baliani Arlecchino?, VicoQuartoMazzini La ferocia, Elio De Capitani Moby Dick alla prova, Teatro Sotterraneo L’angelo della storia, Renato Carpentieri Sarabanda.
Gli spettacoli iniziano alle ore 21:00. Orari e fermate sono da concordare in base alle adesioni. Il costo dell’abbonamento è di 146 € (per gli under26 50 €).
Di seguito le date e i percorsi:
LINEA CIRCOSCRIZIONI NORD, ALFONSINE E VOLTANA
LINEA LIDI E PORTO FUORI
Marco Martinelli, Marco Cacciola Lettere a Bernini Linea circoscrizioni nord, Alfonsine e Voltana giovedì 5 dicembre Linea Lidi e Porto Fuori martedì 10 dicembre
Informazioni e prenotazioni Ravenna Teatro tel. 0544 36239 e info@ravennateatro.com
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