Il 2 novembre si apre ufficialmente La Stagione dei Teatri 2023/2024
Un prologo composto da quattro appuntamenti coprirà l’intero mese di ottobre; da quello successivo l’inaugurazione di una stagione ricca, che propone classici rivisitati da registi di fama e spettacoli ispirati a testi che nascono da generi letterari diversi tra loro
L’autunno porta con sè la voglia di tornare in teatro e La Stagione dei Teatriè pronta con nuovi titoli e nuove suggestioni. Organizzato da Ravenna Teatro – centro di produzione teatrale riconosciuto dal Ministero della Cultura quale primo centro in Italia per qualità artistica – insieme al Comune di Ravenna, il cartellone della nuova stagione offre classici rivisitati da registi di fama e spettacoli ispirati a testi che nascono da generi letterari diversi; brani che aprono a profonde riflessioni sull’oggi e che pongono interrogativi mai risolti. Come di consueto, saranno i due teatri della città, Teatro Rasi e Teatro Alighieri, ad accogliere la Stagione che si articolerà tra novembre e aprile.
LE PRESENTAZIONI ITINERANTI
Come lo scorso anno, continuano le presentazioni itineranti: studi professionali, dipartimenti universitari, sedi di associazioni, scuole, case di privati e centri di aggregazione dal cuore della città alla periferia ospiteranno, fino a fine ottobre, il racconto degli spettacoli in cartellone (clicca qui per il calendario aggiornato).
IL PROLOGO A OTTOBRE
Novità di quest’anno sarà un prologo che occuperà l’intero mese di ottobre con quattro appuntamenti al Teatro Rasi che vedranno protagonisti le Albe con Laura Redaelli (2-8 ottobre) e il suo omaggio in forma di studio alla poeta Antonia Pozzi, Per troppa luce; VajontS 23, ideato da Marco Paolini con il contributo di Marco Martinelli, che andrà in scena in oltre centro teatri italiani in simultanea lunedì 9 ottobre (a Ravenna l’appuntamento sarà al Rasi alle 21:00 e sarà diretto dallo stesso Martinelli); Fiorenza Menni, martedì 24 ottobre, con Leggere Franco Quadri e Occam Océan con Silvia Tarozzi e Enrico Malatesta venerdì 27 ottobre in stretta relazione al percorso intrapreso da Malagola.
LA STAGIONE
Fino al 25 ottobre sarà possibile abbonarsi alla Stagione: l’abbonamento prevede sei spettacoli fissi e due a scelta.
I sei spettacoli fissi, programmati al Teatro Alighieri, sono: Uomo e galantuomo, primo testo in tre atti di Eduardo De Filippo, scritto a soli ventidue anni, interpretato da Geppy Gleijeses, allievo del Maestro e da lui autorizzato a portare in scena le sue opere; Kohlhaas, in cui Marco Baliani racconta la storia di un sopruso che, non risolto attraverso le vie del diritto, alimenta una spirale di violenze sempre più incontrollabili in nome di un ideale di giustizia naturale e terrena; Trappola per topi, un classico della letteratura teatrale, scritto dalla regina del giallo per antonomasia, Agata Christie, viene portato in scena attraverso una rilettura di cui è protagonista l’attore Ettore Bassi; Anna Della Rosa e Valter Malosti vestiranno invece i panni dei due straripanti protagonisti della grande tragedia scritta da William Shakespeare tra il 1607 e il 1608, Antonio e Cleopatra. Nata dalla penna, insieme forte e delicata, di Viola Ardone, Oliva Denaro è la protagonista che dà il nome al libro da cui nasce lo spettacolo e che vede sul palco Ambra Angiolini; La Locandiera, di Antonio Latella con Sonia Bergamasco, porrà infine l’accento sulla straordinaria attualità del primo testo italiano in cui è protagonista una donna.
Nella rosa dei titoli che compongono gli spettacoli a scelta, compaiono invece Alessandro. Un canto per la vita e le opere di Alessandro Leogrande, omaggio del Teatro Koreja allo scrittore e giornalista tarantino impegnato nella difesa dei diritti dei migranti e nelle battaglie in favore degli ultimi della Terra; la trilogia del Teatro delle Albe che rende omaggio ai maestri di Marco Martinelli e Ermanna Montanari: Pasolinacci e Pasolini, quattro movimenti di ascolto; A te come te. Scritti giornalistici di Giovanni Testori e 5 fotogrammi per Bernardo Bertolucci. La buca è invece il titolo del nuovo spettacolo di Nerval Teatro – realtà orientata a indagare il ruolo sociale e relazionale dell’arte – ispirato all’opera di Samuel Beckett, mentre Étoile è frutto dell’incontro tra una drammaturga in grado di abbandonare le parole e agire sui gesti (Rita Frongia), e un attore capace nel mettere in campo la sua storia e il suo sapere tecnico attraverso il corpo (Stefano Vercelli).Terzo Reichdi Romeo Castellucci / Societas è un’installazione audiovisiva basata sulla rappresentazione spettrale di tutti i nomi. I sostantivi del vocabolario italiano vengono proiettati a uno a uno con una velocità commisurata alla capacità retinica di trattenere una parola che appare nel baleno di un ventesimo di secondo. La Faglia è il racconto dell’ostinazione di due uomini deputati a tappare i buchi di un mondo in declino nato dalla penna dell’autrice francese Adèle Gascuel che, con ironia, ripercorre la logica di pensiero dell’Occidente moderno. In 7 contro Tebe la tragedia di Eschilo viene rivisitata da I sacchi di sabbia in chiave comica miscelando alto e basso senza soluzione di continuità. Marco Baliani torna come protagonista di Una notte sbagliata, titolo che pone una profonda riflessione sull’abuso di potere anche in rapporto alla vicenda legata a Stefano Cucchi, mentre in Barabba la regista Teresa Ludovico porta alla ribalta un testo inedito del 2010 di Antonio Tarantino, che spaziano dal sacro al profano. Divertenti e terribili, anarchici e surreali, Flavia Mastrella e Antonio Rezza giocheranno alla vita come in un ideogramma nello spettacolo 7-14-21-28, “in cui volumi triangolari diretti verso l’alto coesistono con linee orizzontali, ma in verticale si muove solo l’uomo”. Il figlio della tempesta. Musiche, parole e immagini dalla Fortezza è la nuova edizione del concerto-spettacolo diretto da Armando Punzo e dedicato alla Compagnia di detenuti-attori, fondata dal regista napoletano nel 1988 all’interno del carcere di Volterra. In Balasso fa RuzanteNatalino Balasso propone una comicità vitale, ma allo stesso tempo amara, pervasa da un dirompente realismo espressivo. Un mondo di villani dove la peste va e viene e dove il tragico e il comico si fondono in maniera inscindibile. Con Sole e Baleno il racconto si ispira, in modo libero, ad una storia realmente accaduta in Italia negli anni Novanta del ‘900, quella di due giovani uniti da un amore assoluto – e dal loro idealismo – che si scontrano con una società che prima reprime e uccide, poi riflette. L’artista sonora e musicista Agnese Banti sarà protagonista di Speaking Cables, dispositivo coreografico per voce, cavi e altoparlanti con cui porterà in scena la propria voce per scucire e ricucire lo spazio attraverso il suono spazializzato che si svela sulla scena. In Le vacanzeAlessandro Berti racconta invece di un mondo appena futuro, in cui due adolescenti, dopo l’esame di maturità, si interrogano sui cambiamenti climatici. Con Diario di Pinocchio 20202065Roberto Corradino propone infine un’iniziazione collettiva di cui il pubblico diventa inconsapevole protagonista e testimone. Una cerimonia genealogica che prova a raccontare la biografia culturale, il modello identitario, la storia personale della nostra nazione sullo sfondo della Grande Storia.
A completare l’offerta, due eventi speciali: Edipo. Una fiaba di magia, di Chiara Guidi, co-fondatrice della Socìetas Raffaello Sanzio, oggi Socìetas, che da anni elabora una specifica concezione di teatro infantile e che sarà in scena giovedì 11 aprile al Teatro Rasi, e Santa Giovanna dei Macelli, di Teatro Nazionale e ErosAntEros, evento speciale in collaborazione con POLIS Teatro Festival in programma all’Alighieri il 24 aprile.
“Abbiamo la necessità – sottolineano Marcella Nonni e Alessandro Argnani, co-direttori di Ravenna Teatro – di tornare all’ascolto e di metterci in connessione con chi ci ha preceduto e con chi, oggi, ha cose da dire. Questa Stagione si sviluppa tra pilastri della tradizione, come Eschilo e De Filippo, e giovani autrici contemporanee, come Adele Gasquel e Viola Ardone, e si sofferma su temi fortemente attuali, quali i mutamenti climatici e ambientali”.
“Si torna a teatro – osserva l’assessore alla Cultura del Comune di Ravenna, Fabio Sbaraglia – grazie al sapiente lavoro e alla contagiosa passione con cui Ravenna Teatro, negli anni, ha saputo radicare i linguaggi teatrali nella vita quotidiana della nostra città. In virtù di questo lungo lavoro di semina – che si è nutrito di incontri, di laboratori della non-scuola, di Chiamate Pubbliche e di confronti serrati – i luoghi di spettacolo sono diventati spazio pubblico nel senso più alto del termine. Spazi di condivisione e di crescita in cui ritrovare compagnie e artisti, ormai diventati familiari, insieme a nuove proposte filtrate dall’esperienza di una direzione artistica sempre alla ricerca di stimoli nuovi. Incontri che si trasformano in strumenti di lettura del presente e che ci proiettano in un futuro sempre più prossimo anche grazie alla scelta di temi quali i grandi mutamenti climatici e ambientali. E rimanendo in tema di ambiente – conclude l’assessore – anche quest’anno prosegue un’opportunità preziosa sotto molteplici aspetti, ovvero la possibilità, per abbonati e abbonate, di poter usufruire di un servizio di trasporto gratuito verso il teatro con successivo rientro. Una modalità che rappresenta un unicum sul nostro territorio, occasione utile per adolescenti e anziani”.
IN VIAGGIO VERSO IL TEATRO
Anche quest’anno Ravenna Teatro torna ad offrire ai residenti delle Circoscrizioni Nord e Sud del comune di Ravenna e a quelli del comune di Alfonsine l’opportunità di recarsi a teatro usufruendo di un servizio di trasporto gratuito. Si tratta di un servizio molto caro al pubblico di ogni età, dai giovani agli anziani, che permette di spostarsi gratuitamente in orario serale e di essere riaccompagnati al termine dello spettacolo (abbonamento più servizio di trasporto 146 euro / under 26 50 euro).
Grande attenzione continua infine ad essere riservata anche a chi ha meno di 26 anni, che potrà usufruire di abbonamenti a prezzi popolari.
CONCORSO PER LE SCUOLE
Dopo il successo dello scorso anno, tornerà il consueto concorso rivolto alle scuole. La proposta è quella di recensire uno o più spettacoli in calendario attraverso linguaggi congeniali ad alunni e alunne (dalla creazione di un testo scritto alla realizzazione di un video). Una giuria qualificata assegnerà il primo premio alla classe vincitrice, che avrà la possibilità di partecipare ad un viaggio alla scoperta di realtà italiane che presentano percorsi simili a quelli di Ravenna Teatro. Questo aspetto si legherà al progetto In viaggio con Ravenna Teatro – progetto alla scoperta di realtà che condividono valori simili a quelli di questo centro di produzione – e che quest’anno porterà a visitare Pompei, nell’ambito del progetto dedicato ad Aristofane dal titolo Sogno di volare prodotto da Ravenna Festival, Parco Archeologico di Pompei e diretto da Marco Martinelli.
IL TEATRO FA CENTRO
Anche quest’anno prosegue l’iniziativa Il teatro fa centro, nata dalla collaborazione con Reclam – editore della rivista Palcoscenico e del settimanale Ravenna&Dintorni – per creare una serie di momenti di scambio e confronto con il teatro, ma fuori dal teatro. In occasione di diversi spettacoli della Stagione, alcuni negozi del centro ospiteranno incontri di approfondimento con i condirettori di Ravenna Teatro, Alessandro Argnani e Marcella Nonni, e alcuni protagonisti della Stagione. Bar, caffè, negozi, ristoranti trovano così un nuovo modo per interpretare la loro vocazione originaria di luoghi di svago, ma anche di promozione della cultura, del pensiero, del progresso di un’intera comunità. Lo scorso anno sono stati protagonisti Marchegiani Arte Orafa di Maria Marchegiani in via Matteotti 11, dove sono intervenuti gli attori Giacomo Poretti e Daniela Cristofori, Forlini Optical di Gianni Forlini, in via Cairoli 17/A, dove è stato presente l’attore Claudio Casadio, Vittoria Grassi Parrucchieri, in via Mazzini 37, con Chiara Lagani, e il Mercato Coperto di Ravenna, in piazza Andrea Costa 6, dove hanno portato la loro testimonianza Luigi Dadina e Davide Reviati.
COLLABORAZIONI
La rassegna è organizzata con il supporto di Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna, Coop Alleanza 3.0, Fondazione del Monte di Bologna e di Ravenna, Assicoop Unipol Sai, Cna, Reclam, Bcc Ravennate, Forlivese e Imolese. Media Partner: Il Resto del Carlino, Corriere Romagna, Ravenna Notizie, Setteserequi, Ravenna Web Tv, Pubblisole, Ravenna24ore, Ravenna e Dintorni.
Numerose le collaborazioni che proseguono anche quest’anno su fronti diversi: nell’ambito della formazione si rinsalda il rapporto con Fondazione Flaminia e crescono i progetti costruiti insieme al MAR, museo d’arte della città di Ravenna, all’istituto superiore di studi musicali Giuseppe Verdi e all’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Sempre in ambito cittadino continuano le collaborazioni con associazioni di categoria e di volontariato, come nel caso di Avis, e con realtà private quali ad esempio Fondazione Sabe o il ristorante Il Passatore.
Si ringraziano inoltre Cometa, Nuova OLP e Romagna Acque.
BIGLIETTERIA
Platea e palco I, II e III ordine Teatro Alighieri, I settore Teatro Rasi
intero 165 € | ridotto* 146 € | under26 50 €
Ti presento i miei (under20+genitore) 167 €
Galleria e palco IV ordine Teatro Alighieri, II settore Teatro Rasi
intero 113 € | ridotto* 103 € | under26 40 €
Ti presento i miei (under20+genitore) 122 €
Loggione Teatro Alighieri, II settore Teatro Rasi
intero 55 € | under26 38 €
BIGLIETTI
I biglietti saranno in vendita da sabato 28 ottobre presso la biglietteria del Teatro Alighieri; telefonicamente con carta di credito o Satispay; su ravennateatro.com; presso le agenzie de La Cassa di Ravenna Spa e Iat Ravenna. Il servizio di prevendita comporta la maggiorazione del 10% sul prezzo del biglietto. I biglietti per gli spettacoli inseriti in Prologo e in Eventi speciali sono in vendita dal 18 settembre. Prezzi e modalità di acquisto su ravennateatro.com
Teatro Alighieri
Platea e palco I, II e III ordine
intero 26 € | ridotto* 22 € | under26 10 €
Galleria e palco IV ordine
intero 18 € | ridotto* 16 € | under26 10 €
Loggione
intero 9,00 € | under26 6 €
Per Oliva Denaro
Platea e palco I, II e III ordine
ingresso unico 40 €
*Cral aziendali, gruppi organizzati, docenti, oltre i 65 anni, TCI Touring Club Italiano, soci Coop Adriatica, Esp Club Card, soci Credito Cooperativo, Arci, Ali Intesa Sanpaolo, Avis, Amici di RavennAntica, soci Capit, Assicoop, Cna, Coldiretti, Confcooperative, Legacoop, Stadera, Unipol e Euro Company.
Tutte le informazioni sui vantaggi e le promozioni per gli abbonati, Cral aziendali, gruppi organizzati e gruppi scolastici, Ti presento i miei e il servizio di trasporto gratuito per gli spettatori del forese e di Alfonsine sono pubblicate su ravennateatro.com
LUOGHI E ORARI BIGLIETTERIE
Teatro Alighieri via Mariani 2 Ravenna tel. 0544 249244 aperta tutti i feriali dalle 10:00 alle 13:00, giovedì anche dalle 16:00 alle 18:00 e da un’ora prima di ogni evento. Teatro Rasi via di Roma 39 Ravenna tel. 0544 30227 aperta il giovedì dalle 16:00 alle 18:00 e da un’ora prima di ogni evento.
L’archivio Demetrio Stratos, appena acquisito dal Comune di Ravennae dalla Regione Emilia-Romagna, trova la sua casa ideale a Malagola, il centro internazionale di ricerca vocale e sonora diretto da Ermanna Montanari ed Enrico Pitozzi, che ne avvia, così, la valorizzazione e la messa a disposizione di studiosi, di ricercatori e del pubblico più vasto.
Costituito da un’ampia varietà di documenti e oggetti appartenuti all’artista, con centinaia di elementi tra documentazione manoscritta, appunti, fotografie, abiti, cinture tradizionali, oggetti utilizzati durante i concerti e le performance, volantini, manifesti, rassegna stampa, lettere, libri, dischi, registrazioni audio, videocassette e materiali audiovisivi digitalizzati, l’archivio testimonia sia l’attività creativa di Stratos che il contesto culturale che egli aveva costruito nella propria abitazione, in primis il rapporto di amicizia e collaborazione artistica con John Cage.
Un archivio conservato finora da Daniela Ronconi Demetriou, vedova Stratos, che rappresenta una risorsa fondamentale per ricostituire – grazie a possibili percorsi attraverso le sue tracce e inedite forme di esperienza di ciò che esse sono in grado di generare – il contatto quanto più diretto possibile con un artista che ha segnato in modo radicale e fondamentale la storia della musica e della ricerca sulla vocalità e che, come afferma Ermanna Montanari, «con la sua voce è in grado di attivare in noi l’esperienza del sacro».
Un patrimonio di rilevanza primaria che si inserisce in un percorso che Malagola sta avviando nel segno degli archivi d’arte, del loro ripensamento, della loro interconnessione e valorizzazione e che, come spiega Enrico Pitozzi, «inaugura una ‘fruizione esperienziale’ dei materiali sonori, destinata a cambiare i modi e le pratiche d’ascolto».
Queste le motivazioni alla base del riconoscimento consegnato nell’ambito della 44esima edizione dei Premi Ubu.
“Malagola, diretta e fondata da Ermanna Montanari ed Enrico Pitozzi, è una scuola di vocalità dall’anima artistica e scientifica. Nata da poco più di un anno, a Ravenna, è una bottega d’arte riconosciuta come corso di alta formazione, aperta alla cittadinanza in diverse articolazioni pubbliche. Molteplici esperienze artistiche sono confluite così in luogo fisico, un palazzo storico di pregio, restituito alla città in sinergia con le istituzioni locali: il manifestarsi ‘politico’ del procedere congiunto di trasmissione e ricerca”.
Per la serata di premiazione è stato chiesto ai partecipanti di indicare una parola sul teatro del futuro e quella scelta da Montanari e Pitozzi è stata ascolto.
“La nostra – hanno spiegato i due direttori – è una parola iniziale, delle origini, condivisa fin da subito con il Teatro delle Albe, Ravenna Teatro e con Mirella Mastronardi perchè è profondamente connessa alla questione del futuro, inteso come origine, con l’augurio che Malagola possa essere un luogo in cui le voci del teatro possano essere custodite, ascoltate e riascoltate per poter emergere”.
Alla serata ha inoltre preso parte il sindaco e presidente della Provincia di Ravenna, Michele De Pascale, “con cui – ha sottolineato Ermanna Montanari – abbiamo fatto, per mesi, un lavoro spericolato per mettere in uso un palazzo del Settecento abbandonato da vari anni dal nome, appunto, di Malagola, che abbiamo inteso come destino”.
Oltre che dal pubblico dell’Arena del Sole, la serata è stata seguita in diretta radiofonica su Rai Radio3-Radio3Suite, anche quest’anno principale media-partner, e da diversi gruppi d’ascolto, collegati da abitazioni, associazioni o teatri in diverse parti d’Italia, tra cui lo stesso Palazzo Malagola di via di Roma 118 a Ravenna.
Tra i partner di Malagola, insieme a Comune di Ravenna e Regione Emilia-Romagna, si ricordano Fondazione Ravenna Manifestazioni-Ravenna Festival, ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione, Fondazione I Teatri, Ater Fondazione, Fondazione Nazionale Aterballetto, Fondazione Flaminia, Mar – Museo d’Arte della Città, Istituto Superiore di Studi Musicali Giuseppe Verdi, Santarcangelo dei Teatri – Santarcangelo Festival, L’arboreto – Teatro Dimora Mondaino, Cantieri Danza APS, Centro di Ricerca Produzione e Didattica musicale Tempo Reale, Edison Studio Associazione Culturale, Associazione Culturale Masque Teatro, Associazione Culturale Masque Teatro, Start Cinema, La Voce Artistica, BH Audio, Institut Français d’Italie, Italian and American Playwrights project-Umanism LLC- Martin E. Segal Theatre Center.
Dal Mostro di Ravenna alla setta degli accoltellatori, dagli esploratori ravennati fino alla vicenda di Giovanni Frignani, passando per il Petrolchimico, torna in scena la storia della città
Il 5 dicembre (prima data posticipata) verrà inaugurata la quarta stagione di Storie di Ravenna – serie che nasce dalla volontà di raccontare la storia della città attraverso la voce di studiosi ed esperti utilizzando, però, i tempi ed i linguaggi del teatro. Dopo l’evento speciale organizzato dal 19 al 23 ottobre al Teatro Socjale di Piangipane, dal titolo Volta e Rivolta. Storie di braccianti e cooperazione per i cento anni (e uno) del Teatro Socjale, e dopo la serata dedicata a Maria Goia, ospitata al teatro comunale di Cervia, torna il racconto a più voci – corredato da immagini e letture – che vuole arrivare a un pubblico vasto ed essere anche un momento di incontro e condivisione.
Tutti gli spettacoli si svolgono alle 18.00 al Teatro Rasi.
Lunedì 5 dicembre (data modificata rispetto al programma annunciato)
Con Eraldo Baldini, scrittore · Elisa Emaldi, studiosa · Giovanni Gardini, Museo Diocesano Faenza · Laura Orlandini, storica, Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Ravenna e provincia · Daniele Torcellini, curatore della mostra ‘Prodigy Kid. Francesco Cavaliere e Leonardo Pivi’.
Nella Ravenna del 1512 una nascita singolare suscitò terrore e sgomento in città: appena nato, il bambino presentava un corno sulla fronte, una gamba con squame di serpente, ali da pipistrello, affilati artigli. Una presenza, la sua, che destò un inquieto stupore e fu letta come presagio di eventi terribili. Quanto era stato predetto trovò compimento poco tempo dopo nella Battaglia di Ravenna, che portò morte e distruzione.
Letture di Laura Redaelli e musiche dal vivo di Giacomo Piermatti
Con Claudia Bassi Angelini, studiosa · Giovanni Gardini, Museo Diocesano Faenza · Alessandro Luparini, storico e direttore della Fondazione Casa Oriani · Laura Orlandini, storica, Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Ravenna e provincia · Sonia Muzzarelli, conservatrice Ausl Romagna.
La storia della “setta” che negli anni Sessanta dell’Ottocento portò Ravenna alla ribalta delle cronache nazionali, quando tra le vie della città si verificò una serie di omicidi all’apparenza inspiegabili, ma legati da un’unica matrice. In una terra attraversata da accesissime passioni politiche, da una modernità piena di contrasti, il processo agli accoltellatori portò sulla scena pubblica i conflitti di un’epoca, tra sogni di rivoluzione e banditi di professione.
Letture di Luigi Dadina e musiche dal vivo di Mondoriviera
Con Giovanni Gardini, Museo Diocesano Faenza · Franco Gabici, studioso · Benedetto Gugliotta, Istituzione Biblioteca Classense · Alessandro Luparini, storico e direttore della Fondazione Casa Oriani.
Pellegrino Matteucci, Romolo Gessi e Francesco Negri: tre nomi noti per la toponomastica cittadina, ma di cui si conosce ben poco. Tre esploratori ravennati che, in epoche diverse, si resero protagonisti di avventurose esplorazioni in parti allora sconosciute del globo, dall’estremo Nord Europa all’Africa subsahariana, contribuendo in modo determinante a nuove scoperte e conoscenze.
Letture di Laura Redaelli e musiche dal vivo di Marco Zanotti
Con Cesare Albertano, studioso · Luigi Dadina, attore · Alessandra Dragoni, fotografa · Giovanni Gardini, Museo Diocesano Faenza · Alessandro Luparini, storico e direttore della Fondazione Casa Oriani · Laura Orlandini, storica, Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Ravenna e provincia.
Partendo dal film di Michelangelo Antonioni, che ha immortalato la raffineria Sarom e il complesso petrolchimico dell’Anic anche grazie alle suggestioni di Tonino Guerra, l’attualità di uno spazio che da luogo del ricordo si fa scenario di una partita che, ancora una volta, vede al centro scelte che guardano al futuro.
Letture di Luigi Dadina e musiche dal vivo di Francesca Amati
Con Paolo Cavassini, studioso · Giovanni Gardini, Museo Diocesano Faenza · Alessandro Luparini, storico e direttore della Fondazione Casa Oriani · Laura Orlandini, storica, Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Ravenna e provincia.
La drammatica vicenda del tenente colonnello dei Carabinieri Giovanni Frignani, medaglia d’oro al valore militare, l’uomo che il 25 luglio 1943 arrestò il duce. La puntata si incentra sul racconto di questo ravennate che catturò Ettore Muti e divenne protagonista nelle file della Resistenza militare, finendo drammaticamente ucciso alle Fosse Ardeatine.
Letture di Laura Redaelli e musiche dal vivo di Enrico Farnedi
Storie di Ravenna è ideato e curato da Alessandro Argnani, Luigi Dadina, Federica Ferruzzi, Giovanni Gardini, Alessandro Luparini, Roberto Magnani, Laura Orlandini, Alessandro Renda.
È consigliato l’acquisto in prevendita. Ingresso unico 5 €
I biglietti sono in vendita da giovedì 24 novembre sulla BIGLIETTERIA ON-LINE, presso la biglietteria del Teatro Rasiil giovedì dalle 16:00 alle 18:00 e da un’ora prima di ogni spettacolo.
ABBONAMENTI
È possibile sottoscrivere un abbonamento che dà la possibilità di vedersi garantito un posto assegnato. Il costo sarà comunque di 25 €. Gli abbonamenti saranno in vendita esclusivamente giovedì 24 novembre dalle 16:00 alle 18:00 e sabato 26 novembre dalle 11:00 alle 13:00 presso la biglietteria del Teatro Rasi, tel. 0544 30227.
Storie di Ravenna è supportato da Comune di Ravenna, Regione Emilia-Romagna, Ministero della Cultura, Fondazione del Monte, Bcc ravennate, forlivese e Imolese, Assicoop, Coop Alleanza 3.0., Reclam, Apt Emilia-Romagna e Nuova Olp.
Il progetto è firmato da Associazione Culturale Bronson, che chiama a raccolta nel cuore della città romagnola il meglio della ricerca internazionale in ambito sonoro. Giunto alla sua quattordicesima edizione, il festival sarà diretto quest’anno da Marta Salogni, tra le producer italiane di maggiore successo internazionale: di base a Londra, fresca vincitrice del Music Producer Guild (uno dei massimi riconoscimenti del settore in UK) come Producer of the Year – dopo avere vinto nel 2018 l’MPG come Breakthrough Engineer Of The Year e nel 2020 come Breakthrough Producer Of the Year – Salogni ha lavorato tra gli altri con artisti del calibro di Björk, Bon Iver, Animal Collective, FKA Twigs, Frank Ocean, The xx e più recentemente Depeche Mode.
Questa edizione della manifestazione si sposta dal complesso ex-industriale delle Artificerie Almagià, sede storica di Transmissions, al Teatro Rasi, oggetto negli mesi scorsi di una importante ristrutturazione. Il Rasi ospiterà, insieme al vicino MAR Museo d’Arte della città di Ravenna (via di Roma 13), le avanguardie più sorprendenti della scena internazionale.
Transmissions Festival è presentato da Associazione Culturale Bronson con il contributo del Comune di Ravenna – Assessorato Alla Cultura, Ravenna Per Dante e Regione Emilia-Romagna e la collaborazione di Ravenna Teatro e Dice.fm
Qui di seguito l’intervista di Federica Ferruzzi a Chris Angiolini, fondatore di Bronson Produzioni.
Si svolge dal 29 novembre a sabato 3 dicembre al Teatro Rasi di Ravenna la seconda edizione della rassegna Per non morire di gioco d’azzardo che tra teatro, cinema e approfondimenti intende fare luce su questo fenomeno che sta sconvolgendo, ormai da anni, gli equilibri sociali, sanitari ed economici del nostro Paese.
Questa seconda edizione si propone di approfondire il tema utilizzando diversi registri tramite il contributo di Ser.D., Sportello ESC, Associazione Giocatori Anonimi, Ravenna Teatro e la compagniaAnime Specchianti, le Associazioni aps Pereira e Ravenna Cinema, e il Comune di Ravenna. Nelle giornate si succederanno incontri di approfondimento, testimonianze di chi, a diverso titolo, si occupa di questo problema e cerca di affrontarlo quotidianamente, anche nei suoi aspetti più drammatici legati alla dipendenza.
“Il gioco d’azzardo – racconta il regista Fabrizio Varesco – è promosso dallo Stato attraverso un’infinità di lotterie, slot-machine, gratta e vinci, poker online. La dipendenza da gioco d’azzardo è un dramma psicologico individuale che presenta conseguenze gravi e allarmanti a livello sociale e che ormai coinvolge centinaia di migliaia di persone di tutte le età. Il percorso della rassegna è volto alla prevenzione e al contrasto del fenomeno, con un occhio di riguardo ai giovani, consapevoli eppure sempre più coinvolti a causa del diffondersi sempre più massiccio del gioco d’azzardo online, in stretta relazione con gli anni della pandemia. Proprio per questo abbiamo pensato di organizzare cinque giorni di teatro, studio e dibattiti sul fenomeno, in compagnia di esperti e testimoni”.
“Contro il gioco d’azzardo non dobbiamo mai abbassare la guardia – afferma l’assessore alle Politiche sociali, Gianandrea Baroncini –. Per questo gli appuntamenti di questa settimana dedicata al contrasto al gioco d’azzardo, iniziative pubbliche rivolte a diversi settori della popolazione, ci consentono di puntare l’attenzione su questa vera e propria patologia e contribuiscono a coinvolgere diversi cittadini e servizi, dagli alunni delle scuole, docenti e addetti ai lavori, spettacoli in teatro e in carcere, con un calendario di eventi davvero ricco. Anche nel nostro territorio sono tante le persone che si ammalano di gioco d’azzardo e spesso compromettono i propri legami familiari, le proprie amicizie, la propria sicurezza economica e lavorativa. Il progetto ESC dei Servizi sociali di Ravenna, Cervia e Russi è nato proprio per rispondere sempre più a questo bisogno. Per questo sono certo che la rassegna Per non morire di gioco d’azzardo costituirà anche in questa occasione un valore aggiunto nella costruzione di una maggiore consapevolezza tra le persone”.
Questo il calendario delle giornate nel dettaglio:
Martedì 29 novembre
Ore 18:00 incontro di apertura con Storie di partite aperte, della compagnia Anime Specchianti e con Chiara Pracucci e Giordana Pasini.
Cosa significa giocare in modo compulsivo fino a perdersi del tutto?
La compagnia teatrale Anime Specchianti dà voce alle testimonianze reali di giocatori in recupero.
Queste storie, intervallate dagli approfondimenti della psicologa Chiara Pracucci e dall’avvocata Giordana Pasini, specializzate su queste tematiche, ci guideranno alla scoperta di quanto l’incontro con il gioco compulsivo possa condizionare la vita non solo di chi vive la dipendenza in prima persona, ma di tutta la società.
“E tu conosci un giocatore? Io credevo di no, poi ho aperto gli occhi e mi sono ritrovato lontano da me. Non so come sia successo, ma il giocatore ero io”.
Mercoledì 30 novembre
Ore 18:30 Uscire dal gioco d’azzardo compulsivo si può!
Incontro con i servizi di Ravenna dedicati al supporto ai giocatori d’azzardo e ai loro familiari: presentazione delle attività, dei risultati, delle attività in corso. Con Gianandrea Baroncini, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Ravenna, Sportello ESC, SerD, Giocatori Anonimi
Ore 21:00 Proiezione del film “California Poker” di Robert Altman (v.o. con sottotitoli in italiano) USA – 1974 – 108’
Il film di Robert Altman oltre ad essere una graffiante e stravagante commedia sul gioco d’azzardo è anche un viaggio nell’incubo della patologia del gioco, realizzato da uno dei più grandi registi della storia del cinema.
In collaborazione con l’Associazione Giocatori Anonimi di Ravenna
Giovedì 1 dicembre
Ore 18:00 Stasera si gioca!
Giocare è la cosa più bella del mondo, quando non ci si rovina! Pomeriggio di gioco sociale animato dal Circolo Arci Quintet per provare giochi da tavolo, divertirsi e stare in compagnia
Ore 21:00 Proiezione del film “The Gambler” di Karel Reisz (v.o. con sottotitoli in italiano) USA – 1974 -110’
La drammatica lotta di un insegnante, magistralmente interpretato da James Caan, che combatte contro la dipendenza dal gioco d’azzardo. Ispirato al racconto “Il giocatore” di Fedor Dostoevskij.
Venerdì 2 dicembre
Ore 18:00 Lavorare in una sala Bingo – Incontro e testimonianza con due ex dipendenti. Confronto a cura di Fabrizio Varesco.
Ore 19:00 Slot Machine, di Marco Martinelli, ideazione di Marco Martinelli, Ermanna Montanari , con Alessandro Argnani, musica di Cristian Carrara, eseguita dal vivo da Christian Ravaglioli , regia di Marco Martinelli. Slot Machine racconta la caduta vertiginosa di un giocatore, di un annegare nell’azzardo, dove ogni legame affettivo viene sacrificato sull’altare del niente. Amara è la sua fine e, nel suo malato sogno di potenza, delira da solo dal fondo di un fossato di campagna, colpito a morte dai suoi strozzini, allo stesso tempo vittima e carnefice di se stesso.
Ore 17:00 Slot Machine, di Marco Martinelli, ideazione di Marco Martinelli, Ermanna Montanari , con Alessandro Argnani, musica di Cristian Carrara, eseguita dal vivo da Christian Ravaglioli , regia di Marco Martinelli. A seguire Massimo Manzoli, attivista associazione “La Banda”, in dialogo con Marco Dotti, esperto di gioco d’azzardo e docente universitario.
Ore 21:00 Partita Aperta – il modo più sicuro di ottenere nulla da qualcosa, compagnia Anime Specchianti, con Martina Cicognani, Francesca De Lorenzi, Giorgia Massaro, Chiara Nicastro.
Il nodo intricato del gioco d’azzardo, piaga sociale del nostro tempo, viene illustrato attraverso un impianto teatrale dal taglio suggestivo e universale, nel quale le storie di vita comuni si mescolano con la compulsione. Questo spettacolo accompagna il pubblico tra i meccanismi che vincolano le persone al gioco, lanciando anche un’attenzione alle opportunità di chiedere aiuto e superare la dipendenza.
A seguire, incontro e dibattito.
La compagniaAnime Specchianti replicherà la lettura Storie di partite aperte per i detenuti della Casa circondariale di Ravenna.
Da mercoledì 30 novembre a sabato 3 dicembre c’è la possibilità di prenotare un aperitivo “equo” al costo di 7€, con calice di vino e assaggi di prodotti del circuito equo e solidale e bio locale.
L’aperitivo verrà servito tra le 19.30 e le 20.30 dei giorni sopra indicati, obbligatoria prenotazione al tel. 391 7555591.
Il bar del Teatro Rasi sarà comunque aperto.
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I due fondatori e direttori artistici del Teatro delle Albe – Ermanna Montanari e Marco Martinelli – hanno ideato il Cantiere Dante, nel 2017, progetto che ha coinvolto migliaia di cittadini e cittadine di Ravenna, ma non solo, accanto agli attori e alle attrici della compagnia.
Un lavoro di scavo e approfondimento intorno a Dante, in occasione dei sette secoli della sua morte, che è stato scandito dalla musica di Luigi Ceccarelli, che si è avvalso delle scene e dei costumi degli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Brera Milano – Scuola di Scenografia e Costume – guidati da Edoardo Sanchi e Paola Giorgi, delle luci di Francesco Catacchio e Fabio Sajiz e del suound design di Marco Olivieri.
Una reale e palpitante “messa in vita” della Commedia dantesca, che si è conclusa nel 2022 (un anno dopo, causa interruzioni pandemiche) con la realizzazione di Paradiso, ogni volta a partire dal luogo simbolo, il tempietto dove il poeta è sepolto a fianco della Basilica di San Francesco, dove si sono celebrati i funerali del sommo poeta nel 1321.
Caratteristica del progetto, forte di una mescolanza tra alto e basso, tra la sacra rappresentazione medievale e il “teatro di massa” di Majakovskij, è quella di calare lo spettatore nei panni di Dante e di rendere protagonista la sostanza corale, insieme spirituale e politica, del teatro.
Da questa creazione sono nati altri progetti nel segno del sommo poeta, tra cui Dante nei cinque continenti, sostenuto dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dall’Istituto italiano di Cultura di Buenos Aires e di New York, che ha debuttato nel mese di ottobre al Teatro San Martín/Complejo Teatral di Buenos Aires, uno tra i più importanti e iconici teatri della capitale argentina.
“Le mie più sincere congratulazioni a Marco Martinelli ed Ermanna Montanari per questo importante e meritato riconoscimento che ci riempie di orgoglio e soddisfazione – è il commento del sindaco di Ravenna, Michele De Pascale -. Questo premio coglie l’assoluta straordinarietà dell’esperienza Chiamata Pubblica per La Divina Commedia che ha rappresentato molto più di una bellissima opera teatrale. È stata la dimostrazione concreta di una comunità capace di unire le proprie energie per dare vita a una meravigliosa avventura collettiva di cui ci siamo sentiti tutti e tutte protagonisti. L’arte di Ermanna Montanari e Marco Martinelli ha saputo raccogliere i versi del Poeta per esaltarne il legame con la contemporaneità, in una profonda connessione con lo spirito della Divina Commedia. Ancora una volta il Teatro delle Albe porta il nome di Ravenna nelle eccellenze nazionali e internazionali della produzione teatrale contemporanea”.
“Ravenna Festival, che ha fortemente voluto questo straordinario progetto di Ermanna Montanari e Marco Martinelli, non può che essere molto felice ed orgoglioso per questo ulteriore riconoscimento al ‘Cantiere Dante’– osservano congiuntamente il sovrintendenteAntonio De Rosa e il direttore artisticoFranco Masotti -. Se la Divina Commedia è stata ‘messa in vita’ dal Teatro delle Albe e da tutti coloro che hanno così sapientemente e generosamente collaborato, anche la città stessa è tornata a vivere, nel suo festival, dopo il lungo silenzio provocato dalla pandemia, con un Paradiso tripudiante, luminoso e catartico. Ora Ravenna può dirsi ancora più di prima la città di Dante, la città della Commedia che si è fatta palcoscenico rendendo i suoi cittadini protagonisti di un grande affresco teatrale che ricorderemo a lungo”.
“Marco Martinelli e Ermanna Montanari –scriveGiulio Baffi, presidente ANCT, nella motivazione del Premio – sono i costruttori infaticabili di questa cattedrale dello spirito, sono gli artigiani al servizio della parola del poeta, sono gli architetti che hanno deciso di sfidare il cielo, di erigere questa loro cattedrale nel segno di un’urgenza: ridare corpo alla comunità attraverso la poesia. È infatti la vita, il suo flusso energetico, che Martinelli, Montanari e il Teatro delle Albe vanno cercando, sempre e comunque, con l’obiettivo, da rabdomanti della bellezza, di scoprire il fuoco nascosto di un’umanità che ha la potenzialità di essere connessa all’universale, di darsi per trasformare il mondo, renderlo migliore nell’attenzione dell’altro, nel contatto con l’altro”.
Breve cronologia dei premi ricevuti nel corso delle Chiamate pubbliche:
INFERNO – PURGATORIO – PARADISO (2017 < 2022)
La consegna dei premi della critica, manifestazione con cui l’Associazione nazionale dei critici di teatro segnala ogni anno gli spettacoli, i personaggi e le iniziative di particolare importanza registrate nella stagione precedente, si è tenuta quest’anno nel capoluogo campano lo scorso 14 novembre ed è stata ospitata dal Teatro Pubblico Campano nello storico Teatro Nuovo di Napoli.
Per INFERNO, Marco Martinelli e Ermanna Montanari hanno ricevuto altri prestigiosi riconoscimenti nazionali e internazionali: Premio Ubu 2017 (“miglior progetto curatoriale”); Premio Associazione Nazionale dei Critici di Teatro-ANCT; Lauro Dantesco ad honorem e Premio Culturale della VDIG-Vereinigung Deutsch-Italienischer Kultur-Gesellschaften.
Per fedeli d’amore: Premio Ubu 2018 “miglior attrice” a Ermanna Montanari
Per PURGATORIO al Teatro delle Albe è stato assegnato il PREMIO AWARDS 2019 PER LA CULTURA dall’Ordine dei Dottori e degli Esperti Contabili di Ravenna per avere restituito ai cittadini di Ravenna l’opera del sommo poeta in chiave corale.
Sarà una giornata densa, emozionante, ricca quella che l’11 settembre verrà dedicata a Dante e che aprirà come da consuetudine un programma di eventi, Ravenna per Dante, che tiene insieme istituzioni, studiosi, luoghi, artisti e pubblici, nella città che fu “l’ultimo rifugio”.
La tradizionale celebrazione della morte del Poeta nel luogo della sua sepoltura della seconda domenica di settembre, in questi ultimi anni e soprattutto in occasione del centenario del 2021, ha assunto il valore di un abbraccio civile e morale delle città e dei territori italiani, un appello a sollevare lo sguardo verso gli ideali alti, postura preziosa in questi tempi difficili del nostro vivere insieme.
Si inizierà dunque la mattina con l’omaggio dei cittadini e delle cittadine insieme ai sindaci d’Italia e in particolare delle tre città dantesche Ravenna, Firenze e Verona, che convengono, con i gonfaloni, a Ravenna a partire dalle ore 10.00 dinnanzi alla Tomba di Dante. Prende avvio così una tessitura tra i segni della tradizione, il linguaggio partecipativo del teatro, la prassi rituale e la lettura del testo.
Il programma della giornata è frutto di un dialogo profondo e continuo che le istituzioni hanno con le energie creative e culturali del territorio, con coloro che a diverso titolo custodiscono la memoria del poeta e con gli studiosi e gli scrittori che sanno abitare la complessità del testo dantesco. Per questo a momenti incastonati in una tradizione centenaria si alternano i nuovi linguaggi del teatro, della poesia e della partecipazione civile.
Nel dettaglio la giornata dell’11 settembre si apre alla Tomba di Dantecon un’incursione nell’itinerario della Divina Commedia curato da Ermanna Montanari e Marco Martinelli, fondatori e direttori artistici del Teatro delle Albe, dal 2017 alla guida del Cantiere Dante – progetto da loro firmato su commissione di Ravenna Festival con il sostegno del Comune di Ravenna e della Regione Emilia Romagna. Dopo aver ricevuto premi e riconoscimenti nazionali e internazionali, registrando una forte partecipazione di spettatori e di cittadini attraverso una Chiamata Pubblica, la scorsa estate il progetto ha chiuso con successo il suo itinerario con lo spettacolo Paradiso all’interno della programmazione di Ravenna Festival. Alle 10.00 Montanari e Martinelli leggeranno il Canto I del Paradiso, con la partecipazione dei cittadini della Chiamata Pubblica, e per l’occasione hanno coinvolto Valter Malosti – attore regista e direttore di Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale – che sarà impegnato con il Canto V dell’Inferno, insieme al musicista Raffaele Marsicano per gli interventi musicali al trombone.
La tradizionale Messa di Dante verrà celebrata nella Basilica di San Francesco, alle ore 11.00 da mons. Lorenzo Ghizzoni, con la presenza del coro Cappella musicale San Francesco diretta dal maestro Giuliano Amadei.
Viene anticipata alle ore 17.00 la lettura perpetua davanti alla Tomba che viene affidata al sindaco di Ravenna che nel 2020 diede avvio a questo rito che si è consolidato e grazie a tutti coloro che ogni giorno leggono un canto, ed è divenuto segno di eccellenza per Ravenna che unica tra le città del mondo, onora Dante con il modo più alto che è leggere costantemente quella grande “opera-mondo” che è la Commedia.
La prolusione all’annuale è un’occasione straordinaria per accostarsi al complesso ed inesauribile lascito dantesco con la guida di coloro che hanno fatto profonda esperienza di studio e ricerca, è affidata a Mariangela Gualtieri, una delle voci poetiche piú apprezzate della scena contemporanea, che nel 1983 ha fondato insieme a Cesare Ronconi il Teatro Valdoca. La sua lettura dal titolo “La Divina Commedia: un manuale per la felicità” è alle ore 18.00 presso il Teatro Rasi e chiuderà una giornata dove alla poesia e al teatro è affidato il compito di tenere sempre al futuro questi nostri testi che vengono da un lontano passato, ma che sono necessari al nostro vivere.
Dopo soli 7 mesi dall’inizio dei lavori di riqualificazione e innovazione – e nei tempi previsti nonostante le difficoltà legate al periodo pandemico – Ravenna Teatro, insieme a Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna, Fondo per lo Sviluppo e la Coesione FSC, a Legacoop Romagna e a Confcooperative, è felice di riaprire il Teatro Rasi, consegnando alla città uno spazio di dimensione europea in grado di misurarsi con le diverse esigenze della scena e della ricerca teatrale e multidisciplinare contemporanea.
Nel continuare ad abitare l’ex chiesa di Santa Chiara, costruita nel 1250, e mantenendone l’anima, il Rasi non presenta più la conformazione di cineteatro degli anni Settanta, ma di una sala teatrale pronta a ospitare le nuove opere, a tutelare ancora maggiormente le creazioni, gli artisti e i lavoratori, restando luogo sempre in dialogo con la città e le sue energie.
Il progetto – realizzato grazie alla volontà e alla sapienza di tanti soggetti che hanno lavorato sinergicamente, in una prospettiva ecologica di trasformazione degli spazi esistenti – ha previsto la sostituzione delle poltrone in favore di una gradinata telescopica mobile, che permetterà usi inediti e la possibilità di sconfinamento dello spazio scenico a tutta la platea. L’area sotto la galleria, poi, occupata finora dalla parte finale della platea, è diventata una sala autonoma, pronta a ospitare incontri, laboratori, spettacoli più intimi, prove, mostre. Nel riallestimento è stato inoltre posto fortemente l’accento sull’aspetto acustico, ulteriormente ottimizzato. Contestualmente, il Comune di Ravenna ha approfittato del cantiere – sempre in termini di ottimizzazione delle energie e con sguardo lungimirante – per operare alcuni lavori di consolidamento del tetto.
La ristrutturazione è stata possibile in primis grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Ravenna, in collaborazione con Ravenna Teatro, Legacoop Romagna e Confcooperative, insieme alla Cooperativa Muratori e Cementisti Faenza, che ha guidato i lavori.
Il progetto è stato firmato dall’architetto Carlo Carbone, autorevole protagonista di diverse altre ristrutturazioni nel settore, come quelle del Teatro Colosseo di Torino, del Teatro La cucina-Olinda di Milano, del Koreja di Lecce, dell’Auditorium di Fiesole, solo per citarne alcune. La riapertura al pubblico il 18 e 19 febbraio si articola in due giornate di incontri, proiezioni e spettacoli – con al centro la prima nazionale di Pianura, di e con Marco Belpoliti, regia di Marco Martinelli – nel segno di quel farsi luogo che fa del teatro un luogo privilegiato della relazione e dell’incontro con l’altro e che costruisce il suo spazio e il suo tempo nella condivisione a partire da quelle radici antiche, non sostituibili, del coro-polis.
«Oggi – commenta il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale – inizia per il Rasi, ex chiesa costruita nel 1250, una fase completamente nuova, che lo propone come spazio teatrale del nuovo millennio. Ci troviamo davanti a un altro positivo esempio di come a Ravenna l’amore per la cultura e la collaborazione tra soggetti diversi che mettono risorse e competenze a disposizione della comunità diano sempre buoni frutti. I lavori appena conclusi, nei tempi previsti nonostante la pandemia, restituiscono al pubblico e alle tantissime realtà culturali che ogni anno calcano il palcoscenico del Rasi un luogo di cultura che è sempre stato preziosissimo per Ravenna e che ora si presenta riqualificato e rifunzionalizzato. Il Rasi non è stato il primo spazio al quale è stata dedicata attenzione né sarà l’ultimo, perché la prospettiva generale è e rimane quella di rendere sempre più moderni e funzionali tutti i luoghi di cultura del nostro territorio. Ora l’augurio, dopo le tante chiusure dovute alla pandemia, è quello di vedere questi spazi sempre pieni di pubblico. La proposta culturale sia di Ravenna Teatro che di tutti gli altri soggetti che fanno cultura e spettacolo a Ravenna è sicuramente all’altezza di questa sfida».
«Il nostro Rasi – aggiunge l’assessore alla Cultura del Comune di Ravenna, Fabio Sbaraglia – è sempre stato, oltre che teatro, casa per tanti ravennati e non che negli anni hanno saputo trovare nei suoi spazi un luogo da frequentare, in cui ritrovarsi e riconoscersi. Questo intervento di rinnovamento dei suoi locali progettato dall’architetto Carlo Carbone proietta il Teatro Rasi, e con esso Ravenna, in una dimensione finalmente europea in cui sarà ridefinito il rapporto con la fruizione e le esigenze della scena contemporanea. Un ringraziamento a tutti coloro che hanno reso possibile questo salto di qualità e a Ravenna Teatro, che gestisce il Rasi in convenzione con il Comune di Ravenna non solo per la messa in scena delle proprie produzioni e degli spettacoli della Stagione dei Teatri, ma anche offrendo un preziosissimo supporto a tutte le altre realtà culturali che nel corso dell’anno usufruiscono di questo spazio in virtù di convenzioni e patrocini del Comune».
LA SINERGIA PUBBLICO-PRIVATO
Il teatro da sempre ci mostra che la creazione di un’opera avviene solo nel dialogo e nell’incontro sinergico di sapienze e professionalità, e questo cantiere ha avvalorato tale pratica dimostrando l’importanza del lavoro di squadra.
La ristrutturazione è stata possibile in primis grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna, attraverso un bando del 2018 rivolto ad interventi nei teatri della regione, e alla compartecipazione dell’amministrazione comunale e al Fondo per lo Sviluppo e la Coesione FSC. Regione e Comune hanno poi avviato il rapporto con la Cooperativa Ravenna Teatro, unico soggetto privato a partecipare al bando (vincendolo), che ha operato in feconda collaborazione con Legacoop Romagna e Confcooperative, insieme alla Cooperativa Muratori e Cementisti Faenza, che ha guidato i lavori.
Un percorso, quello della ristrutturazione, in cui il Comune di Ravenna ha offerto la possibilità di un dialogo tra un’amministrazione pubblica e un soggetto privato per poter intervenire su un bene pubblico. Ravenna Teatro ha seguito la regolare procedura dei bandi pubblici, in guisa di stazione appaltante, dando vita a una relazione importante e seminale. Possiamo infatti definire tale intervento anticipatore e apripista di una direzione che oggi è la stessa Comunità Europea (e il Governo italiano) a indicare per poter intervenire nei bandi che verranno proposti tramite il PNRR, nel quale si suggerisce proprio il dialogo tra pubblico e privato per poter intervenire anche in spazi di proprietà pubblica.
Interventi di miglioramento, riqualificazione e innovazione funzionale del Teatro Rasi finanziato da Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna, Ravenna Teatro con risorse FSC 2014-2020 Piano Operativo della Regione Emilia-Romagna (Delibera Cipe n.76/2017) grazie al contributo di Legacoop Romagna, Confcooperative Romagna, CMCF Faenza, Carbone SAA Architects, Faggiotto S.T.A.F.F., Tesco Impianti Srl, Steel Pool Cantieri, Innova Global Service, Bertelè Telescopic Tribune, Barciulli Arreda Srl.
IL CANTIERE
Il cantiere del Teatro Rasi si è sviluppato in due direzioni: da una parte l’intervento realizzato grazie al bando regionale n.500 del 09/04/2018, condotto direttamente da Ravenna Teatro e con la partecipazione della Regione e del Comune; dall’altra l’intervento del Comune di Ravenna di consolidamento del tetto.
Complessivamente si è trattato di un investimento di 750mila euro: 550mila per i lavori gestiti direttamente da Ravenna Teatro (di cui 400 mila euro coperti dal contributo della Regione e del Comune di Ravenna) e 200mila che il Comune di Ravenna ha stanziato per i lavori del tetto.
Il bilancio complessivo ha avuto un incremento circa del 25% rispetto al preventivo iniziale, a causa, in larga misura, dell’incredibile aumento dei costi delle materie prime, ma anche delle complessità tecniche di intervento su un edificio del 1300, impossibili da rilevare totalmente in fase di preventivo. Questo incremento extra è stato però compensato non solo dall’intervento pubblico, ma anche da quello di privati: Ravenna Teatro – cooperativa privata e indipendente – insieme a Confcooperative e Legacoop Romagna.
Il mettersi insieme, portando le proprie economie a favore di un teatro, di uno spazio pubblico, è sembrato, in un momento come questo, fondamentale, a Ravenna Teatro e a tutti i soggetti coinvolti, che hanno ritenuto che un momento delicato quale quello attuale si possa superare solo se gli spazi della cultura e della bellezza possono essere luoghi pulsanti e vivi all’interno della comunità.
È interessante infine ricordare il percorso, fatto insieme al Comune di Ravenna e alla Croce Rossa, per il recupero delle poltrone del “vecchio” Teatro Rasi. Affinché le poltrone dismesse non rimanessero inutilizzate o venissero buttate, il Comune ha aperto una manifestazione di interesse per metterle a disposizione di associazioni di volontariato, alla quale ha aderito la sezione di Ravenna della Croce Rossa Italiana. La CRI ha ritirato le poltrone e le ha messe in vendita a 30 euro ciascuna. I proventi della raccolta saranno impiegati per l’acquisto di mezzi di soccorso.
Dopo soli 7 mesi dall’inizio dei lavori di riqualificazione e innovazione, e nei tempi previsti, riapre il Rasi, consegnando alla città un teatro di dimensione europea in grado di misurarsi con le diverse esigenze della scena e della ricerca teatrale e multidisciplinare contemporanea.
Il Teatro Rasi dal 1991 è gestito, attraverso convenzione quinquennale con il Comune di Ravenna, da Ravenna Teatro, centro di ricerca scenica fondato dal Teatro delle Albe e dalla Compagnia Drammatico Vegetale. Irradiato dalla poetica degli artisti e delle compagnie che l’hanno fondato, scommettendo sulla fertilità incessante della scena, Ravenna Teatro intreccia una necessità etica di radicamento nella polis a una vocazione internazionale nella creazione di opere, percorsi di ospitalità, pratiche pedagogiche e abita un luogo da sempre in dialogo con la città, con circa 300 aperture l’anno.
Un luogo, il teatro Rasiche, a differenza di molti edifici teatrali, non è nato dal nulla, la cui genealogia ci porta a scavare tra fondamenta arcaiche e voci lontane. Le sue origini risalgono infatti ad un antico luogo di culto, la chiesa di Santa Chiara, fatta costruire, con monastero attiguo, da Chiara da Polenta nel 1250 e soppressa nel 1805 durante l’amministrazione napoleonica. La chiesa era decorata con bellissimi affreschi trecenteschi di scuola riminese – staccati attorno al 1950 e ora conservati nel Museo Nazionale di Ravenna – e fu quasi completamente ricostruita verso la fine del Settecento, insieme all’adiacente monastero, su disegno di Camillo Morigia.
Lunghi secoli intrisi di vocazione e castità, tra inquietudini ed estasi di intima, riservata vita conventuale della quale sappiamo poche cose.
Una volta soppressa, la chiesa di Santa Chiara fu ceduta all’Ospedale Santa Maria delle Croci e in seguito data in affitto al barone Pergami Della Franchina, che ne fece una cavallerizza. Dal sacro al profano, dal silenzio religioso all’irrequietezza animale, rumorosa e selvaggia. Vi sono notizie di spettacoli equestri che si svolsero dal 1847 al 1856.
Nel 1879 l’ex convento fu poi adibito a caserma e la chiesa ceduta dal barone al Comune di Ravenna – con scrittura privata del 18 giugno 1874 -, il quale concesse l’edificio all’Accademia Filodrammatica che lo convertì in sala teatrale, sostenendo le spese dell’operazione e impegnandosi anche a non modificare l’abside.
L’inaugurazione del nuovo teatro si svolse l’8 maggio 1892 con la commedia Il deputato diBombignac di Alessandro Bisson e un monologo scritto dal celebre attore e drammaturgo ravennate Luigi Rasi, a cui il teatro sarà intitolato nel 1919.
Nello stesso anno l’Accademia Filodrammatica si unì con la Società Orfeonica ravennate per fondare la Società artistica drammatico-musicale di Ravenna con lo scopo di «raccogliere in sodalizio i cultori ed amatori dell’arte drammatica e della musica, e di promuovere e diffondere l’educazione e la coltura artistica del paese». Sotto questa conduzione ebbe inizio una fertile attività articolata in eventi diversi; il Teatro Rasicominciò a ospitare commedie dialettali brillanti e opere drammatiche in lingua, varietà e circo, balletti e operette, musica classica, lirica e bandistica.
Il dopoguerra vedrà il Teatro Rasi dotarsi di un piccolo fabbricato dove saranno sistemati gli uffici e dove vi sarà spazio anche per le scuole di danza e di recitazione. In questi anni il teatro è anche sede cinematografica.
Poi, nel ’59 ebbe inizio un lungo tratto deserto a causa di inagibilità e il teatro rimase chiuso per lavori di restauro, eseguiti dall’architetto ravennate Sergio Agostini, fino al 1979. Quando riaprì il Rasi assomigliava più a un cinematografo che a un vero teatro, ma l’abside, conservata e poi valorizzata anche da registi e scenografi, è sempre restato un elemento unico preziosissimo della sua storia, “un fondale raro e irriproducibile, di memoria”, per citare Cristina Ventrucci.
L’ULTIMO PROGETTO DI RISTRUTTURAZIONE
Oggi, all’innovazione artistica e culturale portata da Ravenna Teatro si coniuga la possibilità di vedere il Rasi strutturalmente modificato, forte del suo passato, ma profondamente contemporaneo.
Memore di tutta la sua storia e in questo spirito in cui antico e contemporaneo dialogano, si è inscritto anche il progetto di ristrutturazione del 2021, che ha trasformato il Rasi in uno spazio ulteriormente in linea con la dimensione europea, in cui sarà ridefinito e arricchito il rapporto con la fruizione e le esigenze della scena contemporanea.
Un progetto che ha visto la sua realizzazione e messa in opera grazie alla volontà, alla sapienza e al desiderio di tanti soggetti, maestranze e professionalità che hanno lavorato sinergicamente come una squadra in una prospettiva ecologica di trasformazione degli spazi esistenti, realizzando un’impresa di grande portata in tempi rapidi.
Il progetto ha previsto la sostituzione delle poltrone in favore di una gradinata telescopica mobile, che permetterà usi inediti e la possibilità di sconfinamento dello spazio scenico a tutta la platea. L’area sotto la galleria, poi, occupata finora dalla parte finale della platea, è diventata una sala autonoma, pronta a ospitare incontri, laboratori, spettacoli più intimi, prove, mostre. Nel riallestimento è stato inoltre posto fortemente l’accento sull’aspetto acustico, ulteriormente ottimizzato. Contestualmente, il Comune di Ravenna ha approfittato del cantiere – sempre in termini di ottimizzazione delle energie e con sguardo lungimirante – per operare alcuni lavori di consolidamento del tetto.
Proprio lo spirito di collaborazione di tante professionalità dalla indubbia esperienza e competenza, ma anche dallo sguardo visionario sull’opera da realizzare, ha fatto sì che oggi il Teatro Rasi possa mostrarsi alla città in una veste nuova senza aver perso la sua anima antica e ricca di storia e vicende.
Una squadra guidata dallo spirito cooperativo e dalla fiducia in un progetto profondamente innovativo destinato alla città, senza la quale la ristrutturazione non sarebbe stata possibile.
LA SQUADRA DI LAVORO
Legacoop Romagna Nata il 5 dicembre 2013, è l’associazione di rappresentanza delle cooperative delle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini iscritte a Legacoop, in dialogo con tutte le istanze istituzionali, politiche, culturali e socio-economiche. Sviluppa le proprie alleanze sulla base di programmi, progetti e azioni di comune interesse per le proprie associate, impegnandosi a promuovere i valori, i principi, la cultura e la pratica cooperativa; a favorire lo sviluppo imprenditoriale e la qualità sociale delle associate; a promuovere i valori fondanti della cooperazione; ad assicurare la piena e consapevole partecipazione dei soci; a tutelare e preservare il patrimonio collettivo rappresentato dalla reputazione cooperativa; a promuovere e favorire lo sviluppo dei rapporti tra Enti associati e a concorrere alla loro qualificazione. Legacoop è anche il cuore di un gruppo di imprese che offre servizi e agevolazioni alle cooperative e ai loro soci.
Confcooperative Romagna Costituita nel 2020, questa Unione territoriale nasce dalla fusione di Confcooperative Forlì-Cesena e Confcooperative Ravenna-Rimini ed è il risultato di un percorso di avvicinamento durato alcuni anni.
Questo sindacato d’impresa associa 640 cooperative che operano nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini offrendo loro rappresentanza politico-sindacale, assistenza e tutela, ed è una delle Unioni territoriali più rappresentative dell’intero territorio nazionale.
Svolge sul territorio romagnolo attività di rappresentanza e promozione del movimento cooperativo impegnandosi, quotidianamente, per lo sviluppo di un modello di impresa centrato sull’efficienza economica, la partecipazione democratica dei soci e sui valori di mutualità e sussidiarietà.
CMCF Faenza Nata nel 1950, la ditta vincitrice del bando regionale, la Cooperativa Muratori e Cementisti Faenza, presieduta da Andrea Vignoli, da 70 anni opera nel settore delle costruzioni edili a 360 gradi, progettando e realizzando infrastrutture civili, commerciali, artigianali e industriali, nonché ristrutturando edifici di particolare rilevanza storica e architettonica. Da sempre protagonista nel panorama dell’edilizia civile e industriale della provincia di Ravenna, nonostante la crisi e le enormi difficoltà che hanno decimato nell’ultimo decennio imprese di medie e grandi dimensioni del settore, hanno cercato di non perdere mai di vista i valori della cooperazione, continuando a puntare su modernità, professionalità e soprattutto sul benessere del corpo sociale e della società civile in cui vivono, sostenendo anche iniziative umanitarie, e dimostrandosi particolarmente attiva in ambito sociale.
Faggiotto S.T.A.F.F Studio tecnico la cui attività prevalente è quella di consulenza per gli organizzatori di eventi sportivi e di pubblico spettacolo, con un’esperienza pluriennale nel campo e un curriculum che li vede protagonisti di moltissimi eventi di portata mondiale, STAFF Studio Architettura Franco Faggiotto è formata da una squadra che vede l’incontro tra l’esperienza dell’ ing. Franco Faggiotto e la competenza dei componenti più giovani Arch. Stefano Faggiotto, Ing. Agnese Farolfi e Ing. Sara Olivucci.
Tesco Impianti srl Tesco srl, con sede a Ravenna, opera dal 1985 su tutto il territorio nazionale nel settore degli impianti idro-sanitari, riscaldamento, condizionamento, contabilizzazione e ripartizione del calore, ricambio e trattamento aria, adduzione gas metano ed antincendio, sia residenziale che commerciale. Tesco srl vanta inoltre una solida specializzazione nell’ambito ospedaliero e un allargamento recente del proprio raggio d’azione anche in direzione degli impianti a biogas e biomassa, sia in Italia che all’estero, con particolare attenzione all’assistenza e manutenzione e allo sfruttamento delle energie rinnovabili.
Steel Pool Cantieri In un percorso iniziato 30 anni fa, Steel Pool Cantieri progetta e realizza in Italia ed all’estero involucri metallici e facciate architettoniche per fabbricati civili, commerciali ed industriali, nonché le strutture principali e secondarie per sostenerle, garantendo soluzioni ed installazioni affidabili destinate a durare nel tempo e soluzioni tecnico-costruttive proprie dell’edilizia e dell’architettura contemporanea. Ha celebrato i suoi 30 anni di attività pubblicando la nuova edizione del volume TheExtraordinary Side of Design, che documenta i recenti lavori realizzati dall’azienda.
Innova Global Service
Nata da un accordo tra aziende leader, che hanno fatto della manutenzione impiantistica la loro storia, per cui si avvale di questo patrimonio culturale specifico per l’ottimizzazione delle risorse, opera in ogni campo della manutenzione, dalla quella di impianti elettrici e fotovoltaici e meccanici alle manutenzioni edili, alla cura del verde ed è in grado di operare anche nel campo delle riqualificazioni energetiche degli edifici.
Bertelè Telescopic Tribune
Nata per intuizione del capo famiglia, Enzo, laureato e docente di letteratura, è diventata oggi un’impresa che occupa quattro aree diverse. Si occupa di tribune, permanenti e non, come quelle che servono ormai per ogni tipo di evento, e realizza con una qualità elevata tribune telescopiche con programmi cad tridimensionali parametrici e utilizzando in fase di saldatura robot.
Barciulli Arreda srl Dal 1985 è leader nel settore arredamento per cinema, multisale, teatri e sale conferenze. Formata da personale altamente qualificato, è in grado di offrire un servizio accurato e completo: progettazione, montaggio delle strutture e degli arredi, assistenza tecnica e servizio post-vendita, con una varietà di soluzioni che valorizzano e potenziano gli spazi.
INTERVISTA A ANDREA VIGNOLI, PRESIDENTE DI C.M.C.F.
I lavori di interventi di miglioramento, riqualificazione e innovazione funzionale del Teatro Rasi sono stati guidati dalla ditta vincitrice del bando regionale, la Cooperativa Muratori e Cementisti Faenza. Insieme al suo presidente, Andrea Vignoli, facciamo qualche considerazione sul progetto.
Presidente Vignoli, come si è approcciato il movimento cooperativo del territorio al progetto di Ravenna Teatro?
«Ravenna, oggi come non mai, si conferma città della cultura attenta alla tutela e lo sviluppo di tutte le arti. Oltre infatti alle svariate iniziative legate alle celebrazioni dell’”Anno di Dante”, l’Amministrazione Comunale ha cercato di sostenere cinema, teatri e attività musicali e culturali in genere che, a causa della pandemia, hanno attraversato un periodo di estrema difficoltà. Ravenna Teatro, associazione culturale nata nel 1991 dall’unione di due compagnie e strutturata in forma cooperativa, ha promosso un intervento di ristrutturazione e ammodernamento del Teatro Rasi, edificio storico del 1300 in pieno centro a Ravenna e loro sede dall’anno di fondazione. Il movimento cooperativo ravennate, da sempre sensibile all’arricchimento culturale del territorio, ha deciso di affiancare Ravenna Teatro per far sì che il progetto potesse vedere la luce».
Sostenere un’iniziativa strettamente legata all’ambito culturale è un bel segnale
«Lo spirito cooperativo pone le sue basi sulla ricerca del benessere dei propri soci, benessere che passa anche attraverso l’arricchimento culturale, sociale e civico, volendo smentire chi da sempre sostenga che la cultura “non paghi”. Come Cooperativa Muratori e Cementisti Faenza siamo fieri di essere stati tra i realizzatori di un’opera così significativa sia per gli elementi progettuali innovativi che la contraddistinguono, che per il nobile fine a cui essa è destinata. Essere tra gli artefici di una nuova vita per un edificio di innegabile valore storico e culturale ci dà gioia; grazie agli interventi migliorativi estetici e soprattutto funzionali apportati, il Teatro Rasi continuerà a essere fucina e stimolo per le menti delle generazioni future».
Come si colloca CMCF nel panorama cooperativo romagnolo?
«Avendo da poco compiuto 70 anni – essendo nati nel 1950 – noi CMCF ci vantiamo di aver sempre avuto un ruolo da “attori protagonisti” nel panorama dell’edilizia civile e industriale della provincia di Ravenna. Nonostante la crisi e le enormi difficoltà che hanno decimato nell’ultimo decennio imprese di medie e grandi dimensioni del settore, abbiamo cercato di non perdere mai di vista i valori della cooperazione, continuando a puntare su modernità, professionalità e soprattutto sul benessere del nostro corpo sociale e della società civile in cui viviamo».
Quali sono state le sfide di un cantiere così importante?
«Le sfide lavorative sono state dure e quotidiane, per le tempistiche ristrette, i costi crescenti da contenere, il coordinamento delle svariate attività e professionalità del cantiere richieste dall’opera e l’imprescindibile necessità di rispondenza al progetto architettonico. Tutto questo ci rende ancora più orgogliosi del risultato raggiunto. Ringraziamo Ravenna Teatro, il Comune di Ravenna, la Regione Emilia Romagna che ha parzialmente finanziato l’opera, Confcooperative di Ravenna e Legacoop, i progettisti e i professionisti coinvolti, le maestranze tutte e non ultime le persone di buona volontà che danno ogni giorno vita e pelle all’associazionismo e al volontariato, ricchezze incommensurabili della nostra società».
Fotografie di Marco Parollo
Testo a cura di Laura Redaelli
Intervista a cura di Alessandro Fogli
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