In uno spettacolo dal tratto grottesco viene messa sotto la lente d’ingrandimento la vita balneare, nella sua specifica accezione romagnola: quel microcosmo schizofrenico, intimo e allo stesso tempo esibizionista, che alterna stati di eccitazione febbrile a lunghe paralisi postprandiali. Nutrito dallo sguardo dolce e amaro del fotografo inglese Martin Parr, questo monologo osserva le illusioni e le ossessioni di un Paese, il nostro, che dà il suo meglio e il suo peggio in vacanza. Ma, se quella balneare sembra una vita destinata a ripetersi uguale a sé stessa per l’eternità, viene a galla oggi un problema: turismo di massa, alluvioni, subsidenza, innalzamento del livello del mare minacciano l’esistenza di un ecosistema che, per troppo tempo, abbiamo dato per scontato.