Il Master di I livello IKONA dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna forma esperti nella produzione video, nella curatela digitale e nella valorizzazione del patrimonio audiovisivo dello spettacolo dal vivo.
Il master di primo livello IKONA. Produzione, curatela digitale e valorizzazione del patrimonio audiovisivo dello spettacolo dal vivo è frutto del dialogo tra il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna e il Dipartimento di Beni Culturali – Campus Ravenna, in stretta connessione con Ravenna Teatro, il Comune di Ravenna, ERT Emilia-Romagna Teatro Fondazione e la Fondazione Flaminia.
Il master opera nel campo della valorizzazione del patrimonio immateriale dello spettacolo dal vivo e dei suoi processi di creazione (teatro, danza, musica, performance) ed ha come obiettivo quello di preparare e consolidare professionalmente – per la prima volta nel panorama nazionale ed europeo – un’unica figura capace di agire in un doppio ambito: come videomaker, al fine di elaborare nuovi protocolli di documentazione e ripresa dello spettacolo dal vivo (per l’archiviazione, per lo streaming, per la fruizione in piattaforme on demand o affini), e come curatore/curatrice di archivi audiovisivi in grado di progettare azioni di promozione e valorizzazione digitale del patrimonio culturale immateriale dello spettacolo dal vivo, sia in ambito pubblico sia nel settore privato, sostenendo e incrementando le attività di Teatri, Enti Lirici, Musei, Fondazioni che, a vario titolo, si occupano di spettacolo, in Italia e in Europa.
È prorogata all’11 novembre la possibilità di prendere parte al corso sulla produzione, curatela digitale e valorizzazione del patrimonio audiovisivo dello spettacolo dal vivo
Il Master – diretto da Enrico Pitozzi, studioso e docente dell’Alma Mater Studiorum – è finalizzato alla formazione di figure che contribuiscano alla produzione di documenti audiovisivi e alla curatela digitale del patrimonio audiovisivo dello spettacolo dal vivo, incluse le riprese per eventi streaming, ed è connotato da una natura fortemente pratica, come dimostrano le 176 ore di laboratorio che si terranno presso il Teatro Rasi, in stretta connessione con artisti e artiste di rilievo del panorama europeo.
L’obiettivo è quello di formare figure qualificate, capaci di operare in due diverse direzioni: da un lato nell’elaborazione di nuovi protocolli di documentazione e ripresa dello spettacolo (per lo streaming, la fruizione in piattaforme on demand o affini), dall’altro nella cura e nella valorizzazione digitale dell’importante patrimonio conservato da Teatri, Enti Lirici, Fondazioniche, a vario titolo, si occupano di spettacolo dal vivo, in Italia e in Europa. Da qui il coinvolgimento di Ravenna Teatro, che metterà a disposizione il Teatro Rasi per effettuare l’intera sezione laboratoriale del Master. Le e i partecipanti, per un massimo di 25 persone, lavoreranno in palcoscenico in stretto contatto con gli artisti. In questo quadro è stata importante anche la collaborazione con la Fondazione Ravenna Manifestazioni, nelle persone di Franco Masotti e Antonio De Rosa, che ha permesso di operare con il consorzio Digitalia, importante realtà che offre servizio di streaming, modalità che ha favorito la ripartenza nel post pandemia. Altri pilastri che hanno permesso la costruzione di questo Master sono stati ERT – Emilia-Romagna Teatro Fondazione, che ha finanziato cinque borse di studio da destinare agli studenti più meritevoli, Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto; Tempo Reale; Il Piccolo Teatro di Milano; Fondazione Romaeuropa; il centro nazionale di produzione della danza Virgilio Sieni; BH; Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza, L’arboreto; Teatro Comunale di Bologna; Kublai Film e altri che si stanno aggiungendo in questi giorni. Il Master prevede infatti 500 ore di stage presso questi enti, da un lato per immaginare forme di valorizzazione del patrimonio archiviato, dall’altro per mettere a frutto le competenze acquisite nella documentazione innovativa dello spettacolo dal vivo. Per raggiungere gli obiettivi prefissati, sul piano didattico, non mancano figure di rilievo quali il produttore cinematografico Marco Müller – che intratterrà su strategie per affrontare il mercato – o l’artista Leone d’argento 2020 della Biennale di Venezia Claudia Castellucci, che parlerà della sua concezione degli “archivi d’Arte”. Dal tema dell’estetica della scena multimediale – con la presenza della prof.ssa Maria Grazia Berlangieri (Università La Sapienza) e del prof. Francesco Spampinato (Unibo) – alle forme della drammaturgia audiovisiva (proff. Guccini e Iannucci), passando per la curatela e valorizzazione digitale del patrimonio audiovisivo dello spettacolo dal vivo (prof. Stefano Allegrezza – Unibo), sono diversi gli ambiti di intervento che toccano anche l’aspetto della creatività nei processi di innovazione tecnologica (prof. Giovanni Corazza – Unibo), senza tralasciare una fondamentale sezione dedicata agli aspetti legislativi con la dott.ssa Patrizia Cuoco e il prof. Matteo Paoletti (Unibo), che è stato addetto culturale presso il Ministero degli Affari Esteri per i progetti Unesco di valorizzazione del patrimonio immateriale.
Sul versante workshop, il co-fondatore del Teatro delle Albe, Marco Martinelli, metterà a frutto la sua esperienza teatrale e cinematografica fornendo ai partecipanti le competenze nel tradurre il materiale scenico in materiale audiovisivo, aspetto trattato anche dalla videomaker Elisabeth Coronel. Una seconda sessione di workshop riguarderà invece le strategie di documentazione dei processi creativi adottati in palcoscenico e la loro resa documentale, con l’intervento di Alessandro Renda, Catherine Maximoff e Giulio Boato, mentre il workshop dedicato ai videoducumenti | videoambienti non potrà che essere affidato alla sapienza di Studio Azzurro, storica formazione milanese pioniera della videoarte. In questo quadro non poteva mancare un’esperienza laboratoriale sulle pratiche di registrazione | spazializzazione del suono degli spettacoli, affidato all’esperienza di Massimo Carli, fondatore dell’azienda BH, leader in Italia e in Europa nella fornitura di servizi audio tecnologicamente avanzati per lo spettacolo dal vivo, e del consorzio digITALIA, che metteranno a disposizione del Master le competenze acquisite nel fornire servizi di ripresa streaming.
La partenza delle attività del Master è prevista per il gennaio 2023, con frequenza il venerdì e il sabato.
Enrico Pitozzi, direttore del Master
backstage “Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi” (2016) regia Marco Martinelli (@Marco Parollo)
Il Master nasce da una precisa esigenza didattica dello studioso e docente dell’Alma Mater Studiorum, Enrico Pitozzi: “Facendo lezione e confrontandomi con gli studenti e con i principali teatri nazionali – spiega il docente, che sarà il direttore del Master – mi sono accorto della mancanza di materiali tecnologicamente avanzati riguardanti la documentazione dello spettacolo dal vivo; o meglio, qualcosa c’è, ma l’esistente non è in grado di restituire l’esperienza del palcoscenico né, tantomeno, il processo di creazione. Oggi, però, possiamo contare su tecnologie che permetterebbero la produzione di materiali audiovisivi innovativi, anche a carattere immersivo. Da qui l’idea di organizzare un Master finalizzato alla formazione di figure che contribuiscano alla produzione di documenti audiovisivi e alla curatela digitale del patrimonio audiovisivo dello spettacolo dal vivo, incluse le riprese per eventi streaming”.
l Master è quindi connotato da una natura fortemente pratica, come dimostrano le 176 ore di laboratorio che si terranno presso il Teatro Rasi in stretta connessione con artisti e artiste di rilievo del panorama europeo. “In particolare – prosegue Pitozzi – l’obiettivo è quello di formare figure qualificate capaci di operare in due diverse direzioni: da un lato nell’elaborazione di nuovi protocolli di documentazione e ripresa dello spettacolo (per lo streaming, la fruizione in piattaforme on demand o affini), dall’altro nella cura e nella valorizzazione digitale dell’importante patrimonio conservato da Teatri, Enti Lirici, Fondazioni che, a vario titolo, si occupano di spettacolo dal vivo, in Italia e in Europa”.
Da qui il coinvolgimento di Ravenna Teatro, che metterà a disposizione il Teatro Rasi per effettuare l’intera sezione laboratoriale del Master. “Le e i partecipanti, per un massimo di 25 persone, lavoreranno in palcoscenico in stretto contatto con gli artisti. In questo quadro è stata importante anche la collaborazione con la Fondazione Ravenna Manifestazioni, nelle persone di Franco Masotti e Antonio De Rosa, che ha permesso di operare con il consorzio Digitalia, importante realtà che offre servizio di streaming, modalità che ha favorito la ripartenza nel post pandemia. Altri pilastri che hanno permesso la costruzione di questo master sono stati ERT – Emilia-Romagna Teatro Fondazione, che ha finanziato cinque borse di studio da destinare agli studenti più meritevoli, Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto; Tempo Reale; Il Piccolo Teatro di Milano; Fondazione Romaeuropa; il centro nazionale di produzione della danza Virgilio Sieni; BH; Scenario Pubblico/ Compagnia Zappalà Danza, L’arboreto; Teatro Comunale di Bologna; Kublai Film e altri che si stanno aggiungendo in questi giorni. Il Master prevede infatti 500 ore di stage presso questi enti, da un lato per immaginare forme di valorizzazione del patrimonio archiviato, dall’altro per mettere a frutto le competenze acquisite nella documentazione innovativa dello spettacolo dal vivo”.
Per raggiungere gli obiettivi prefissati, sul piano didattico, non mancano figure di rilievo quali il produttore cinematografico Marco Müller – “che tratterà di strategie per affrontare il mercato” – o l’artista Leone d’argento 2020 della Biennale di Venezia Claudia Castellucci, che parlerà della sua concezione degli “archivi d’Arte”. Dal tema dell’estetica della scena multimediale – con la presenza della prof.ssa Maria Grazia Berlangieri (Università La Sapienza) e del prof. Francesco Spampinato (Unibo) – alle forme della drammaturgia audiovisiva (proff. Guccini e Iannucci), passando per la curatela e valorizzazione digitale del patrimonio audiovisivo dello spettacolo dal vivo (prof. Stefano Allegrezza – Unibo), sono diversi gli ambiti di intervento che toccano anche l’aspetto della creatività nei processi di innovazione tecnologica (prof. Giovanni Corazza – Unibo), senza tralasciare una fondamentale sezione dedicata agli aspetti legislativi con la dott.ssa Patrizia Cuoco e il prof. Matteo Paoletti (Unibo), che è stato addetto culturale presso il Ministero degli Affari Esteri per i progetti Unesco di valorizzazione del patrimonio immateriale.
Sul versante workshop, il co-fondatore del Teatro delle Albe, Marco Martinelli, metterà a frutto la sua esperienza teatrale e cinematografica fornendo ai partecipanti le competenze nel tradurre il materiale scenico in materiale audiovisivo, aspetto trattato anche dalla videomaker Elisabeth Coronel. Una seconda sessione di workshop riguarderà invece le strategie di documentazione dei processi creativi adottati in palcoscenico e la loro resa documentale, con l’intervento di Alessandro Renda, Catherine Maximoff e Giulio Boato, “mentre il workshop dedicato ai videoducumenti | videoambienti non potrà che essere affidato alla sapienza di Studio Azzurro, storica formazione milanese pioniera della videoarte. In questo quadro non poteva mancare un’esperienza laboratoriale sulle pratiche di registrazione | spazializzazione del suono degli spettacoli, affidato all’esperienza di Massimo Carli, fondatore dell’azienda BH, leader in Italia e in Europa nella fornitura di servizi audio tecnologicamente avanzati per lo spettacolo dal vivo, e del consorzio Digitalia, che metteranno a disposizione del Master le competenze acquisite nel fornire servizi di ripresa streaming”.
Enrico Pitozzi, direttore del Master
“Essendo la prima edizione – spiega Pitozzi – ho voluto fortemente che l’avvio delle attività del Master fosse preceduto da una giornata di seminario-confronto con i direttori e le direttrici degli enti partner, aperto alla città di Ravenna, così da mettere a fuoco i temi e le sfide che il Master intende affrontare. In modo speculare – a compimento del percorso – ho immaginato un seminario di chiusura, così da tracciare un bilancio delle attività svolte. La scelta di Ravenna per ospitare l’intero processo – conclude il direttore – è in continuità con il lavoro che, insieme ad Ermanna Montanari, stiamo portando avanti a Malagola, e si inserisce nell’insieme di relazioni che stiamo intrattenendo con le tante realtà presenti sul territorio. Proprio per alimentare il dialogo con la città è stato coinvolto anche il Mar, nei cui spazi – nell’arco del 2023 – si potrà assistere alla programmazione delle produzioni audiovisive degli artisti ospitati”.
Le iscrizioni scadranno il 30 ottobre. La partenza delle attività del Master è prevista per il gennaio 2023, con frequenza il venerdì e il sabato.
In occasione di Nuditàal Teatro Rasi per La Stagione dei Teatri e ToDay ToDance, pubblichiamo qui di seguito l’intervista a Mimmo Cuticchio e Virgilio Sieni a cura di Chiara Pirri, che accompagna il foglio di sala dello spettacolo.
Fotografia di Filippo Manzini
– La vostra collaborazione nasce alla fine del 2016 sotto il titolo Palermo_Arte del Gesto nel Mediterraneo_ Accademia sui linguaggi del corpo e l’opera dei pupi, un progetto che ha già dato vita a spettacoli, performance e laboratori. Cosa vi ha spinto a decidere di portare avanti una ricerca comune?
Virgilio Sieni:
L’incontro con Mimmo nasce dal desiderio di indagare il legame tra il corpo del performer e il corpo della marionetta con lo scopo di ampliare la ricerca tecnica intorno al corpo e al gesto, che appartiene al mio percorso. Naturalmente siamo partiti dalle riflessioni di Gordon Craig e Kleinst sulla marionetta. Protagonisti della ricerca sono ancora una volta gli elementi primari attorno a cui ruota il mio lavoro: la gravità, l’articolazione. Nel cercare la relazioni con l’altro da sé si deve accettare una forma di crisi del proprio mestiere, spogliarsi delle proprie abitudini, acuire percezione e intuizione. Ci siamo affidati l’un l’altro e insieme abbiamo ricercato una terza cosa.
La mia ricerca ha sempre riguardato un corpo articolare, un corpo che attraverso la tecnica andasse a scovare tutte quelle ampiezze, quei punti nodali in cui il corpo prende peso, assume una dinamica e quindi si sposta.
Mimmo Cuticchio:
Il nostro incontro fa parte di quel destino che accomuna le persone che operano una ricerca simile. Fin dalle prime discussioni abbiamo capito che c’erano punti in comune nel nostro lavoro. Io avevo già lavorato con i pupi messi a nudo. Anche l’universo della danza non mi era nuovo. Quando, da figlio d’arte, osservando mio padre muovere i pupi da dietro le scene, avevo notato che i suoi movimenti erano armonici, pure nell’immobilità. Dopo aver portato i pupi dal piccolo teatrino alla grande scena, in alcuni spettacoli ho introdotto la danza con i pupi. Il mio viaggio quindi era già avviato quando, con Virgilio, abbiamo deciso di sperimentare insieme, andare oltre quello che ognuno di noi sapeva già fare. Abbiamo deciso di sperimentare con i giovani, in una prima fase laboratoriale, andando alla ricerca dell’anima della super-marionetta di Craig. Nelle prime sperimentazioni con Virgilio io ho usato pupi in paggio (non armati) e pupi nudi, il piano a cilindro per la musica, il ritmo del cunto siciliano.
– Il concetto di ‘risonanza’ sembra essere alla base della vostra collaborazione. Ma cosa intendente con questo termine?
Virgilio Sieni:
L’idea della risonanza, in danza, indica il non subire la gravità e quindi non entrare in una dimensione di depressione del corpo. La ‘risonanza’ non è soltanto la ricerca di strategie per risollevarsi, ma soprattutto il dialogo costante con la gravità attraverso il sistema articolare. Mi viene da dire che la politica di oggi avrebbe tanto da imparare da questo concetto. La risonanza ha a che fare principalmente con l’ascolto, con l’istaurarsi di una disposizione di apertura, spogliamento dalle sovrastrutture che appesantiscono, abbandonare i pregiudizi e porsi di fronte all’altro per comprendere la dimensione umana, culturale e politica. La risonanza per il danzatore passa dalla tecnica; bisogna capire come il peso può risuonare non solo nei piedi ma in tutto il corpo, in piani orizzontali che coincidono con le articolazioni e non solo verticali. La risonanza è quindi un’esperienza di vita ed un’esperienza democratica del corpo, ma anche un’esperienza politica che prevede l’ascolto e la pratica dell’attesa.
Fotografia di Paolo Porto
– L’Opera dei pupi risale al 1700 ed è ormai iscritta nel Patrimonio dell’Unesco. Due le scuole, quella palermitana e quella catanese e, di conseguenza, pupi che presentano delle diversità nella fabbricazione, più leggeri e snodabili a livello delle articolazioni i primi, più pesanti e con gli arti fissi i secondi. Questa collaborazione nasce anche dal desiderio di salvaguardare una tradizione in estinzione ?
Mimmo Cuticchio:
La tradizione della marionetta risale alla Sicilia d’epoca greca. Quando ho aperto il teatro dei pupi qui a Palermo (l’ultimo della città), avevo 25 anni. Durante gli anni ‘70 e ‘80 ho scritto nuovi testi, costruito nuovi pupi, fatto di tutto per mantenere viva una tradizione nata in tempi in cui non vi era il cinema né la televisione. Solo la sperimentazione e l’apertura ai giovani permetterà a quest’arte di sopravvivere. Nel ‘97 apro la scuola per Pupari e Cuntisti, grazie anche all’aiuto delle istituzioni. Il futuro per me è la contemporaneità, sia tradizione che avanguardia sono solo parole. La pratica, la continuità nella contemporaneità, questa è la vera tradizione.
Virgilio Sieni:
A me interessa preservare il senso dell’uomo in quanto abitante della terra, lavorare sul corpo mi permette di continuare a pormi delle domande alla ricerca di un maggior grado di consapevolezza. Il problema, in questo caso, non riguarda solo la marionetta e l’opera dei pupi come forme d’arte in via d’estinzione, ma tutto ciò che è attinente a un passato e come preservarlo, se in maniera olografica o alimentandolo dal di dentro. L’opera dei pupi, evidentemente, così come il corpo, ha bisogno di essere frequentata da dentro, poiché si sposta con il tempo. Ciò che trovo interessante quindi, è rintracciare nell’arte della marionetta qualcosa che possa darci lo slancio per intuire nuove strategie dell’oggi. I costumi tradizionali dei pupi, quasi sempre rifiniti da corazza e mantello, fanno riferimento alle storie tradizionalmente narrate da questo teatro, dall’Orlando Furioso alla Gerusalemme liberata…
– In Nudità i pupi sono spogliati e il titolo sembra annunciarlo fin dall’inizio. Cosa succede quando la marionetta viene spogliata dei suoi orpelli? E cosa accade al corpo?
Mimmo Cuticchio:
Il lavoro con Virgilio è molto interessante perché permette a entrambi di capire la possibilità di uno sdoppiamento. Quando abbiamo lavorato sulla pazzia di Orlando – scena tipica per la tradizione dei pupi – impersonificata dalla marionetta, Virgilio aiuta il personaggio, nel momento della follia, spogliandolo delle sue armi. Invece, quando io porto in scena l’angelo, che nel teatro dei pupi vola, va in alto sorretto dai fili; Virgilio, che non può andare in alto, fa tutto il contrario, striscia a terra. E un angelo che striscia è come una metamorfosi kafkiana. Nella vita non c’è mai una verità, la strada non è mai finita, c’è sempre qualcosa da aggiungere. Questo cerchiamo di insegnare ai giovani con cui lavoriamo.
Virgilio Sieni: Nudità si riferisce al fatto che in scena vi sia solo un danzatore che ‘semplicemente’ muove il corpo e una marionetta spogliata che, semplicemente, è ossatura. Ma quando dico ‘semplicemente’ bisogna stare attenti. La vita è molto complessa. Tutto è molto complesso. E oggi i grandi problemi politici vengono troppo semplificati e riassunti; tutto è reso troppo semplicistico. Voglio dire che la complessità è bella, poiché necessita mediazione, strategie. È importante quindi per me il titolo di questo lavoro, Nudità, perché esprime un azzeramento che ci porta verso una complessità. Prendere coscienza del fatto che ogni cosa ha una sua articolazione.
Intervista a cura di Chiara Pirri
Fotografia di Filippo Manzini
Gestisci Consenso Cookie
Questo sito web utilizza i cookie. Utilizziamo i cookie per personalizzare contenuti ed annunci, per fornire funzionalità dei social media e per analizzare il nostro traffico. Condividiamo inoltre informazioni sul modo in cui utilizza il nostro sito con i nostri partner che si occupano di analisi dei dati web, pubblicità e social media, i quali potrebbero combinarle con altre informazioni che ha fornito loro o che hanno raccolto dal suo utilizzo dei loro servizi.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.