Il corpo del narratore
La Stagione dei Teatri 2021/2022
Pianura, di e con Marco Belpoliti, regia di Marco Martinelli
18-20 febbraio 2022, Teatro Rasi
PRIMA NAZIONALE
In occasione del debutto di Pianura venerdì 18 e sabato 19 febbraio 2022 per La Stagione dei Teatri 2021/2022, che sarà anche l’occasione per vedere le trasformazioni del Teatro Rasi dopo sette mesi di ristrutturazioni, vi proponiamo le note di regia di Marco Martinelli.
Il corpo del narratore
Pianura, è stato scritto, è un’autobiografia corale. Marco Belpoliti vi si racconta attraversando, nel tempo e nello spazio, il mondo che sta da millenni al di qua e al di là del grande fiume: l’aceto balsamico, la centuriazione degli antichi romani, i pioppeti e le golene, le anguille che impavide solcano l’oceano, le cattedrali con i loro santi e i loro mostri, i pispiò, e tanto altro. Nebbia e speleologia: un viaggio che ha il suo epicentro intimo nella Reggio Emilia (per secoli Reggio di Lombardia) che ha dato i natali al viaggiatore, e che si snoda da Milano a Rimini, intrecciandosi alle vite di altri artisti e studiosi incontrati lungo la via, in un mosaico che è il mosaico di una intera esistenza.
Per anni l’inclinazione enciclopedica di Marco ha tenuto in ombra il romanziere: Pianura rimette le cose a posto. Marco Belpoliti è un romanziere prestato alla riflessione antropologica – si pensi, tra i tanti illuminanti saggi, al Corpo del capo, sulla metamorfosi della politica in Italia – al giornalismo, alla critica letteraria – Calvino e Levi soprattutto – alla creazione di riviste e progetti, da “Riga” a doppiozero.com: ma, al fondo, è soprattutto un innamorato delle storie, delle storie che fanno, che sono la vita e gli intrecci tra le vite, cartografo febbrile di saperi e di voragini come Adamo Vir, come Italo, i protagonisti dei romanzi da lui pubblicati negli anni Ottanta, pervasi da un fondo di misteriosa, indecifrabile malinconia.
Se la scrittura è sequenza di parole su carta, il teatro è corpo. Al centro di questa “lettura scenica” di Pianura – selezione e montaggio di alcuni capitoli del fluviale romanzo da cui prende il nome – vi è il corpo del narratore, incorniciato in una partitura di immagini e musiche, da Giuseppe Verdi a Giovanni Lindo Ferretti, dal Bella ciao reinventato da Daniele Roccato alle sonorità di Marco Olivieri, fino al Bob Dylan tanto amato da Gianni Celati: alto, tanto alto, come mi è apparso da sempre, visto che ci conosciamo fin dalla prima giovinezza, con quegli arti lunghi e voraci, da piovra, metafora di carne della sua insaziabile curiosità.
Marco Martinelli