ideazione, drammaturgia e regia Marco Martinelli e Ermanna Montanari
in scena Ermanna Montanari, Marco Martinelli, Alessandro Argnani, Roberto Magnani, Laura Redaelli, Marco Saccomandi, Fagio e le cittadine e i cittadini della Chiamata Pubblica
guide Cinzia Baccinelli, Alice Billò, Vittoria Nicita, Marco Saccomandi, Marco Sciotto, Anna-Lou Toudjian
musiche Leda (commissione di Ravenna Festival)
electronics e sound design Marco Olivieri
scenografia Ludovica Diomedi, Elisa Gelmi, Matilde Grossi
disegno dal vivo Stefano Ricci
costumi Federica Famà, Flavia Ruggeri
disegno luci Luca Pagliano, Marcello Maggiori
direzione tecnica Luca Pagliano, Alessandro Pippo Bonoli, Fagio
coproduzione Albe/Ravenna Teatro e Ravenna Festival/Teatro Alighieri
in collaborazione con Direzione Regionale Musei Emilia-Romagna, Opera di Religione della Diocesi di Ravenna
media partner FILM TV
Dopo il viaggio onirico dal castello incantato alla locanda della prima anta, inizia con una processione degli “erranti” la seconda anta di Don Chisciotte ad ardere: sono coloro che fuggono dal rogo dei libri, l’episodio con cui si è conclusa, lo scorso anno, la prima anta.
I maghi (Hermanita e Marcus), insieme agli erranti e alle maschere (Don Chisciotte, Dulcinea, Sancio) arrivano alle rovine di un castello e vi entrano insieme a un coro di adolescenti: passano attraverso un corridoio di muri pieno di rimbombi sonori, e accedono a un prato. Lì i maghi e le maschere preparano la storia centrale di questa seconda anta: la “schiava di Algeri”, novella fondamentale nella polifonia del romanzo di Cervantes.
Montanari e Martinelli, anche in questa parte, mettono in luce il dubbio, la ferita, che Cervantes ci pone sulla relazione articolata tra realtà e sogno.